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calcio000La nostra nazionale di calcio guidata da Mancini ieri sera è stata sonoramente sconfitta dalla nazionale di calcio argentina guidata da un certo Messì. Gli azzurri con la testa bassa e con le lacrime agli occhi hanno abbandonato lo Stadio, Mancini, il nostro Commissario Tecnico, invece, intervistato dai giornalisti RAI ancora una volta ha ribadito che vuole portare questa nazionale in Qatar a disputare i prossimi campionati del mondo. Siamo pronti. Ce ne vuole coraggio. Ce ne vuole di faccia tosta. Che presuntuoso! Ma andiamo con ordine. Londra, Stadio di Wembley, giocano a calcio Italia e Argentina, finalissima 2022. Come era facile prevedere l’Italia subisce un’altra terribile batosta. Non fa male come contro la Macedonia del Nord che a Palermo lo scorzo marzo mandò la nostra nazionale di calcio all’inferno. L’Argentina è forte, ha giocatori come Messì, De Maria, Martinez che sanno davvero giocare a calcio e che alla palla sanno davvero darle del tu. Quella di ieri sera secondo gli esperti, quelli che hanno sempre incensato Mancini malgrado le debacle, doveva essere una partita di ripartenza. Ma con quei giocatori che Mancini ha messo in campo la strada è in salita, non si andrà da nessuna parte. Negli anni ho assistito a tantissime partite di calcio giocate dai nostri azzurri e spesso siamo stati battuti, ma mai dominati, umiliati, come ieri sera. In 90 minuti non siamo riusciti nemmeno una volta a tirare il pallone in porta avversaria. E’ stata una sconfittà? No, una completa disfatta. Dybala, giocatore argentino, che entra in campo al 90° minuto e dopo appena un minuto segna il terzo goal per l’Argentina. Così la sconfitta, prevedibile, è diventata anche una umiliazione. Dov’era la squadra di Mancini tanto osannata dai giornalisti RAI incominciando da Rimedio e da quel logorroico Di Gennaro, commentatore tecnico, che in 90 minuti non ne ha azzeccato una? E dire che undici mesi fa l’Italia aveva vinto sullo stesso terreno di gioco un Campionato Europeo battendo gli Inglesi. E’ stata una parentesi felice, un colpo di fortuna. Ci hanno salvato le parate di Gigio Donnarumma. Che parate! disse il Premier Draghi quando ha ricevuto gli azzurri a Palazzo Chigi. Eppure ieri sera i migliori giocatori italiani erano scesi in campo, ma davvero erano e sono i migliori? Giocatori tanto osannati, pagati milioni di euro, indicati ai posteri, giocatori che quando giocano in Italia nelle loro squadre di appartenenza sono dei fenomeni, poi quando varcano il confine non riescono neppure a segnare un goal alla Macedonia del Nord e alla Svizzera su calcio di rigore. Dov’era Il commissario Tecnico ieri sera? Dov’era il presuntuoso Mancini che con i suoi esperimenti ha fatto naufragare l’Italietta come fece Ventura 4 anni fa? Bisognava ripartire. Da dove? Arrivare dove? Partirà, la nave partirà, dove arriverà, nessuno lo saprà. Vogliamo ripartire per davvero? Via Mancini da Commissario Tecnico e via la maggior parte dei giocatori che hanno giocato la partita ieri sera. Ma il Mancio tira diritto, non si discute, pensa, però, al ripescaggio mondiale dell’Italia nel Qatar per far fare all’Italia l’ennesima figuraccia ed essere umiliati, strapazzati, beffeggiati da squadrette di Serie inferiori. Ma lui insiste. Qatar? Saremmo pronti. Questo sabato affronteremo la Nations League con Germania, Ungheria, Inghilterra, roba da rovinarci le ferie. Quei giornalisti Rai sopramenzionati hanno paragonato Mancini ad un certo Vittorio Pozzo. Esagerato!. Pozzo ha vinto 2 campionati mondiali, Mancini ha vinto sì tante partite di fila ma giocando con chi? Ma non si è neppure qualificato ai campionati mondiale del 2022.

