
Redazione TirrenoNews
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Togliete quei cancelli!
Domenica, 25 Settembre 2016 09:15 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaPer chi come me , salvo i quasi due anni dedicati al servizio militare, ha sempre vissuto ad Amantea ed ha avuto per sempre negli occhi le immagini dei ruderi della Chiesa di San Francesco d’Assisi
( quella di San Francesco di Paola, purtroppo non esiste più, ne alcuno- con la eccezione della associazione di Andreani- si preoccupa di saperne di più) e nelle gambe l’erta che dalla Chiesa di sant’Elia porta alla più bella memoria basso mdievalistica della nostra città, è stato una gioia seguire i lavori di restauro della Chiesa.
Una gioia quasi simile al dolore di vedere oggi in tanta bellezza e grazia due vergognosi pseudo cancelli che vietano per lo più l’accesso degli amanti dell’arte, della storia locale e degli straordinari panorami locali che si possono godere dalla collina del centro storico quando si sale verso la chiesa di San Francesco d’Assisi , la torre normanno-angioina ed il castello della regina Giovanna.
A nord, lato casa Mirabelli Centurione la ditta ha dimenticato i ruderi del cancello di chiusura che inibiva l’accesso al cantiere .
Una dimenticanza inaccettabile.
Se l’amministrazione non provvederà alla immediata rimozione, a giorni ci procureremo l’ indirizzo della ditta e rimetteremo una diffida alla sua rimozione, ovviamente segnalando la cosa a chi di dovere, tra cui la Soprintendenza , e ricordando che si tratta sicuramente di una omissione degli obblighi contrattuali.
Siamo stanchi di ricevere segnalazioni di gente che tenta di salire e trova la chiusura impropria.
Ma la principale vergogna resta quel pseudo cancello che vedete nella foto e che spesso chiuso impedisce l’acceso ai ruderi della chiesa francescana
Il paradosso è che per strada troviamo la segnaletica che indica la chiesa e questo abominevole ed ingiustificato cancello che di per se è un oltraggio.
Per fortuna che il tempo è stato più pietoso degli uomini ed il misterioso comunicato è in parte stato cancellato.
Un comunicato dove si leggeva: “L’accesso al sito archeologico di San Francesco d’Assisi è possibile tutti i giorni dalle ore 08.00 alle ore 21.00 salvo il caso di chiusura del cancello”. ???????
Che cosa diavolo significa?
E comunque ne chiederemo ragione e giustificazione.
E’ inaccettabile, in merito, il silenzio della cultura amanteana, se esiste, lo stesso che non parla della biblioteca ( per cortesia non si offendano i colti o quelli che si suppongono tali!!!!).
Così come è inaccettabile che il luogo sia reso di fatto inaccessibile o meno accessibile di quanto non lo sia stato finora.
A tutti vorrei ricordare che la sopra c’è la storia della nostra città, quella che può essere calpestata , toccata, vissuta, nel bene o nel male, e che proprio per questo DEVE POTER ESSERE calpestata , toccata e vissuta, nel bene o nel male.
Togliete i cancelli! I beni storici appartengono a tutti!!!!!!!
Ricordo a me stesso che se io ed il buon Massimo Ruggiero non fossimo saliti alla chiesa di San Francesco d’Assisi durante i primi lavori di conservazione non avremmo trovato e salvato la pietra con i due mascheroni del Dio Sole che oggi , conservati al patrimonio della nostra città, sono esposti nella chiesa di San Bernardino.
Giuseppe Marchese.
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La Unical tra le prime 400 università al mondo
Domenica, 25 Settembre 2016 08:34 Pubblicato in CalabriaCambiano i criteri bibliometrici e la Unical rientra tra i primi 400 atenei al mondo.
Lo scorso anno la Unical non rientrava nei primi 400 posti della classifica emanata dalla Times Higher Education World University Rankings.
A sorpresa invece quest’anno lo è.
Ma tante altre sono le sorprese.
Come quella che l’ ITT,ilCalifornia Institute of Technology, che perde la prima posizione, mantenuta negli ultimi 5 anni, a favore della Oxford University.
O come la Normale di Pisa, la prima italiana, che quest’anno scende in 137^ posizione, perdendo 26 posizioni rispetto a 12 mesi fa.
I primi 10 posti, ovviamente, restano appannaggio delle università americane ed inglesi con la unica eccezione del Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo che è al nono posto.
Al terzo posto della graduatoria si è confermato un altro ateneo statunitense, la Stanford University.
Al quarto posto si mantiene stabile Cambridge, al quinto il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, al sesto Harvard, al settimo Princeton, all’ottavo l’Imperial College di Londra, mentre in decima posizione a far compagnia alla University of Chicago quest’anno arriva l’University of California-Berkeley.
