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Madrid- «Ci sono già vari morti e moriremo tutti se non viene nessuno a salvarci».

È stato l’ultimo appello raccolto domenica pomeriggio da Helena Maleno, l’attivista della Ong Caminando Fronteras, da un barcone semi-affondato con a bordo 60 persone, fra le quali 20 donne e tre bambini, prima che si consumasse una nuova tragedia umanitaria al largo delle coste marocchine.

Sono rimasti alla deriva per due giorni, in attesa di soccorsi mai arrivati. «34 morti, fra i quali un neonato e un bambino, su un barcone con 60 persone che l'altro ieri è naufragato di fronte al Marocco», ha scritto oggi la Maleno nel suo account in Twitter, che rimanda all’hashtag #Fronterasur.

«Hanno chiesto aiuto per 24 ore e li hanno lasciati morire lentamente", ha aggiunto.

La Valero aveva lanciato domenica in Twitter l'allarme sulla scomparsa di un'imbarcazione "salpata dalle coste marocchine con 60 persone a bordo».

E ieri, sull'account della Ong Caminando Fronteras della rete sociale aveva inviato il messaggio urgente: «Sono già sette le persone morte e nessuno vuole andare a salvarle.

Esigiamo a Marocco e Spagna di coordinarsi per evitare una grande tragedia umana».

Secondo l'attivista e portavoce della Ong, l'imbarcazione, sulla quale viaggiavano una sessantina di persone di origini subsahariane, fra le quali 20 donne e tre bambini, salpata sabato sera da una spiaggia marocchina, è rimasta per due giorni alla deriva.

La cooperante spagnola, che fa base a Tangeri, in Marocco, aveva ricevuto la prima richiesta di aiuto dal barcone semi-affondato da parte degli stessi migranti, alle 5 di domenica 30 settembre, dopo che avevano già lanciato un Sos alle autorità marittime marocchine.

«L'ultimo contatto che abbiamo avuto con queste persone è stato alle 17,00 di domenica.

Erano disperate perché nessuno li soccorreva e dicevano che almeno dieci compagni erano già morti», ha spiegato la Maleno, citata dal quotidiano on line Publico.

Un portavoce del Salvataggio marittimo spagnolo ha assicurato a media iberici di aver offerto collaborazione e coordinamento alle autorità marocchine «per la ricerca e il salvataggio di questo barcone in acque marocchine, ma di non aver ricevuto risposta».

Ieri fonti della Marina marocchina aveva informato della localizzazione di un'imbarcazione diretta verso le acque spagnole con a bordo 17 persone originarie della regione magrebina del Rif, fra i 19 e i 30 anni di età, e di aver intercettato domenica altri due barconi con a bordo 112 marocchini, provenienti dalla stessa zona.

di Paola Del Vecchio

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Un oppioide sintetico fino a 100 volte più potente della morfina rappresenta un pericolo reale per chi ne abusa, ma anche per medici e poliziotti: l'inalazione di poche particelle può risultare letale.

 

 

 

L'epidemia di abuso di oppiacei che da qualche tempo preoccupa gli Stati Uniti non accenna a placarsi: secondo alcuni dati preliminari diffusi qualche giorno fa dalla US Drug Enforcement Administration, nel 2016 i casi di overdose sarebbero aumentati del 20% rispetto all'anno precedente, con oltre 59 mila decessi dovuti all'abuso di stupefacenti.

L'ultima e più grave minaccia nella famiglia degli analgesici è un oppioide sintetico chiamato Fentanyl, da 50 a 100 volte più potente della morfina: inizialmente sviluppato negli anni '60 per uso clinico, si sta ora diffondendo tra le droghe di strada dove spesso è mischiato e spacciato con eroina o altre sostanze.

In ambito clinico è impiegato in cerotti transdermici, lecca-lecca o pastiglie per la terapia del dolore cronico dei malati di tumore; in ambito criminale viene sintetizzato dai cartelli della droga messicani a un costo più basso di quello necessario per produrre eroina, con cui spesso viene mischiato per renderla più potente.

Il cantante americano Prince sarebbe morto il 21 aprile 2016 proprio per un'overdose di Fentanyl, farmaco che assumeva per alleviare il dolore causato da un operazione alla gamba.

Il Fentanyl, infatti, è così potente che è facile andare in overdose, anche inavvertitamente ed è molto difficile dosarne la quantità giusta: quella in grado di uccidere una persona potrebbe essere giusta per alleviare il dolore di un’altra.

Uno dei partecipanti a uno studio australiano sul Fentanyl commentò l’efficacia del farmaco dicendo che una volta provata «non si può tornare indietro», perché gli altri oppiacei, a confronto «sono merda».

Prince, una delle più grandi rockstar di sempre, è morto per un’overdose accidentale di Fentanyl, il potente antidolorifico oppioide sintetico, che stava assumendo per alleviare un dolore cronico all’anca.

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Parole del rapper Nick Conrad.

La videoclip in cui si sente intonare la frase dall’artista è stato rimossa da YouTube e da tutto il web dopo la richiesta del ministro dell’Interno francese Gérard Collomb.

 

 

Nel video musicale si vedeva un uomo bianco colpito da un proiettile alla schiena.

“Entrate negli asili nido e uccidete i bebè bianchi. Acchiappateli e poi impiccate i loro genitori”, dice Conrad nella canzone.

E nel ritornello si sente: “Appendeteli tutti, appendete i bianchi. Nessuna pietà, muoiano tutti insieme, dai l’esempio, torturali in gruppo”.

Conrad è stato interrogato dai giudici sabato 29 settembre ed è stato rimesso in libertà. Al processo il rapper parigino rischia fino a 5 anni di carcere e 45mila euro di multa.

È stato convocato in tribunale per il 9 gennaio Nick Conrad, ma il suo primo processo lo sta celebrando la rete. il rapper francese indagato per l'ultimo controverso videoclip diffuso e poi rimosso da YouTube, in cui invitava a "impiccare i bianchi", intervistato da radio RTL, ha garantito di «non essere razzista» e che quella canzone dal testo ultraviolento - che il ministro dell'Interno, Gérard Collomb, ha chiesto di far rimuovere dal web - non voleva in alcun modo essere un «incitamento all'odio», come sostenuto dal governo dalla lega antirazzismo Licra.

Contro di lui anche il ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini. «'Entrate negli asili nido e UCCIDETE i bebè bianchi. Acchiappateli e IMPICCATE i loro genitori. Roba da matti... Quelli che difendono questo idiota dicono che è 'libertà culturalè, a me pare solo una schifezza», tuona Salvini su facebook.

Conrad è stato interrogato venerdì, poi rimesso in libertà, in vista del processo a gennaio.

Intanto, la vicenda ha avuto un impatto anche in Gran Bretagna, dove un altro Nick Conrad, un presentatore della Bbc omonimo del rapper francese, è stato oggetto di «minacce di morte» in francese sui social network.

Nel suo ultimo brano PLB ('Pendez les blancs') il rapper parigino sostanzialmente sconosciuto esorta gli ascoltatori ad «impiccare i bianchi».

«Entro negli asili nido, uccido i bebé bianchi. Acchiappateli presto, poi impiccate i genitori...». Parole che in un primo tempo hanno suscitato l'ira di diversi esponenti di destra e di estrema destra, ma anche della Licra, la Lega contro il razzismo e l'antisemitismo.

«La libertà di creazione artistica - avverte l'organismo - non equivale alla libertà di incitare all'impiccagione dei bianchi a causa del colore della loro pelle».

Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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