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Redazione TirrenoNews

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Non c’è Pace tra gli Ulivi e nemmeno ad Amantea.

Ed infatti ecco un altro accadimento. Anche questa volta di quelli tosti.

 

La calma notte del16 maggio è stata violentata da un attentato incendiario.

Erano da poco iniziati i lavori di ampliamento della Via Neto progettati dall’ingegnera Laura Conte ed appaltati alla ditta Eurostrade srl.

 

Una grande ruspa da alcuni giorni stava realizzando i movimenti terra progettualmente previsti e necessari per l’allargamento della strada ed era stata parcheggiata nei pressi dell’unica casa di abitazione nei pressi della nuova arteria.

E stanotte l’attentato le cui derivate fiamme hanno letteralmente divorato la costosa attrezzatura.

Il fumo denso è stato spinto verso est ed ha avvolto le soprastanti abitazioni

Lì abita un anziano che affetto da malattia bronchiale ha avvertito problemi respiratori ed ha dato l’allarme.

 

Sul posto l’ intervento dei carabinieri della locale caserma guidata dal maresciallo Cerza.

Poche ore dopo la città era interamente presidiata dalle forze dell’ordine, presenti con numerosi automezzi ed agenti.

Le indagini muovo in tutte le direzioni.

Tra queste la richiesta di tangenti.

La notizia è rimasta quasi senza eco.

I lavori stamattina risultavano sospesi.

 

La mente degli amante ani però è andata immediatamente al 15 ottobre del 2013 quando un automezzo di una cooperativa locale è stato parimenti avvolto dalle fiamme e le cui indagini a distanza di ben più di 2 anni e mezzo è ancora avvolta nel mistero.

Questa volta l’amministrazione e le forze politiche( posto che ancora ce ne siano )non potranno sottrarsi alle necessarie azioni a tutela della sicurezza della città.

 

Ecco le “truffe” della Despar. Amantea compresa.

Domenica, 15 Maggio 2016 19:54 Pubblicato in Cronaca

Un lavoratore della Despar scrive a Iacchitè a seguente lettera:

 

“Vi spiego la truffa ai lavoratori dei supermercati Despar”.

Salve, mi chiamo Francesco Calabrò e vi scrivo da Corigliano Calabro (CS) per denunciare la seguente truffa.

 

Io sono un ex lavoratore (Direttore) di un noto supermercato della zona a marchio Despar, che aveva un contratto a tempo indeterminato e ben 13 anni di anzianità aziendale.

Con il mio ex datore di lavoro non v’erano e non vi sono mai stati problemi di nessuna natura; e tra l’altro, anche quando il pagamento dello stipendio non avveniva con la cadenza consueta, ma a volte anche dopo diversi mesi, non ho mai pensato di alzare la voce o di protestare o di rivendicare mai qualcosa.

Ad Agosto 2014 però, succede quello che non mi sarei mai aspettato, ed a me, come a tutti gli altri miei colleghi, comunicano che il supermercato, causa ristrutturazione, e solo per un determinato periodo di tempo, dovrà effettuare una chiusura; finita la quale però, tutto il vecchio personale sarebbe stato interamente ripreso.

 

Ed è partito quindi il licenziamento collettivo con la conseguente messa in mobilità di tutti i lavoratori del suddetto supermercato. In virtù di queste garanzie quindi, il mio ex “bravo” datore di lavoro mi fa firmare (e ci fa firmare) un verbale di conciliazione in cui oltre a riconoscermi quanto ancora come stipendio mi doveva, mi impegnavo a prestare acquiescenza al licenziamento ed a rinunciare (testuali parole) “ad ogni e qualsiasi pretesa promossa e/o promovenda azione in sede sindacale, amministrativa e/o giudiziale”: vera e propria clausola vessatoria.

Arriviamo ai giorni nostri però, e al motivo perché ho intitolato questo articolo “chiudo e riapro, e cosa ti faccio?: non ti riprendo”, questa è la risposta.

Giorno 29-04-2015 ha riaperto infatti il mio ex supermercato e del precedente organico ovviamente nemmeno l’ombra, tutta gente nuova. Stesso tragico destino è toccato anche ai supermercati di Castrovillari, Bisignano, Amantea e Rossano: “non vi preoccupate che tanto riapriremo e vi riassumeremo”.

