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Ancora una volta, a distanza di soli cinque mesi, ci dobbiamo occupare di un crollo di un cavalcavia avvenuto nelle Marche vicino Castelfidardo tra Loreto e Ancona mentre alcuni operai stavano eseguendo lavori sul ponte per l’ampliamento della carreggiata.

 

Ci sono stati due morti, due coniugi Emidio e Antonella Diomede, che viaggiavano su un’auto che stava percorrendo l’autostrada e tre feriti.

 

Erano operai del cantiere, tutti e tre di nazionalità romena.

Le loro condizioni, grazie a Dio, non sono molto gravi, anche se caduti da un’altezza di oltre sette metri sopra le macerie.

Il crollo si è verificato verso le 13, forse per un cedimento di alcuni piloni di sostegno.

C’è tanto dolore e rabbia in questo tragico incidente che avrebbe potuto avere conseguenze peggiori se gli automobilisti che percorrevano l’autostrada non si fossero accorti del pericolo in tempo.

Dolore perché ci sono state due vite spezzate e tre feriti, rabbia perché l’autostrada doveva essere chiusa per questioni di sicurezza mentre si eseguivano i lavori.

 

Provvedimento adottato immediatamente dopo l’incidente che ha mandato letteralmente in tilt la circolazione con ingorghi chilometrici e obbligatorie deviazioni.

Anche cinque mesi fa ci siamo occupati di un altro crollo avvenuto in Provincia di Lecco dove perse la vita un pensionato Claudio Bertini di 68 anni, schiacciato nella sua auto.

Il cedimento di quel cavalcavia allora si verificò al passaggio di un TIR da oltre 108 tonnellate che trasportava bobine di acciaio.

Il crollo del cavalcavia nelle Marche invece è avvenuto perché era in fase di ristrutturazione e si stava provvedendo a innalzarlo per permettere l’ampliamento della carreggiata a tre corsie.

Evidentemente durante la fase di innalzamento qualcosa è andata storta e i piloni che lo reggevano hanno ceduto.

 

Secondo l’Autostrade per l’Italia si è trattato di un tragico incidente non prevedibile “determinato dal cedimento di pile provvisorie su lavori di innalzamento del cavalcavia necessari per ripristinare l’altezza dell’opera rispetto al nuovo livello del piano autostradale”.

Qualche cosa, però, non ha funzionato a dovere, altrimenti il cavalcavia non sarebbe crollato.

E quello che è successo poteva essere evitato.

Bastava chiudere l’autostrada.

E come previsto anche questa volta il Ministro dei Trasporti da Roma ha inviato degli Ispettori per verificare e analizzare quanto è accaduto e perché.

E la Procura ha aperto un’inchiesta.

Si procede per omicidio colposo plurimo a carico di ignoti.

L’inchiesta finirà, come le altre, in una bolle di sapone.

Nessun colpevole.

E sempre le stesse cose.

Ma nel frattempo la gente continua a morire per negligenza di qualcuno nelle nostre autostrade.

E’ un paese che lentamente si sbriciola e va a pezzi.

In questo nostro martoriato Bel Paese colpito regolarmente da alluvioni, terremoti, mareggiate, smottamenti, crolli di cavalcavia, avvengono cose che non dovrebbero succedere.

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pretagliati

Il tuo biglietto da visita dice “chi sei”: scopri i segreti per realizzarlo con poche semplici mosse. Il biglietto professionale “fai da te” ti consentirà di risparmiare e di mettere alla prova la tua creatività, secondo i tuoi gusti.

 

Il biglietto da visita è uno strumento molto importante per presentarci agli altri e, soprattutto, per lasciare un’impronta visibile. Basti pensare che nel biglietto da visita ci sono i nostri dati personali. Se sicuramente il contenuto è quello che conta ed è importante che sia mirato, anche l’estetica è fondamentale per lasciare il segno. Chi riceve il nostro biglietto da visita deve ricordarsi di noi.

