
La tragedia sabato mattina nella cittadina di Oso, stato di Washington. Colpite circa 30 case. Scarse speranze di trovare persone ancora in vita
Frana di fango vicino a Seattle, 8 morti. Mancano all'appello 108 nomiLa casa della famiglia Kuntz. Erano tutti a una partita di baseball sabato mattina quando la frana si è abbattuta sull'abitazione, distruggendola (ap)
Una frana si è abbattuta "come un tornado" su una cittadina rurale a nord-ovest di Seattle, negli Stati Uniti, provocando almeno 8 morti. Ma sono almeno 108 le persone che mancano all'appello e la cui scomparsa è stata denunciata alle autorità, ha detto il direttore dei servizi di emergenza della contea di Snohomish John Pennington secondo cui il numero non significa necessariamente che si tratti di individui rimasti feriti o che hanno perso la vita sotto la frana.
Tra i dispersi ci sono operai che si stavano recando nella zona e gente che si trovava in auto. La frana è avvenuta sabato mattina, quando molta gente si trovava in casa. Circa 30 abitazioni sono rimaste distrutte. La portavoce della contea di Snohomish ha spiegato che il numero dei dispersi potrebbe aumentare, mentre sono ancora in corso le ricerche in un'area di due chilometri e mezzo rasa al suolo dalla frana.
I soccorritori hanno spiegato che la speranza di ritrovare ancora persone in vita è molto flebile: "Non abbiamo sentito alcun segno di vita", ha riferito Travis Hots, capo del dipartimento locale dei vigili del fuoco, "forse (al momento della frana) c'erano persone in auto o nelle case". Secondo la stampa locale, tra i dispersi c'è un bambino di quattro anni, che si trovava con la nonna.
Testimoni hanno raccontato che la frana "sembrava un treno merci" che in 45 secondi ha devastato la cittadina di Oso dove, secondo l'ultimo censimento, sono residenti 180 persone. La massa di fango, rocce e detriti "era larga più di un chilometro", ha raccontato Dan Young a 'Komo4News', "quando è arrivata al fiume (Stillaguamish) sembrava uno tsunami". A provocare la frana sono state le forti piogge che hanno colpito la zona nelle ultime settimane. Le previsioni per i prossimi giorni prevedono ancora maltempo.
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota
“Ciao Giuseppe,
Ce l’abbiamo fatta! Proprio oggi che ricorre il ventesimo anniversario della uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Sesa Amici ha annunciato che il Governo ha avviato le procedure per la desecretazione dei documenti che riguardano il caso.
Ringraziamo pertanto quanti, a cominciare dalla Presidente della Camera Laura Boldrini alla Ministro degli Esteri Federica Mogherini hanno mostrato in queste ore una straordinaria sensibilità umana e civile su questa vicenda.
Ma il ringraziamento più grande va a quanti hanno sottoscritto la petizione su Change.org per la verità sul caso Alpi-Hrovatin. Grazie a te e ai 68mila firmatari, a partire da oggi riusciremo a conoscere il contenuto di migliaia di dossier e documenti, i quali potrebbero dare informazioni utili e inedite per giungere alla verità su questa vicenda. Ci auguriamo che questa sia l’occasione per il Governo per cominciare ad aprire alcuni dei troppi "armadi della vergogna" che hanno inquinato ed inquinano la vita della Repubblica.
Ancora una volta abbiamo dimostrato che quando siamo in tanti a chiederlo le cose possono cambiare
Stefano Corradino e Beppe Giulietti via Change.org
28 morti e più di 300 feriti e 1500 arresti
Da Reuters si legge che a ieri 15 marzo sarebbero 28 i morti, tra i sostenitori di entrambe le parti e membri delle forze di sicurezza, più di 300 le persone sono rimaste ferite nel peggiore dei disordini del Venezuela in un decennio, più di 1.500 le persone arrestate, di cui circa 100 sono ancora in carcere. 21 i funzionari della sicurezza accusati di usare la forza in eccesso.
Intanto in Venezuela si fa la fila per il pane mentre la casta mangia aragoste
Ne parla la stampa.it ricordando che sull’affollata scalinata del Ministero degli Interni di Caracas, Pedro Carreño, che all’epoca era titolare di questo portafogli, sorrideva nella cornice dei microfoni dicendo che «L’unica via per la giustizia è quella del socialismo, non il capitalismo, che è una forma di cannibalismo».. Poi, una giornalista lo interruppe e disse: «Ministro, non è contraddittorio criticare il capitalismo con al collo una cravatta Luis Vuitton?».
Scrive Nicola Chiappinelli su www.squer.it/ pubblicato il 10 marzo che, mentre Nicolas Maduro accusa i protestatari di tentare un colpo di Stato, le file per gli alimenti sono lunghissime come da foto
Le file sono lunghissime soprattutto davanti ai supermercati di stato, e sono causate dalla razionalizzazione dei beni della politica sociale bolivariana.
Per accedere ai supermercati di Stato sono state rilasciate tessere per il razionamento del cibo( vedi foto) per limitare i consumi. La Venezuela come Cuba!
Per comprare cibo bisogna fare coda e per regolamentare l’enorme flusso si viene timbrati ( vedi foto)
Il numero non è chiaramente un tatuaggio permanente, come fa sapere Business Insider, ma è scritto a penna.
Ma anche nei supermercati privati, dove non si vedono queste scene, bisogna rispettare un limite di quantità per ogni prodotto acquistato.
La fame è talmente tanta che è nato il contrabbando di cibo.
Abbiamo fame: mandateci cibo!
E’ il senso delle richieste via telefono e via email di tanti italo venezuelani
Già! Ma come fare?
Non arriva nemmeno la posta dall’Italia al venezuela, figurarsi se può essere consegnato un pacco di alimenti spedito dall’Italia!
Ed allarmati da questa situazione molti venezuelani ed itali venezuelani cominciano a manifestare.
È successo a Milano dove centinaia di persone hanno dato luogo ad una colorita manifestazione per segnalare che da 15 anni circa sono almeno 10 mila le morti violente ogni anno in Venezuela.
Tra questi tanti italo venezuelani.
Ed intanto l’Italia dorme!