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manciniiiDopo pochissimi giorni in cui Roberto Mancini, il Commissario Tecnico della nostra nazionale di calcio, ha dato le dimissioni, ecco la notizia bomba che ha lasciato molti sportivi basiti, ma che alcuni giornalisti sportivi se l’aspettavano e che avevano pronosticato. Ha lasciato la nazionale di calcio per due motivi. Primo perché con la nazionale e i suoi dirigenti non c’era più feeling dopo il fallimento, il flop totale del Qatar 2022. L’Italia pallonara sconfitta dalla Macedonia del Nord e addio ai mondiali come ai tempi di Ventura. Secondo: allenando la nazionale saudita guadagnerà oltre trenta milioni di euro all’anno. Molti soldi. Sono tanti. E i soldi, evidentemente, al nostro ex commissario tecnico, piacciono tanto. Al mio paese si dice che i soldi fanno vedere finanche i ciechi. Adesso abbiamo capito quali erano i veri motivi personali per cui aveva rimesso il suo mandato, fallimentare sotto tutti i punti di vista. Se la nazionale italiana perde una partita decisiva in casa, giocata a Palermo, e con una nazionale di quarta fascia come la Macedonia del Nord, per me è un fallimento totale. Per anni tutti a parlare bene di Mancini, del suo modulo di gioco e per aver fatto giocare giovani calciatori rilanciandoli nel panorama calcistico internazionale, ma poi i risultati, malgrado abbia vinto più di trenta partite giocate con nazionali inferiori, sono stati davvero fallimentari. Fatta eccezione la partita vinta ai rigori con l’Inghilterra graziealle parate strepitose del portiere Donnarumma e che parate! disse l’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi e agli errori dal dischetto da parte dei giocatori inglesi. Ha vinto Mancini il Campionato Europeo. Ma una rondine non fa primavera. Doveva essere allontanato subito dopo la débâcle della nostra nazionale con la nazionale della Macedonia del Nord. I massimi dirigenti che governano il nostro calcio non l’hanno fatto e ora beccatevi questa: Mancini lascia la nazionale in balia delle onde minacciose alla vigilia di due importantissime partite da giocare per la qualificazione agli europei del 2024. Tradisce l’Italia per i soldi arabi, questo bisogna dire e scriverlo a caratteri cubitali sui giornali. Allenerà la nazionale saudita e porterà con sé anche i suoi fidati collaboratori, non quelli che il Presidente Gravina gli aveva assegnato. E malgrado ciò, i nostri giornali sportivi, ogni giorno, gli dedicano pagine e pagine. Avrà come primo obiettivo il mondiale nordamericano del 2026 e la Coppa d’Asia in Qatar. Se i risultati saranno come quelli della nazionale italiana alla fine ne vedremo delle belle e così, tutti coloro i quali per lunghi 5 anni hanno incensato un commissario tecnico fallimentare, dovranno scrivere: abbiamo sbagliato, Roberto Mancini come Ventura, un fallimento, un flop. Ora, però, mi aspetto che le dimissioni del commissario tecnico vengano anche emulate da parte dei dirigenti federali. Difficilmente accadranno.

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cravattaAlcuni anni fa Elio e le Storie tese cantavano al Festival di San Remo: La terra dei cachi. Italia sì, Italia no. Oggi i parlamentari italiani prima di andare in vacanza cantano in coro sì La terra dei cachi, ma al posto dell’Italia hanno introdotto la parola “cravatta”. Cravatta sì, cravatta no, ma sempre terra dei cachi. La giornata parlamentare del 3 agosto 2023, prima della pausa estiva e della Camera dei Deputati chiusa per ferie, verrà ricordata non per la discussione degli armamenti, della guerra in Ucraina, del caro benzina e del caro voli, del decreto riguardante i taxi, della legge sul bilancio, della legge sull’autonomia differenziata, della legge sulla riforma della Giustizia e del salario minimo, della legge sui vitalizi parlamentari, sul reddito di cittadinanza abrogato, ma sul Dress code. Ma cos’è? Non è una cosa che si mangia. E’ in lingua inglese e i nostri parlamentari la usano per non far capire nulla agli italiani. Vuol dire: Codice di abbigliamento. In parole povere e comprensibili a tutti, a quelli che la lingua inglese la masticano un po’ e pure a quelli che l’invasione di parole straniere dà fastidio, in Parlamento si è discusso della proposta avanzata dal Deputato dei Fratelli d’Italia Caiata: I Deputati, i dipendenti, i visitatori dovranno indossare sempre la cravatta e niente sneakers. Cravatta sì, cravatta no: La terra dei cachi, questo è il problema. Alla maggioranza degli italiani, ai lavoratori, ai pensionati, ai precettori del reddito di cittadinanza, alle casalinghe, alle badanti, ai giovani disoccupati e a quelli in cerca di prima occupazione, ai senza casa, alla gente comune, queste argomentazioni non sono piaciute. Sono indignati. C’è gente che ha perso il lavoro, c’è gente che ha perso il reddito di cittadinanza ed ora non sa cosa fare, c’è la benzina che ha superato 2 euro al litro, c’è la pioggia, la grandine e il vento che stanno flagellando alcune città del Nord Italia, ci sono paesi e borghi che ancora soffrono l’alluvione dei mesi scorsi, c’è gente che davvero non arriva a fine mese, ma nella Camera dei Deputati si perde del tempo per discutere se bisogna sempre indossare giacca e cravatta.Finalmente qualcosa di concreto per gli italiani! Ma non si vergognano neanche un po’ di discutere di cravatte, di scarponi, di stivali, di scarpe da ginnastica, quando in Italia ci sono davvero tantissimi gravi problemi e molto più seri da risolvere. La benzina aumenta, caos negli aeroporti, alcune regioni italiane bruciano, altre sono invase dalle acque, i raccolti sono distrutti dalla grandine, alberi abbattuti, case scoperchiate e macchine distrutte, campi allagati e la Camera dei Deputati pensa ad altro, pensa alle cravatte e al Deputato Soumahoro che entra in aula con gli stivaloni sporchi di fango. Cosa direbbe il grande Totò se fosse ancora in vita? Ma mi faccia il piacere!

