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L’Italia comincia a pagare i conti alla Germania

La Merkel e Conte hanno raggiunto l’accordo sui dublinanti.

Con questa formula “edulcorata” sono definiti gli immigrati clandestini che richiedono asilo in Europa.

La Germania ce ne rimanderà 50 al mese.

 

 

 

 

È stata infatti pianificata la partenza di due voli al mese da Berlino verso Roma con a bordo un massimo di 25 migranti.

A riportare questa indiscrezione è il quotidiano tedesco Die Welt.

La fonte è attendibile: arriva dal Bundestag, il parlamento federale.

Oggi sulla questione il quotidiano Il Giornale dedica la prima pagina.

Da Berlino hanno sottolineato come un simile accordo sia stato rifiutato nei mesi scorsi, quando a Palazzo Chigi c’era già Giuseppe Conte ma al Viminale Matteo Salvini.

Con il governo gialloverde un accordo del genere sarebbe stato impensabile.

Con il ritorno della sinistra europeista (e terzomondista) la Merkel ha avuto gioco facile.

Ora è possibile rispedire indietro i migranti, senza che nessuno abbia qualcosa da ridire.

giovedì 31 ottobre 17:40 - di Redazione

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Il nero va di moda-

I migranti vanno di moda

Al punto che a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 il regista svizzero Milo Rau, sta girando un film

il primo della storia del Cinema, interpretato dall’attivista camerunense Yvan Sagnet.

 

 

 

 

Il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, indosserà i panni di Simone di Cirene, l’attore rivelazione del cinema italiano Marcello Fonte avrà il ruolo di Ponzio Pilato, l’attrice romena Maia Morgenstern interpreterà Maria.

Poi sacerdote eritreo Mussie Zerai, l’amico della Boldrini, quello condannato nel 1994 per spaccio di hascish, sarà Giuseppe d’Arimatea.

Comincia così ad essere scritto il nuovo vangelo.

Quello di Gesù nero e migrante.

Ed è inutile chiedersi da chi Gesù abbia presso il colore nero della pelle.

Certo che se la Madonna era bianca non resta che avere fede per giustificare il colore della pelle di Cristo.

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Vaticano, corruzione,. peculato e truffa:ecco le accuse dei PM di Bergoglio

L'Espresso, dopo l'inchiesta che ha svelato i contorni del nuovo scandalo finanziario in Vaticano, ha ottenuto nuova documentazione riservata dell'inchiesta penale aperta dai pm del Papa su alcune operazioni immobiliari a Londra.

Carte che sono al centro del servizio esclusivo in edicola da domenica 20 ottobre e già online su Espresso.

 

 

 

 

"Si tratta -si legge nell'anticipazione diffusa alla stampa- della denuncia del Revisore generale del papa e delle accuse arrivate dal direttore dello Ior Gian Franco Mammì.

Di alcuni report riservati dell'affare da 200 milioni di dollari per l'acquisto di un palazzo da 17 mila metri quadri a Londra.

E soprattutto le 16 pagine integrali del decreto di perquisizione del Promotore di giustizia con cui sono stati indagati dipendenti della Segreteria di Stato e pezzi da Novanta della Santa Sede come don Mauro Carlino e il direttore dell'Aif Tommaso Di Ruzza.

Analizzando i documenti, è evidente che la Santa Sede si trovi di fronte a uno scandalo che ha pochi precedenti nella storia recente".

I promotori Gian Piero Milano e Alessandro Diddi ritengono infatti di aver individuato "gravi indizi di peculato, truffa, abuso d'ufficio, riciclaggio e autoriciclaggio" in merito a comportamenti di ecclesiastici e raider d'assalto, mentre un'altra relazione il Revisore Alessandro Cassinis, di fatto il 'Raffaele Cantone' di Francesco, ipotizza gravissimi reati quali l'appropriazione indebita, la corruzione e il favoreggiamento".

Le carte rivelate dall'Espresso mostrano soprattutto come la Segreteria di Stato possieda e gestisca fondi extrabilancio per la bellezza di 650 milioni di euro, "derivanti in massima parte dalle donazioni ricevute dal Santo Padre per opere di carità e per il sostentamento della Curia Romana".

Si tratta dell'Obolo di San Pietro, "che il Vaticano invece di girare ai poveri e ai bisognosi investe in spericolate operazioni speculative".

Con l'aiuto, pure, di Credit Suisse, "nelle cui filiali svizzere e italiane risulta versato circa il 77 per cento del patrimonio gestito".

Circa "500 milioni di euro", segnala l'Ufficio del Revisore Generale, finiti in operazioni finanziarie che a parere dei magistrati mostrano "vistose irregolarità", oltre ad aprire "scenari inquietanti".

Per Francesco, rileva l'Espresso, "non sarà facile, davanti al nuovo scandalo, districarsi tra nemici veri, falsi amici, buoni suggeritori e cattivi consiglieri".

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