Ditemi Voi se non è una truffa bella e buona questa, un piano studiato da tempo e nei minimi particolari. Ed è per questo motivo quindi che vi chiedo aiuto, proprio per denunciare e rendere pubblica questa losca vicenda.

 

Sapete che c’è poi? Il fatto che lo stato continua a pagarmi la mobilità ed io continuo ad essere un peso/costo per la collettività e loro invece cosa fanno? Riaprono e riassumono ad esclusivo loro piacimento senza nessun obbligo verso i precedenti lavoratori. D’altronde che ci vuole: basta cambiare una virgola alla nuova ragione sociale ed il gioco è fatto.

Peccato però che l’insegna è rimasta la stessa, che la dirigenza è rimasta la stessa, che chi era raccomandato è stato riassunto, e che per nasconderlo è stato spostato a pochi chilometri di distanza rispetto a prima, che la nuova società è composta da due ex lavoratori della dismessa società, e via discorrendo.

Avrei accettato qualsiasi offerta pur di lavorare, anche una riduzione dello stipendio, anche uno spostamento territoriale, ma nulla di tutto questo è avvenuto, senza dimenticare che non avrei avuto bisogno di nessuna formazione per riprendere a lavorare (d’altronde dopo tredici anni di esperienza da Responsabile…). Se avessi intuito la puzza della truffa che c’era in aria avrei sicuramente contrastato in tutti i modi questo licenziamento ammantato di finto buonismo, attraverso scioperi individuali e collettivi, coinvolgimento delle istituzioni ecc., ma ciò avrebbe causato ovviamente un rallentamento dei loro loschi piani.

Purtroppo mi sono fidato e ne ho pagato le conseguenze. Ho moglie e due figli a mio esclusivo carico (il primo di quasi quattro anni ed il secondo di nove mesi) mutuo e finanziamenti accesi, e tantissima rabbia credetemi, perché nessuno dovrebbe permettersi il lusso di giocare con la vita delle persone e dei lavoratori.           Distinti saluti, Francesco Calabrò.

 

Ci domandiamo, ma è legittimo questo comportamento? E se non lo è, a chi deve chiedere aiuto questo ( e gli altri) lavoratore con moglie e figli a carico? Ad un avvocato, ad un investigatore delle Forze pubbliche, ad un procuratore della repubblica,alla mafia, al Signore?

Ad Amantea abbiamo diversi omicidi seriali dell’ ambiente.

Essi non si stancano di gettare la spazzatura nei posti dove loro conviene, negli orari che torna no loro più comodi.

Le Forze dell’ordine ( ma è il caso di chiamarle ancora Forze?) non si stancano di guardare dall’altra parte per non vedere o non cercare questi incivili che continuano a comportarsi in modo illecito.

 

Che non sia il caso di chiedere al sindaco di Belmonte l’invio in missione del vigile urbano(Franco) che ha elevato centinaia di contravvenzioni per il getto di spazzatura?

E non sarebbe il caso che il sig sindaco facesse apporre un manifesto con cui ricorda che la legge 94/2009 stabilisce infatti che “le sanzioni amministrative previste dai regolamenti ed ordinanze comunali per chiunque insozzi le pubbliche vie non possono essere inferiori all’importo di euro 500”.( da http://www.terranauta.it)

 

Basta circolare sulla SS18, sulla provinciale per Potame e su tutte o quasi e strade cittadine per trovare centinaia di buste di spazzatura che vengono buttate anche dalla propria auto in movimento od in sosta.

Peraltro nessuno ci toglie dalla testa che si tratti anche di evasori fiscali.

Perché rischiare di pagare almeno 500 euro ogni santo giorno e non depositare la spazzatura davanti alla propria abitazione?

E perché non collocare le tele camerine nei posti che denunciamo essere abituali?

Ed ancora perché non pubblicare i nomi dei contravventori?

Quando viene elevata una contravvenzione al CDS essa diventa pubblica per via della esposizione del verbale, ed allora perchè non pubblicare i verbali degli incivili che sporcano il suolo, il NOSTRO suolo.

Noi siamo sua controparte e sia in una causa penale che civile abbiamo diritto a costituirci parte civile.

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