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Per un attimo tutti avevamo sperato che Syriza facesse sul serio. E invece venerdì sera ha ceduto: il nuovo governo greco ha concordato con la troika (ribattezzata "le Istituzioni") un programma in totale continuità col precedente. Il Word Socialist Web Site legge e commenta l'accordo: un atto di resa e un tradimento politico.

Questo venerdì il governo greco ha rinnegato le sue promesse elettorali, acconsentendo ad un'estensione per quattro mesi dei prestiti esistenti e del programma di austerità dettato dalla "troika" (Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale).

Dopo circa un mese di trattative con i rappresentanti politici delle banche europee, Syriza ha accettato le condizioni richieste dalla troika. La dichiarazione dell'Eurogruppo sottolinea che l'accordo rimane condizionato alla presentazione entro lunedì di "una prima lista di provvedimenti di riforme, basati sugli accordi attuali" da parte della Grecia.

Le proposte di Syriza dovranno essere approvate il giorno seguente dall'Eurogruppo e dalla troika, i quali "forniranno un primo parere se tali proposte risultino sufficientemente ampie da costituire un valido punto di partenza per una conclusione positiva della revisione degli accordi".

La scadenza fissata affinché la Grecia completi la lista finale delle misure di austerità è aprile; questa lista sarà poi "ulteriormente dettagliata e infine accettata" dalla troika.

La dichiarazione afferma che:

   "Le autorità greche si impegnano ad astenersi da qualsiasi riduzione delle misure e da modifiche unilaterali delle politiche e delle riforme strutturali che possano avere un impatto negativo sugli obiettivi fiscali, la ripresa economica o la stabilità finanziaria, secondo la valutazione delle istituzioni".

Se la Grecia non accondiscende a queste disposizioni non riceverà i miliardi di euro di ulteriori prestiti che sono necessari per evitare il default sul suo debito di 320 miliardi di euro.

Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha aperto la conferenza stampa seguita alle cinque ore di dibattiti, dicendo che la Grecia ha assicurato "il suo impegno inequivocabile nell'onorare i suoi obblighi finanziari" verso i creditori. Ha sottolineato che "la ripresa economica non può essere messa in pericolo, la stabilità fiscale non può essere messa in pericolo, la stabilità del settore finanziario non può essere messa in pericolo".

Prima che iniziasse l'incontro dell'Eurogruppo, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha tenuto una conferenza stampa con il presidente francese François Hollande. La cancelliera ha insistito che il governo greco non si era ancora spinto ad accettare i tagli brutali che erano stati concordati con il precedente governo guidato da Nuova Democrazia.

La Merkel ha ammonito: "Sono necessari miglioramenti significativi nella sostanza di ciò di cui stiamo discutendo, in modo che lo possiamo votare nel Bundestag tedesco, per esempio la prossima settimana".

Mentre le trattative erano in corso, almeno un miliardo di euro è stato ritirato dalle banche greche per paura che un accordo non fosse raggiunto. Un giornalista della TV greca SKAI ha commentato: "Sono venuti con la determinazione di raggiungere una soluzione politica, altrimenti da martedì sarebbe stato necessario introdurre controlli sui movimenti di capitali".

L'accordo di Syriza di continuare a far rispettare le misure di austerità sotto i dettami delle banche europee è la conclusione inevitabile della sua posizione di classe e dei suoi interessi sociali.

Pavlos Tzimas, un commentatore politico greco, ha commentato le ripercussioni sociali e politiche che Syriza dovrà affrontare, dicendo: "Sono state fatte concessioni molto pesanti, concessioni che saranno politicamente velenose per il governo. Ci sarà un crash test per il governo sul fronte interno".

Subito dopo la conferenza stampa il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ha usato parole simili: "I greci avranno certamente delle difficoltà a spiegare l'accordo al loro elettorato. Fino a che il programma non sarà completato positivamente, non se ne vedranno i benefici".