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castelloppQuest’anno, dopo la parentesi del Covid che, ha lasciato grandi tracce e strascichi (morti, locali commerciali chiusi, fabbriche emigrate altrove e perdite di lavoro), il nostro amato paese lentamente si sta riprendendo ed è stato invaso da migliaia di turisti stranieri, la maggior parte americani. Gli stranieri vanno pazzi per il nostro paese non solo per le opere d’arte che custodisce, per i monumenti, le chiese, i luoghi archeologici, ma anche per gli spaghetti, la pizza e il mandolino. Per i nostri mari e le nostre spiagge di Rimini, Riccione, Cattolica, Portofino, Gargano, Salento, Gallipoli, Capri, Ischia, Procida, Sorrento, Amalfi, Tropea, Soverato, Scilla, Taormina, Cefalù, Mondello.

Un boom così nessuno se lo aspettava. E a dire il vero non ci siamo preparati a dovere. I turisti stranieri lo hanno compreso abbastanza e dopo aver visitato le principali città d’arte come Roma, Firenze, Pisa e Venezia, tornando poi nei loro paesi d’origine con entusiasmo e a volte con ironia, ma anche con sarcasmo raccontano sui social e sui giornali come hanno vissuto le vacanze in Italia e a volte le loro tristi avventure ( ritardi dei treni e degli aerei, cibo nei ristoranti scarso, scippi, rincari nei bar e negli alberghi, mancanza di manutenzione delle strade, immondizia dappertutto, acqua che fanno pagare nei ristoranti, negozi e bar chiusi per ferie durante i mesi estivi, bagni introvabili nelle grandi città e in stato di abbandono in alcuni treni regionali, etc.). Negli Stati Uniti d’America l’acqua è gratis. E’ quella del rubinetto, però. Non è acqua minerale. Quei cartelli appesi sulle vetrine dei negozi “Chiusi per ferie” li rattrista, danno loro molto fastidio. Ma come, dicono, gli italiani si lamentano che c’è poco lavoro e poi quando c’è davvero da lavorare chiudono i negozi per ferie. Se ne vanno al mare o in montagna, anche loro hanno diritto al riposo e allo svago. L’Italia è invasa dai turisti, però non siamo del tutto contenti. A noi piace lamentarci. Il detto napoletano calza a pennello: chiagnano e fottano. Noi italiani siamo maestri nell’arte di “Chiagni e fotti”. Sono troppi gli stranieri che arrivano in Italia, deturpano a volte il paesaggio, imbrattano vie e strade, finanche le mura del Colosseo e degli scavi archeologici di Pompei. Non siamo contenti. Fa freddo e vogliamo il caldo, piove e vogliamo il sole, il sole picchia perché siamo in estate e vogliamo il freddo, la neve e il gelo. Valli a capire questi italiani! Poi, però, quando gli stranieri vanno in vacanza altrove e preferiscono la Spagna, la Francia, la Grecia e la Croazia, giù critiche a non finire contro gli albergatori, i ristoratori, i negozianti, gli amministratori locali, il governo, i Ministri del Turismo perché non hanno saputo accogliere nel modo adeguato gli stranieri. Non hanno saputo fornire servizi necessari come accoglienza, pulizia e ordine. In molte città mancano bagni pubblici, luoghi di sosta, spazi per picnic, panchine dove riposare, strade sicure per passeggiare e fare shopping. Poi, però, multiamo gli stranieri se siedono sui gradini delle chiese e dei monumenti nazionali, fanno il bagno nella Fontana di Trevi, consumano un panino tra le rovine del Colosseo e degli scavi di Pompei, buttano bottiglie nella Barcaccia di Piazza Navona, buttano per terra i mozzoni di sigarette e i sacchetti di plastica o se fanno la pipì lungo le strade affollate. Sono troppi i turisti? Ci lamentiamo. Sono pochi i turisti che vengono a visitare il nostro paese? Ci lamentiamo. I turisti sono una ricchezza. Portano soldi. Danno da mangiare e da vivere a milioni di persone. La nostra economia se ne avvantaggia. Il turismo in Italia ha una incidenza sul PIL del 7% e di due milioni di occupati. Ogni anno le nostre strutture ricettive accolgono milioni di persone con circa 350 milioni di pernottamenti negli alberghi. I turisti, però bisogna anche dirlo, oltre alla ricchezza portano dei disagi specie a quella parte della popolazione che non benefica del turismo e che a dire il vero sono la maggioranza del paese. Allora bisogna eliminare questi disagi. Il compito è dei Sindaci delle grandi città d’arte. Alcuni esempi: l’aumento dei prezzi dei servizi pubblici, l’aumento dei generi alimentari, l’aumento degli alberghi, nei bar e nei ristoranti, il traffico caotico nelle città invase da grandi pullman, i suoni assordanti, la sporcizia nelle strade, i cassonetti della spazzatura pieni, i marciapiedi e le strade letteralmente invase da folla variopinta e vociante, la vendita di sostanze alcoliche durante le ore notturne. Qualcosa va fatta e qualcosa si sta facendo. Non basta. Per migliorare questo turismo di massa, perché volente o nolente, questi turisti portano reddito e benefici al paese, bisogna agire subito.

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