In Italia in seconda posizione troviamo al 190 posto la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Seguono tra le prime 200 del Times Higher Education World University Rankings 2016: l’Alma Mater di Bologna, il Politecnico di Milano e Trento;
Poi nel segmento 201-250 troviamo la Sapienza;
Nel segmento successivo 251-300 la Università di Bolzano;
In quello da 301-350 la Statale di Milano, Padova e Pavia;
Seguono nella zona 351-400 l’Università della Calabria, la Bicocca di Milano, il Politecnico di Torino, le università di Salerno, Trieste e Torino;
Gli atenei di Bari, Bergamo, Brescia, Ferrara, Firenze, Genova, Modena e Reggio Emilia, Pisa, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Verona, l’Università del Salento, la Federico II di Napoli e l’Università Politecnica delle Marche sono nelle posizioni tra la 401esima e la 450esima;
Infine Ca’ Foscari, Cagliari, Catania, Palermo, Parma, Siena, Urbino e la Cattolica di Milano si sono classificate nel segmento 501-600.
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Amantea: La "Chiazza" per ora non cade, ma a condizione.
Sabato, 24 Settembre 2016 15:22 Pubblicato in Primo PianoFinalmente arriva la nota della Protezione Civile sulla situazione di Corso Umberto primo.
Da una prima lettura sembra di poter dire che possono considerarsi venute meno le fortissime paure degli abitanti della Piazza.
Sembra, cioè ,che l’ufficio della protezione civile di Cosenza abbia escluso la necessità dello sgombero delle abitazioni compromesse.
Ma sono diverse le prescrizioni imposte.
Ve ne richiamiamo qualcuna:
-Realizzare opere di regimazione delle acque meteoriche che dovranno esser convogliate al di fuori del corpo di frana.
In sostanza si da atto che quelle esistenti non sono affatto idonee alla bisogna, anche perché quasi mai manutenzionate.
Si tratta di una grave omissione dell’amministrazione comunale in testa alla quale restano tutte le responsabilità.
-Realizzare opera di drenaggio sotterranee per il controllo delle acque di infiltrazione e delle acque di falda.
Anche in questo caso si impone che il canalone a monte sia manutenzionato e le acque avviate verso il fiume e verso il canale cd Delle monache.
Ovviamente occorrono urgenti controlli.
-verificare le reti idriche e fognarie presenti nell’area di frana e/o procedere alla loro sostituzione con tubazioni capaci di assorbire sforzi tensionali.
Si tratta di una ripetizione di una vecchia disposizione che imponeva la realizzazione di un canale a vista destinato a contenere tutte le reti.
-realizzare interventi di rifacimento della pavimentazione stradale su Corso Umberto primo, Via Nazionale, Via Sopportico e sulle altre strade che interessano il corpo di frana, al fine di evitare infiltrazioni di acque meteoriche nel sottosuolo.
-continuare e realizzare un adeguato intervento strutturale per il risanamento idrogeologico ed ambientale dell’intera area di frana.
-continuare ed estendere il monitoraggio inclino metrico e piezometrico a tutta l’area interessata dal fenomeno franoso considerata la densità abitativa della zona.
-realizzare un sistema di monitoraggio strumentale real-time procedere ad effettuare una ve3rifica strutturale sugli edifici interessati da un quadro fessurativo significativo.
Con tutto ciò, comunque, viene demandato al sindaco quale autorità comunale di protezione civile di provvedere ad effettuare idonea vigilanza in caso di fenomeni meteorologici avversi attivando le UTMC cordonate dall’Ufficio Tecnico Comunale o dal comando di Polizia Municipale , al fine delle attività indifferibili ed urgenti finalizzate a tutela della privata e pubblica incolumità, anche con ordinanze temporanee di interdizione della viabilità ed eventuale sgombero, comprese anche quelle da rischio indotto.
Tra le altre cose l’ufficio di protezione civile ha ricordato la pavimentazione :
-Di Corso Umberto Primo è costituita da massicciata di ciottoli mista a lastre di tipo porfido;
-di Sopportico Piazza è costituita da cemento attualmente fratturato e dissestato;
-di Via nazionale è costituita da un manto di asfalto con segni di danneggiamento in più parti.
E che tale realtà favorisce la infiltrazione nel sottosuolo delle acque meteoriche che alimentando la falda sotterranea provocano un aggravamento dello stato geomorfologico dell’area.
In sostanza la Piazza non è moribonda ma sicuramente non sta bene ed ha bisogno di attente e durature cure.
Non sarebbe male aprire tutti i pozzetti e pulire tutti i canali espungendo le acque che vi permangono.
E non sarebbe male nemmeno avvertire con parole semplici gli abitanti del quartiere sulla gravità della situazione franosa e sulle cautele da osservare.
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