Il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, aveva precedentemente dato segnali che Syriza era pronta ad accettare praticamente qualsiasi cosa. Atene "era andata non un chilometro oltre, ma dieci chilometri oltre" nelle sue proposte per un'estensione, ha detto. Gli altri paesi dell'eurozona incontreranno la Grecia "non a metà strada, ma a un quinto della strada" per il raggiungimento di un accordo.

L'annuncio fatto venerdì ha seguito di un solo giorno l'enfatizzato rifiuto, da parte del governo tedesco, delle proposte fatte giovedì dal governo greco per un'estensione dei precedenti accordi sui prestiti stabiliti con l'UE.

In quella proposta, che era stata presentata da Varoufakis, la Grecia insisteva che "il nuovo governo si impegna ad un ampio e profondo processo di riforme orientato a migliorare le prospettive di crescita e occupazione, raggiungendo la sostenibilità del debito e la stabilità finanziaria". Coi termini più vaghi possibile sollecitava "un miglioramento dell'equità sociale e una mitigazione dei significativi costi sociali della crisi in corso".

Appena il testo della proposta di Varoufakis è stato reso pubblico, il ministro delle finanze tedesco lo ha respinto. Peter Spiegel, che scrive per il Financial Times, ha rilevato che la Germania ha avuto particolarmente da obiettare sulla formulazione che "sembra lasciare molti punti aperti alle trattative" quando afferma che "la finalità dell'estensione di sei mesi richiesta per la durata dell'accordo" è "concordare termini finanziari e amministrativi che siano mutuamente accettabili".

Per la classe dirigente europea non esistono "termini finanziari e amministrativi che siano mutuamente accettabili": esiste solo la resa incondizionata.

Reuters ha pubblicato un documento che a sua detta "descrive la posizione della Germania" in risposta alla lettera di Varoufakis. Il documento sostiene che la richiesta della Grecia "apre immensi spazi di interpretazione" e "non include alcun chiaro impegno per il positivo completamento del programma attuale, ed è poco meno che un palese congelamento delle misure adottate dalla Grecia".

Il documento dice a chiare lettere la precisa formulazione che risulterebbe accettabile. Afferma:

   "Abbiamo bisogno di un chiaro e convincente impegno da parte della Grecia, che dovrebbe contenere solo tre frasi brevi e ben comprensibili: 'Richiediamo un'estensione dell'attuale programma incorporando la flessibilità. Concorderemo con le istituzioni qualsiasi cambiamento delle misure dell'attuale memorandum d'intesa. Ci proponiamo a concludere positivamente il programma.'"

Alla fine è stato questo che Syriza ha accettato. Si è solo rifiutata di ritornare con un accordo che richiamasse esplicitamente l'imposizione dell'odiato "Memorandum d'Intesa"—l'elenco delle misure di austerità inizialmente concordate come parte dell'accordo di finanziamento. Syriza ha avuto il permesso che la "troika" fosse ribattezzata "Istituzioni" e che il "Memorandum d'Intesa" fosse rilanciato col nome di “Master Financial Assistance Facility Agreement” (MFAFA).

Ad ogni modo, il MFAFA, il nome ufficiale dell'accordo di finanziamento, include la richiesta che la Grecia "si attenga alle misure sancite con il Memorandum d'Intesa", vale a dire con le misure di austerità prescritte dalle banche europee.

