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Redazione TirrenoNews

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Lettera aperta dei Segretari GD e PD Amantea al Sindaco della città.

 

Caro Sindaco, è arrivato il momento di uscire da questo intollerabile immobilismo, invertendo la rotta e tentando di recuperare il necessario rapporto con la città e i cittadini.

 

Continuiamo a rilevare, infatti, un profondo malcontento – da parte di cittadini, commercianti, turisti – e tanti dubbi vengono sollevati su diversi aspetti che incidono sulle prospettive della città (le potenzialità del bilancio e la consistenza dell’organico comunale, giusto per fare qualche esempio, su cui la città si interroga).

 

Preme sottolineare che in data 31 maggio hai pubblicamente assunto impegni precisi rispetto a puntuali proposte/richieste elaborate nel Partito.

 

Tra queste, tre priorità - che a parole hai condiviso - per provare a connotare un progetto di sviluppo per Amantea e Campora:

1) Lungomare (ripristino delle risorse per l’esecuzione dell’opera - anche in linea a quanto richiesto dalle centinaia di persone firmatarie di una petizione popolare - per dare avvio alle procedure per la realizzazione di un’opera capace di far leva sulle politiche turistiche e, conseguentemente, sulla nostra economia e sul nostro sentiero di sviluppo);

2) Centro storico (riqualificazione delle vie d’accesso, messa in evidenza dei percorsi storici, cura degli spazi, programmazione di eventi culturali e di rievocazione storica);

3) Decentramento dei servizi comunali (anagrafe, protocollo e tributi) e interventi specifici su Campora San Giovanni (messa in sicurezza di un accesso al mare e riqualificazione dell’area mercato).

Sono passati oltre cento giorni – termine naturale per un primo consuntivo – e constatiamo che davvero nulla è stato fatto in questa direzione.

In politica gli atti hanno la stessa valenza delle precise volontà.

 

E se una voce non trova orecchio attento per essere ascoltata, va da se che il dialogo diventa una sterile formalità senza benefici per i cittadini e la città. Che è ciò che invece ci sta più a cuore.

Non si fa un torto a nessuno dicendo che il Partito e la Città si aspettano atti di concreta discontinuità ed azioni volte a modificare una situazione che sta generando insofferenza e insoddisfazione.

Con i più cari saluti

Amantea, 28 settembre 2016

Enzo Giacco – Segretario PD Amantea

Stefano Spina – Segretario GD Amantea

Come noto il giudice del Lavoro di Catanzaro, Laura Orlando, ha stabilito l'illegittimità della procedura con cui un dirigente regionale fu sostituito prima della scadenza del contratto.

 

A volerlo i politici regionali.

Ora la regione deve pagare i danni al dirigente licenziato.

Perché mai si chiedono i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela se l’errore è degli assessori regionali e del presidente Mario Oliverio.

 

Troppo comodo.

Per questo i due deputati del M5s annunciano “ un nostro esposto alla Corte dei conti perché gli oltre 600 mila euro che la Regione Calabria deve sborsare per i licenziamenti illegittimi di alcuni dirigenti siano pagati dagli assessori responsabili e dal presidente Mario Oliverio».

 

Va ricordato che la vicenda è analoga a quella, sempre recente, di un altro ex dirigente della Regione Calabria, già condannata a pagare.

Concludono Dalila Nesci e Paolo Parentela: «Si tratta dell'ennesima dimostrazione dell'incapacità di gestione del governatore Mario Oliverio, che, malgrado le tante poltrone occupate nella sua trentennale carriera politica, ora giunta al termine, ha commesso a riguardo un errore marchiano». Poi proseguono «La Corte dei conti dovrà procedere contro i responsabili dell'ennesima beffa a danno dei cittadini.

Nel frattempo Oliverio dovrà spiegare perché non ci sono più soldi nelle casse regionali: dalla “bollitura” di Calabria Verde ai misteri della Fondazione Terina, sempre a discapito dei lavoratori, sino al mancato recupero di quei milioni che alcuni imprenditori incassarono, negli anni d'oro, pur senza le assunzioni pattuite».

 

Infine i deputati concludono «La Calabria deve andare al voto al più presto. Oliverio paghi di tasca propria le nomine degli amici e non con i soldi dei calabresi.

Poi potrà dedicarsi a una lunga e religiosa meditazione, tra le montagne della Sila, sulle importanti occasioni che ha bruciato» .

Se occorreva una ennesima dimostrazione della incapacità della gestione della sanità calabrese, eccola.

Ce la riferisce nientemeno che il professor Franco Pacenza scelto dal professor Mario Oliverio

per le sue alte capacità politiche e gestionali della sanità calabrese.

Ed infatti il professor Pacenza ha partecipato ai lavori della Commissione Salute della Conferenza Stato-Regione, che, come previsto, ha preso oggi in esame i saldi di mobilità sanitaria per gli anni 2014 e 2015, ponendo a base i dati consolidati e già erogati dell'anno 2013.

E la commissione ha scoperto che la regione Calabria ha speso 19 milioni di euro in più rispetto al 2013.

In sostanza aumenta, quindi, il trend negativo della mobilità sanitaria calabrese.

Niente di strano considerata la in efficienza ed insufficienza della sanità in Calabria.

Il problema è che il professor Pacenza sembra non averlo capito.

Non ha capito che se per ricoverarsi in ospedale , spesso, se non sempre, occorre almeno una forte raccomandazione da parte del medico pubblico che prima effettua una visita a pagamento occorre andare fuori dalla Calabria.

Non ha capito che se per fare una mammografia occorrono 6 mesi i Calabresi DEVONO andare fuori dalla Calabria.

Non ha capito che se per fare una colonscopia occorre aspettare 8 mesi i Calabresi non possono che andare fuori dalla Calabria.

Non ha capito che l’alternativa in Calabria in queste condizioni è quella di rivolgersi al sistema sanitario privato a pagamento e che se bisogna pagare 200-300 euro per un esame di cui si ha bisogno urgentemente è più facile telefonare ad un parente nel centro nord Italia e fissare un esame entro pochi giorni od al massimo un mese in strutture pubbliche o private convenzionate e spendere 100 al massimo 100 euro di viaggio.

Ma la cosa assurda è che invece di dotare di medici pubblici gli ospedali ed i poliambulatori i grandi ed incommensurabili gestori della sanità calabrese pensano di adottare vergognosi palliativi.

Ve ne anticipiamo qualcuno.

Per esempio invece di crescere le ore degli specialisti si sta pensando di ridurre il tempo delle visite ripetendo, cioè, la storia di Guido Tersilli ( da Il medico della mutua) che con 3000 mutuati non potendo dedicare agli stessi più di 5 minuti collassa e finisce in ospedale per essere curato dai medici i quali ha fregato i mutuati.

Per non morire, Allora scappa.

Ed i calabresi fanno lo stesso.

Per non morire scappano.

D’altro canto , nessuno si illuda, prima o dopo capiterà anche al Professor Pacenza , al professor Oliverio ed agli altri politici calabresi responsabili di questo disastro.

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