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Un passaggio epocale, importante in questa fase forse più per il suo valore simbolico. Perché fino a qualche anno fa era impensabile immaginare che si sarebbe arrivati a coltivare, in Italia, cannabis per produrre farmaci.

stabilimento

Oggi, invece, coltivare i semi di canapa per finalità curative è del tutto legittimo; e rientra anzi in un programma che lo Stato italiano sta portando avanti da diverso tempo per consentire un più facile reperimento sul mercato nostrano dei farmaci cannabinoidi.
Si tratta di un programma sperimentale portato avanti da ministero della Salute e ministero della Difesa, in base al quale si è data l’opportunità di coltivare, solo presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (SCFM) di Firenze e sotto stretta sorveglianza dello Stato, alcune piantine di cannabis per produrre farmaci.
Le patologie per le quali l’utilizzo della cannabis è consentita sono diverse; si parla soprattutto di terapia del dolore associato a malattie gravi come sclerosi multipla, tumori, lesioni al midollo spinale, Hiv. I farmaci cannabinoidi sono inoltre prescritti anche come stimolanti per perdita dell’appetito, anoressia, cachessia o come cura del glaucoma.
Ad essere numerosi sono anche i pazienti che potrebbero beneficiare di cure con farmaci cannabinoidi e che oggi sono costretti ad attendere tempi lunghissimi per ottenere questi medicinali, importati dall’estero a cifre considerevoli. Costi che vanno a pesare sulle casse statali del SSN, e quindi a carico della collettività.
Ecco allora che avendo analizzato tutti questi fattori di criticità si è deciso di dar vita a questo progetto sperimentale che è giunto, adesso, nella sua fase cruciale.

 

Sta per arrivare il momento tanto atteso del raccolto: il primo di cannabis medica interamente prodotta in Italia.
Dalle talee curate nell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze stanno per vedere la luce i primi 10 chili di sostanza che verrà utilizzata per dar vita ai farmaci: entro fine anno si arriverà ad una quantità complessiva di 50 chili.

Un quantitativo che verrà smistato alle farmacie, sia quelle ospedaliere che quelle territoriali, che provvederanno poi a distribuire il farmaco ai pazienti che ne avranno necessità ad un prezzo finale di circa 10 euro al grammo.

Superata questa fase sperimentale, quando la produzione entrerà a pieno regime, si pensa di arrivare a produrre tra i 100 e i 200 chili all’anno di cannabis destinata a scopi curativi. Numeri non da poco, e che nel giro di alcuni anni potrebbero arrivare a rendere l’Italia assolutamente autonoma, evitando così di dover importare il farmaco dall’Olanda.

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L’Ispra ha appena emanato l’XI rapporto degli Indicatori del Clima in Italia, che illustra l’andamento del clima nel corso del 2015 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia.

 

La sintesi è drammatica.

Il rapporto è il frutto degli indicatori di temperatura e di precipitazione derivati da circa 1.100 stazioni distribuite sull’intero territorio nazionale.

Il rapporto sottolinea che «dal punto di vista termico il 2015 ha segnato il nuovo record della temperatura media annuale», record che finora apparteneva al 2014 e che probabilmente sarà di nuovo superato una volta concluso il 2016.

 

In Italia la temperatura media globale è stata di +1.58°C.

In sintesi distinguendo tra macro-aree geografiche, l’anomalia della temperatura media annuale «è stata in media di +2.07°C al Nord, +1.70 al Centro e +1.28°C al Sud e sulle Isole».

 

Non a caso i nuovi record di temperatura sono stati registrati «soprattutto sulle regioni settentrionali e sulle stazioni in quota dell’arco alpino».

«Dal 1986 l’anomalia termica media globale sulla terraferma è stata sempre positiva. Tutti gli anni successivi al 2000 ed il 1998 sono i più caldi dell’intera serie storica».

Caldo record quindi soprattutto nelle regioni settentrionali, e precipitazioni in calo.

Siccità al nord ed eventi estremi al Sud.

Al Nord e al Centro il 2015 è stato nettamente meno piovoso della norma (rispettivamente -21% e -17%), al Sud e sulle Isole pressoché nella norma».

Anche se in questa “norma” rientra ormai anche un’impennata degli eventi climatici estremi: seppur rimanga difficile «identificare in modo inequivocabile la presenza di trend nei dati delle serie locali di intensità pluviometriche su brevi intervalli di tempo», è un dato di fatto che le precipitazioni sono state mediamente inferiori alla norma quasi ovunque «con la notevole eccezione della Sicilia, che è stata teatro di un numero significativo di eventi estremi, soprattutto nel mese di ottobre.

Altri episodi di precipitazione molto intensa e spesso concentrata in poche ore hanno interessato, nel corso dell’anno, diverse regioni italiane, consolidando la percezione di una tendenza all’aumento della frequenza e della intensità di eventi estremi».

I cambiamenti del clima e il riscaldamento globale non rappresentano, quindi, più una prospettiva lontana nel tempo e nello spazio ma una realtà con cui gli italiani stanno già facendo i conti, pagando un prezzo più salato rispetto alla media globale.

 

Il 2015 si colloca infatti al 1° posto dell’intera serie dal 1961, superando i precedenti record del 2014 e del 2012. Negli ultimi 20 anni l’anomalia media è stata sempre positiva».

Si salva la zona Tirrenica dell'Hinterland Amanteano che vanta sia il mare, sia la collina di Potame, raggiungibile in pochi minuti, dove la temperatura è mediamente più bassa di 6-8-10 gradi centigradi.

 

Bene gran parte della costa tirrenica calabrese con le colline prossime al mare.

Della serie #tantopersopravvivere.

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Bari. Due treni regionali della Ferrotramviaria si sono scontrati per cause ancora da chiarire.

E' accaduto verso le 11: sul posto ambulanze, vigili del fuoco e Polizia Ferroviaria.

L'impatto è avvenuto nelle vicinanze di una curva.

Sul luogo del disastro sono immediatamente arrivati gli agenti della PolFer assieme a numerose ambulanze del 118 e vigili del fuoco con alcuni mezzi a terra e in volo.

In azione anche gli elicotteri dei Carabinieri.

Presenti anche i magistrati della procura di Trani e il questore di Bari, Esposito.

Allestito ospedale da campo. Subito dopo l'incidente, i feriti sono stati trasportati negli ospedali più vicini, da Corato a Trani ad Andria, Barletta e Bisceglie.

A Corato sono giunti il ministro e il viceministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio e Riccardo Nencini.

Previsto, in serata, l'arrivo del presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

 

 

 

Delrio ha commentato così l'incidente: "L'impatto è stato violentissimo: abbiamo inviato gli ispettori sul posto e sarà istituita una commissione d inchiesta sulle cause della tragedia".

Si indaga per stabilire le cause dell'incidente, avvenuto in un tratto a binario unico e in aperta campagna, non semplice da raggiungere dai soccorritori.

Alcune carrozze sono state completamente distrutte dalle schianto.

Il treno giallo, di nuova fabbricazione, viaggiava verso Andria mentre il convoglio più vecchio era diretto a Corato.

L'impatto è avvenuto nelle vicinanze di una curva.

Tra le vittime vi sarebbero anche un funzionario di polizia e almeno un minorenne.

Appello da parte dei soccorritori a medici e infermieri: "Serve sangue al più presto”.

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