La miserabile resa del governo di Syriza mette a nudo la totale bancarotta politica della miriade di organizzazioni piccolo-borghesi di pseudo-sinistra di tutto il mondo, che solo poche settimane fa salutavano la vittoria elettorale di Tsipras come un evento clamoroso. Ben lungi dal denunciare il tradimento da parte di Syriza, ora questi gruppi faranno gli straordinari per tirare fuori scuse e giustificazioni. Ma ampi strati della classe lavoratrice greca vedranno l'accordo per quello che è: un atto cinico e codardo di tradimento politico. Henry Tougha | febbraio 22, 2015 alle 2:40 pm

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Quando tra qualche decennio, passata questa terribile bufera durante la quale si cerca riparo nelle case degli altri, mentre le più grandi e solide , impermeabili all’acqua, poste in alto e sicure, restano sigillate e protette dai massimi sistemi di sicurezza, eserciti compresi, ci si interrogherà su cosa sia successo forse si capiranno meglio alcune cose

La prima è che ognuno vuole una vita migliore per sé e per i propri figli, ma molto pochi riescono ad averla e sempre a danno degli altri ; una regola questa che vale sia all’interno delle nazioni sia nel mondo intero.

La seconda che è tradotta dal vecchio proverbio che in calabria suona così: “ I sordi, fanu sordi, e li piducchi, fanu piducchi”, come a dire che la ricchezza produce ricchezza e la povertà produce povertà ed in sostanza che i vero vorrebbe la ricchezza del ricco ed i ricco fa trincee per non cederla.

La terza è che nel mondo ci sono nazioni ben governate e nazioni governate malissimo

La quarta è che i popoli risentono dei governi

La quinta è che i governanti, in genere, sfruttano per se stessi , per i propri congiunti, amici, sodali, i posti ed i fondi pubblici, lasciando il resto delle comunità nella indigenza, quella che induce poco alle reazioni, molto a legarsi ai politici che il cambio dei voti e del potere che loro ne deriva li assumono a spese dello Stato o degli enti pubblici e per pagarne i costi impongono tasse e violenza pubblica.

Ed è così che ci sono Stati che se fossero state aziende sarebbero state dichiarati fallite ed i loro gestori arrestati e gettati nelle segrete più segrete e le chiavi buttate nel mare più profondo, mentre i politici responsabili di queste tragedie vivono meglio di tutti gli altri, fanno vivere i gestori del potere e della sicurezza fisica, sociale ed economica meglio di tutti gli altri ed indebitano senza speranze le future generazioni.

Prima di parare dell’ Italia parliamo della Grecia. Eccone un breve sintesi:

La Grecia è un paese di 11, 3 milioni di abitanti ( il 18,33 % della popolazione italiana)

Il PIL nel 2014 è stato pari a circa 180 miliardi di euro ( nel 2011 era di 208 miliardi di euro).In sostanza il PIL procapite è di 16.363 euro.( il PIL della sola Lombardia è pari a circa 300 miliardi di euro. Dati Eurostat)

Il debito pubblico è di 315 miliardi di euro . In sostanza ogni greco ha un debito di 28.636 euro

Nella sola Atene

il 25% delle famiglie degli alunni soffre la fame;

il 60% soffre di insicurezza alimentare, cioè non dispone di cibo sufficiente;

nel 61% dei casi uno dei due genitori non ha alcun reddito (né salario né pensione);

il 17% delle famiglie non ha alcuna fonte di reddito;

l'11% degli alunni non è coperto dalla previdenza sociale;

il 7% delle famiglie ha avuto interruzioni dell'energia elettrica per più di una settimana durante il 2014;

il 3% delle famiglie non aveva l'energia elettrica al momento in cui è stato condotto il sondaggio.

Pur in queste condizioni il popolo greco non ha perso la speranza di una vita migliore e si è affidato ad Alexis Tsipras ed al suo partito di sinistra anti-austerità Syriza.

Ora la Grecia si confronta con l’Europa.

Ed arriva al confronto con 322 ( a marzo 2014) di cui il 17% con i privati, , il 10% con l'Fmi ,l'8% con la Bce ed il 3% con la Banca centrale greca.

Il 62% pari a circa 200 miliardi di debiti li ha per 60 con la Germania, per 46 con la Francia e per 40 con l’Italia.

