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“Tutto a posto. Entro il 31.12.2015 impiegheremo tutti i fondi della UE.

Non faremo perdere alla nostra regione nemmeno un euro”.

Insomma , tutto bene. Così dicono i nostri politici.

Guarda caso l’UE ha dati diversi ed è  fortemente preoccupata per i ritardi.

Proprio per questo la commissaria europea alle Politiche regionali Corina Cretu sarà in missione in Calabria.

Ecco cosa ha detto: “ Scendo per affrontare le questioni principali che impediscono a Calabria, Campania e Sicilia di sfruttare appieno il potenziale dei fondi Ue”.

È il mio imprescindibile obiettivo.

Poi aggiunge “Nonostante l'accelerazione visibile negli ultimi due anni, spiega all'Ansa in un'intervista, a soli otto mesi dalla fine del periodo di programmazione 2007-2013 i ritardi accumulati con il 40% della spesa ancora non dichiarata sono certamente ragione di reale preoccupazione”.

Insomma sarebbe in ritardo il 40% della spesa.

E per verificare ecco che viene di persona.

Speriamo non sia vero. Sarebbe criminale ed i politici e burocrati responsabili dovrebbero pagare il danno fatto alle popolazioni.

Chiediamo alla signora Cretu di dirci tutta la verità!

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“Dovete distruggere i barconi prima che salpino"

Edward Luttwak , noto politologo americano, dice che l’Italia deve reagire. Non può rassegnarsi passivamente all’invasione dei disperati e fare affidamento sulle peraltro inefficaci organizzazioni internazionali. «È ora che il governo italiano si svegli e passi dalle parole ai fatti».

In che senso?

«Nel senso che per arginare questa spaventosa invasione non basta cambiare il nome all’operazione condotta dalla marina italiana. Non basta ribattezzare Mare Sicuro la vecchia Mare Nostrum».

E allora?

«Allora la prima cosa da fare è spedire i droni sulle coste libiche e distruggere i barconi che servono ai trafficanti di essere umani».

Ma è possibile?

«È necessario. Avete visto che quelli che voi chiamate scafisti non esitano a sparare sulla Guardia costiera italiana pur di recuperare le barche. Ne hanno bisogno perché con quelle barche faranno altri carichi e altri guadagni».

La Guardia costiera italiana sinora non ha reagito al fuoco, sostenendo che sarebbe pericoloso per i migranti.

«E ha fatto male. In fin di conti si tratta di giovani delinquenti forniti di armi leggere».

Poi c’è la componente umanitaria.

«Capisco. Avete il Papa in casa. E anche i buonisti incalliti soprattutto a sinistra. Ma con la carità cristiana e il buonismo non si risolve la situazione. Una situazione che è paradossale».

Cioè?

«Voglio dire che la Guardia costiera italiana e le navi della marina vanno a soccorrere i migranti quando sono ad appena 50 chilometri dalla costa libica. Sa cosa vuol dire?».

Cosa?

«Che per i trafficanti la Sicilia non è a 500 ma a 50 chilometri di distanza. Dunque possono spedire più barconi e più gente. E questa gente non è costituita da profughi che scappano da guerre in corso e dunque con diritto di essere soccorsi in base alle convenzioni internazionali. Si tratta invece quasi sempre di gente che scappa dalla fame. E sono milioni».

Che ne dice di un blocco navale davanti alle nostre coste? Malta lo pratica già. E a Malta non ci sono sbarchi.

«In Italia è impraticabile».

E perché mai? Questa è una prerogativa di ogni Stato sovrano che voglia proteggere le proprie coste.

«Già ma in Italia il condizionamento del Vaticano è troppo forte. Quella italiana è una sovranità dimezzata. E poi, come dicevo prima, un blocco navale rallenterebbe ma non impedirebbe la navigazione. Meglio, molto meglio distruggere i barconi quando sono ancora in Libia».

Nelle scorse settimane si è scoperta un’altra rotta, quella che parte da Mersin, città turca dell’Anatolia meridionale, e arriva in Puglia. Che ne dice?

«Dico che il presidente turco Erdogan sta facendo un gioco molto sporco. Mersin è diventata di fatto una base del radicalismo. Da quel porto partono navi e non barconi. E dunque portano guadagni molto maggiori rispetto alla Libia. Soldi che servono ad alimentare la guerra in Siria e in Iraq».

Perché questo doppio gioco da parte di Erdogan?

«A mio parere Erdogan vuole islamizzare l’Italia e Europa».

E dunque?

«Dunque il governo italiano deve fare a Erdogan un discorso molto serio. O impedisce il traffico di illegali dai porti turchi oppure l’Italia revocherà il diritto di atterraggio agli aerei della compagnia aerea Turkish Airlines».

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Una "misteriosa" malattia nel Sud-Ovest della Nigeria ha provocato la morte improvvisa e repentina di 18 persone( a ieri).

Lo ha annunciato un portavoce delle autorità locali. "Diciotto persone sono morte per una malattia misteriosa dalla sua comparsa a inizio settimana nella città di Ode Irele", nello stato di Ondo, ha dichiarato il portavoce dello stato, Kayode Akinmade. 

I sintomi di questa patologia finora sconosciuta sono emicrania, perdita di conoscenza e di peso, problemi alla vista, a cui segue la morte nel giro di ventiquattro ore.

Gli esami effettuati finora non hanno indicato che poteva trattarsi di una malattia virale o in particolare di Ebola, ha spiegato il portavoce.

L'Ebola, una febbre emorragica di origine virale, ha provocato più di 10.600 morti essenzialmente in tre Paesi dell'Africa occidentale - Liberia, Sierra Leone e Guinea - dal 2014, ha complessivamente risparmiato la Nigeria.

Secondo il portavoce esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e specialisti del ministero della Sanità nigeriano e altri partner si sono recati a Ode-Irele per lottare contro l'infezione.

La patologia - riferiscono fonti locali - si starebbe diffondendo rapidamente. Lo riporta la Bbc.

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