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Nessun TG pubblico o privato e nessun grande giornale sta ricordando agli italiani che dal 1 gennaio 2019 ben 1338 ex parlamentari si sono visti ridurre il vitalizio.

Uno per tutti il “povero” Paolo Cirino Pomicino il cui vitalizio sarebbe passato da circa 4500 euro, ridotte ora a circa 2500.

2500 euro sarebbe corrispondente quello che ha versato.

Parliamo di Paolo Cirino Pomicino perchè è stato uno dei più agguerriti avversari del taglio dei vitalizi, sostenendo che“Il vitalizio non è una pensione.

Ma quando fu introdotto negli anni Sessanta, i padri costituenti erano viventi e compresero che la libertà dei legislatori doveva essere garantita anche sul piano economico nel presente e nel futuro, senza arricchimenti ma con la dignità pari alla funzione svolta“.

Tuttavia Pomicino che non è tra i parlamentari che hanno fatto ricorso contro la delibera del presidente Fico che inserisce il ricalcolo degli assegni percepiti da tutti i parlamentari col metodo contributivo, non spiega che centra la libertà dei legislatori quando sono fuori dal parlamento e non sono più legislatori!

Ci chiediamo che tipo di reazione porranno in essere coloro che finora intoccabili ora diventano cittadini qualunque.

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Amici oggi vi voglio raccontare una vicenda a dir poco incredibile e sensazionale accaduta ad un uomo di 74 anni di un piccolo paese della Provincia di Avellino.

Una storia inspiegabile alla quale neppure i medici sanno dare una risposta.

Ma ecco i fatti.

Mario Lo Conte, un signore in pensione, di 74 anni, dopo aver lavorato tanti anni in Svizzera facendo l’imbianchino e tanti altri lavoretti ritorna nel suo paese natale.

Non è sposato e vive insieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle.

L’altro giorno è uscito di casa per fare la spesa quando si è sentito improvvisamente male.

Chiamata un’ambulanza del 118 è stato trasportato al pronto soccorso del vicino presidio ospedaliero Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino.

Ricoverato all’ospedale i medici hanno subito constatato che per il malcapitato non c’era più nulla da fare e hanno suggerito ai parenti accorsi al suo capezzale di riportarlo a casa perché ormai era deceduto.

E così hanno fatto e nello stesso tempo hanno avvisato il sacerdote per dare l’ultima benedizione al defunto e per celebrare la Santa Messa il giorno successivo.

Hanno fatto confezionare le corone dei fiori e hanno avvisato pure una Agenzia di pompe funebri per la bara, per i manifesti da affiggere e per il loculo al cimitero.

Ma Mario non era morto, era ancora in vita.

Quella di Mario era una morte apparente.

Infatti ad un certo punto Mario si sveglia e i parenti, i conoscenti, gli amici che si erano radunati intorno alla salma per vegliarlo gridano al miracolo.

Mario, tra la sorpresa generale, non solo ha aperto gli occhi ed ha parlato, ma si è alzato finanche dal letto e ha detto a tutti che piangevano e si disperavano: - Ohè!

Cosa è tutto questo trambusto?

Non sono ancora morto.

Sono vivo-.

I parenti hanno dovuto subito disdire tutti i preparativi per il funerale.

Ora Mario si trova in un letto dell’ospedale di San Giovanni Rotondo e spera di guarire al più presto e tornare a casa tra l’amore dei suoi cari.

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Con l'accusa di corruzione e abuso d'ufficio, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Trapani, hanno arrestato all'alba di oggi il vicesindaco di Erice Salvatore Angelo Catalano, che è ai domiciliari. L'arresto è avvenuto nell'ambito di una inchiesta condotta dai carabinieri sulle vicende amministrative del piccolo Comune di Erice. Nei giorni scorsi sono stati anche sequestrati atti e documenti.

 

Le indagini "hanno permesso di accertare", come afferma il Gip nel provvedimento, “una pluralità d'illeciti attuati da Catalano, con spregiudicatezza e disprezzo verso l'amministrazione d'appartenenza, derivante dal fatto che, essendo ormai abituato al potere ed a servirsi del proprio ruolo, ha realizzato interessi personali e privati, ritenendosi al di sopra della legge, tanto da non temere verifiche e controlli”. In queste condotte illecite, "ricorrendo all'inganno e mettendo in secondo piano il pubblico interesse, in concorso con taluni appartenenti all'amministrazione comunale ericina, nonché alcuni consiglieri comunali, Catalano manipolava imprenditori che, pur di accaparrarsi appalti per conto dell'amministrazione, distoglievano risorse pubbliche per gli interessi personali di Catalano o per quelli di taluni consiglieri comunali vicini allo stesso".

Alcuni imprenditori, "a discapito di altri", erano soliti "aggiudicarsi direttamente lavori pubblici con assegnazione diretta, giustificata da una situazione di disagio e d'urgenza, artatamente predisposta per l'occasione". "In particolare, Catalano, abusando della sua funzione, esercitava pressioni sul dirigente del settore lavori pubblici al fine di far aggiudicare i lavori di manutenzione della rete di illuminazione pubblica ad un'impresa, dallo stesso sponsorizzata, in spregio ai doveri di imparzialità e buona amministrazione e al principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti", scrive il gip.

In un'altra occasione, Catalano "su istigazione di un consigliere comunale, violando i suoi doveri d'imparzialità e buona amministrazione ed invadendo la competenza dei dirigenti amministrativi, esercitava poteri che non gli competevano, dando disposizioni ad un imprenditore titolare di un'impresa, che stava eseguendo lavori per l'amministrazione ericina in tutt'altra zona del territorio comunale, di interrompere quei lavori e realizzare opere di abbattimento di una barriera architettonica presente nello spazio di marciapiede antistante il bar di proprietà di un congiunto del consigliere comunale, facendo sostenere l'intero importo al Comune", come scrive ancora il gip del Tribunale.

"La contropartita al solerte operato di Catalano era stata poi determinata dal consigliere comunale che, pur avendo un impedimento fisico, era stato immancabilmente chiamato a votare a favore del “piano rifiuti” predisposto in quel periodo dall'amministrazione comunale". "Atto questo di particolare valenza politica per la maggioranza di governo dell'Ente", dice il giudice. Catalano, espletate le formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari, con l'utilizzo del braccialetto elettronico, presso la propria abitazione a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

Adnkronos

Foto tp24

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