Ma andiamo avanti

il 54% delle famiglie si trova nell'insicurezza alimentare;

il 21% delle famiglie soffre la fame;

nel 40% delle famiglie uno dei due genitori non ha reddito, e nel 13% delle famiglie sono entrambi privi di reddito.

Ah. Se volete sapere come fanno ad andare avanti i Greci ve lo diciamo noi.

Camminano a piedi perché non hanno soldi per la benzina, per l’assicurazione, per il bollo.

Cercano mense per i poveri

Chiedono soldi a tutti per pagare bollette e affitto

Passano le notti senza energia elettrica quando l'Azienda Elettrica Pubblica gli taglia la corrente a causa delle fatture in sospeso

Si congelano perché non possono permettersi il riscaldamento

Cercano cure mediche da parte di organizzazioni di volontariato

Vivono nell'incubo quotidiano di non avere più un tetto sopra la testa e di ritrovarsi in mezzo a una strada.

Sono grati quando ricevono un pacco di vestiti di seconda mano dagli enti di beneficienza.

Guardano all’Italia come un’isola di salvezza; come succedeva migliaia di anni fa!

Ed allora la domanda :Se i greci vengono in Italia li tratterremo come gli altri profughi?

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Einstein ebbe a dire:”Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’umanità non resterebbero che quattro anni di vita; niente più api, niente più impollinazione, niente piante, niente alberi, niente esseri umani”.

 

Un pericolo da non sottovalutare.

Senza le api ad impollinare i fiori le piante non darebbero frutti e la nostra stessa sopravvivenza sarebbe in pericolo, visto che buona parte del cibo che consumiamo dipende, direttamente o indirettamente, dall’opera di impollinazione.

Oddio, ci resterebbero solo gli OGM.

Perché richiamiamo questa frase? Semplice .Da settembre scorso in Calabria( e da meno in Sicilia), sono stati rilevati in alcuni alveari esemplari di Aethina tumida. E’ un altro prezioso effetto del Porto di Gioia Tauro! Il coleottero, infatti, è stato individuato il 5 settembre 2014 nell'area di Gioia Tauro!

Un altro maledetto coleottero originario dell’Africa come il Punteruolo rosso che ha ormai distrutto quasi tutto il patrimonio di palme canariensis!

L’Aethina si insedia nell’alveare e vi deposita le uova.

Quando le larve si schiudono si nutrono di miele, polline e larve di api.

Non solo viene alterata la qualità del miele ma ne viene anche ridotta la produzione.

La regione Calabria ha chiesto aiuto al ministero che ha suggerito di bruciare gli alveari!

E così il presidente della giunta regionale ha emanato il decreto numero 94 del 19 settembre 2014, con il quale ha prescritto una serie di misure per controllare gli allevamenti apistici.

La prima prevede che in caso di rilevamento dell'Aethina Tumida si proceda alla distruzione non solo dell'arnia interessata a tale presenza, ma dell'intero apiario.

La seconda limita la capacità di movimentazione degli apicoltori e di conseguenza la loro attività.

Il provvedimento regionale è stato impugnato dagli apicoltori al Tar calabrese il quale, rilevata la drasticità della misura adottata dall'amministrazione regionale ha chiesto approfondimenti a sostegno di essa al ministero della Salute.

La causa è stata così rinviata al 19 febbraio 2015.

In sostanza disponendo di fatto come unica misura eradicativa la bruciatura degli apiari in cui venga rinvenuto il parassita il danno economico causato dai roghi di alveari ha ampiamente superato quello che il coleottero avrebbe mai potuto causare.

Ecco la politica.

Invece di distruggere il parassita si distrugge ciò che si vuole proteggere :le api.

In alcuni dove il coleottero è presente da tempo (Usa, Sud Africa, Australia, Costarica, Canada) il fenomeno è tenuto sotto controllo dagli apicoltori.

Va infine ricordato che il settore apiario calabrese vanta 80mila gli alveari gestiti da 450 Aziende che danno lavoro a 1200 persone

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