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bandiera paceMala tempora currunt, dicevano i latini. Tempi duri, tempi durissimi, tempi terribili stiamo attraversando. Ci sono nel mondo tantissime guerre che la stampa e la televisione le ignorano. Molta gente coinvolta nelle guerre scappa, lascia la propria terra e chiede un rifugio altrove. Le nostre coste calabresi ogni giorno accolgono emigranti africani che chiedono asilo, soggiorno e pace. Sono trascorsi tre lunghi mesi e la guerra in Ucraina continua. I cannoni sparano, gli aerei bombardano, i carri armati distruggono, i contadini abbandonano le loro case e le loro terre, non seminano più, non raccolgono e il grano accumulato marcisce. Per la pace bisogna ancora aspettare. E così la guerra tra Russia e Ucraina continua e continuerà fino a quando Putin non avrà raggiunto tutti i suoi obiettivi, fino a quando il campo avrà dato tutti i suoi verdetti. E anche quando Putin e Zelensky si siederanno intorno ad un tavolo per parlare di pace o di tregua, scordiamocelo, tutto non sarà più come prima. Potranno tacere i cannoni, potranno i belligeranti scambiarsi i prigionieri di guerra, potrà Putin apparire in televisione e annunciare ai suoi patrioti che la Russia ancora una volta ha sconfitto i nazisti che occupavano le terre del Bombass, potrà Zelensky arringare la folla plaudente di aver fermato l’avanzata russa e che Kiew e le altre città ucraine sono salve, ma nessuno potrà fermare in Europa e nel mondo le nefaste conseguenze di questa guerra assurda. Tutto è aumentato, tutte le materie prime che noi importiamo sono aumentate e di conseguenza è aumentato il costo della benzina, della luce, del gas, del pane, della frutta e di tutti i generi alimentari. Ma la conseguenza maggiore e forse la più importante di questa guerra è la crisi alimentare. Ancora da noi, grazie a Dio, non è arrivata. Ci vorrà del tempo, ma arriverà. Arriverà quando mancherà sulla nostra mensa il pane e allora la guerra del pane potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Il grano prodotto dall’Ucraina c’è, è accatastato nei silos, ma le navi addette al trasporto del grano, sono bloccate nel porto di Odessa a causa dei bombardamenti. Ma c’è di più. Gli agricoltori non hanno seminato, non raccoglieranno e se la guerra dovesse ancora continuare a lungo i silos si vuoteranno. Ho appena accennato alla guerra del pane. Non voglio esagerare, ma la vedo brutta. Il rischio c’è, eccome! Alcuni paesi africani non hanno più risorse e la carestia è dietro l’angolo perché i loro terreni stanno diventando aridi e deserti. Allora bisogna muoversi. Tutti dicono che il grano c’è ma non arriva al posto giusto. Allora facciamolo arrivare in tempo e che nessuno resti senza grano, altrimenti ci sarà il grave rischio di una guerra che nessuno potrà fermarla. Io me le ricordo alcune rivolte del pane. Basta leggere il capitolo 12 dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, Ma io me ne ricordo una, molto più piccola, alla quale partecipai anche se ero un ragazzo con i pantaloncini corti. C’era ancora la guerra, la seconda guerra mondiale. L’Italia non era stata ancora liberata, ma la gente soffriva, pativa la fame perché non c’era più niente da mangiare. Il mio paese, San Pietro in Amantea, era invaso dagli sfollati. Ognuno di noi aveva la tessera annonaria ma quando ci recavamo nei negozi a prelevare la merce come pasta, latte, pane, burro, zucchero, gli scaffali erano completamente vuoti. Quando, però, i contadini e le massaie, seppero che in un magazzino di Via Margherita un negoziante di Amantea aveva accumulato una grande quantità di farina, si ribellarono. La folla inferocita sfondò la porta del magazzino e si impossessò della farina. Tutti vennero denunciati, io no, ero troppo piccolo. Fu un giorno memorabile per il piccolo borgo. Io me lo ricordo come fosse stato ieri. E’ passato tanto tempo, ma non vorrei oggi all’età di 90 anni assistere a qualche rivolta del pane con l’assalto ai forni, per causa della carestia e per la mancanza di farina per via della guerra in corso.

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Scuola americana 1Ancora una volta negli U.S.A., questa volta nel Texas ,Uvalde, una cittadina vicina a San Antonio, un killer di appena 18 anni ha compiuto una strage di scolaretti dai 7 ai dieci anni, in una scuola che anche lui aveva frequentato alcuni anni prima. 19 bambini uccisi e due maestre. Prima di compiere la strage ha sparato finanche alla nonna che ora è ricoverata in fin di vita all’ospedale. Gli U.S.A. sono sotto shock, ma se le armi circolano liberamente non ci dobbiamo meravigliare se stragi di questo tipo continuano a ripetersi. Bisogna mettere fine alla libera vendita delle armi. Il Congresso americano, purtroppo, da decenni non riesce ad approvare una legge almeno per rafforzare i vincoli sulle armi. Basta un documento d’identità, essere maggiorenne, essere in possesso di un centinaio di dollari e chiunque può acquistare una pistola o un fucile. Le armi si possono tenere liberamente a casa, non c’è bisogno di porto d’armi. Anche io quando lavoravo nella RoyalTypewriter Company di Hartford nel Connecticut possedevo un fucile da caccia e una Colt, le avevo ereditate da mio padre. Quando ritornai definitivamente in Italia regalai il fucile e la pistola a mio zio Anthony che viveva in un paesino minerario della Pennsylvania. E poi c’è il secondo emendamento della Costituzione Americana. Il possesso delle armi è consentito. Il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto.

Purtroppo non c’è nulla da fare. La Lobby delle armi negli U.S.A. è molto potente. Anche il Presidente Biden in un discorso alla nazione si è detto stanco e scioccato per quanto accaduto in quella scuola elementare del Texas frequentata da tanti bambini. L’America deve agire e trasformare il dolore in azione. Bisogna assolutamente fermare i massacri. Ma come si fermeranno? C’è un solo modo: Mettere un freno alla libera circolazione delle armi. Troppe armi in giro. In ogni famiglia ci sono pistole e fucili e finanche qualche mitraglietta. Nelle scuole americane negli ultimi anni ci sono state 23 sparatorie dove hanno perso la vita decine e decine di alunni e docenti. Questa lunga scia di sangue parte da Columbine nel Colorado dove due studenti armati fino ai denti hanno ucciso 12 compagni di classe e un insegnante. Poi in Virginia, nel Connecticut, in Oregon, nel Texas, in California e Michigan, solo per citarne alcune. Ma chi è il ragazzo che ha ucciso? Si chiama Salvador Ramos, 18 anni, studente dell’High School locale. Lavorava part time in un ristorante. Lo descrivono tutti come un tipo silenzioso, non socializzava con nessuno. Ma perché ha ucciso?. Quali sono le ragioni di una tale follia? Si dice in giro che veniva preso in giro dai compagni perché povero. E per questo compie una strage?

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I Racconti

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