 

Realizzare un biglietto da visita “da soli” è facile e ci consentirà di ridurre notevolmente i costi. Scopriamo come realizzarlo da soli, dal nostro computer. Ci bastano poche cose ma indispensabili: un computer, un programma per la realizzazione dei biglietti, la carta adatta per la nostra stampa, la taglierina e la stampante. Niente di più facile. L’ingrediente che può fare la differenza poi, sarà la vostra creatività.

 

Basta avere Publisher o Photoshop (o altri programmi simili gratuiti) sul computer per poterci cimentare nella creazione del nostro biglietto da visita professionale. Si tratta di programmi presenti sulla maggior parte dei computer o che si possono comunque trovare facilmente. E, soprattutto, che agevolano il lavoro e danno anche tante idee.

 

Importante poi è la scelta della carta dove stampare i tuoi biglietti da visita. Comprare ad esempio i fogli già pre-tagliati può avere i suoi vantaggi - in quanto perderete molto meno tempo e sarà più semplice dividere i vostri biglietti da visita - ma anche i suoi contro, in quanto non sempre la qualità è proprio delle migliori. Un risultato migliore di solito si ha invece con la carta di alta grammatura anche se poi si dovrà procedere a tagliare con una taglierina

 

Infine la stampante. Senza quella, ovviamente, non possiamo trasformare il nostro prodotto grafico in un vero e proprio bigliettino da visita professionale tangibile. La qualità del nostro bigliettino da visita dipenderà anche dalla qualità della nostra stampante (oltre che, come abbiamo già detto, dalla scelta della carta).

 

La cosa importante, quando si sceglie lo stile del proprio biglietto da visita, è sempre ricordare che è uno dei primi passi, uno strumento che parla alla persona che avete di fronte a voi e di conseguenza, deve rispecchiare la vostra professione, ma anche voi stessi ed il vostro stile, in modo tale da fare buona impressione.

 

Infatti, spesso si dice che una prima impressione non dà mai una seconda opportunità e questa effettivamente è una cosa fondamentale da ricordare, in quanto il biglietto da visita dà proprio “quel qualcosa in più” che ci rende professionali e contribuisce a creare la nostra immagine pubblica, non solo con chi abbiamo di fronte ma anche nei confronti di altre persone che riceveranno, in un modo oppure nell'altro, il nostro bigliettino da visita e sceglieranno di contattarci per i nostri servizi. La procedura e tutti i passaggi, così come spiegato, rendono semplice la realizzazione di un biglietto da visita fai da te e ovviamente, rendono anche l'intera operazione molto più economica: ciò non guasta e vi aiuterà ad ottimizzare le vostre risorse.

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Ci scuserà Ilsole24ore se diffondiamo il seguente articolo di Sara Monaci.

 

E’ assolutamente importante che anche i nostri lettori sappiano:

“Inchiesta Consip: fuga di notizie, revocate le indagini al Noe

di Sara Monaci

ROMA - Le informazioni «segrete» sull’inchiesta Consip erano «oggetto di conversazioni nelle stanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri». Lo dicono gli atti giudiziari. Che precisano come sia stata «allarmante la facilità con cui queste informazioni, che dovrebbero essere caratterizzate da assoluta segretezza, erano, di fatto, diventate oggetto di conversazioni nei Ministeri... quasi alla stregua di chiacchiere da bar». L’allora sottosegretario Luca Lotti «sapeva su attività investigative» relative alla stazione appaltante della Pubblica amministrazione.

È anche questo il motivo per cui ieri il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone ha deciso di togliere la delega d’indagine ai carabinieri del Noe di Napoli, affidandola alla Guardia di finanza di Napoli e ai Carabinieri di Roma

Le fughe di notizie

Il filone sulla presunta rivelazione del segreto d’indagine è esplosivo. Perché risulta che le «ripetute fughe di notizie coperte da segreto» sono avvenute anche in tempi recenti, dopo la «trasmissione degli atti» dalla Procura di Napoli a quella della Capitale. Lo dicono con una nota il procuratore capo di Roma Pignatone e l’aggiunto Paolo Ielo, che danno notizia di aver tolto la delega d’indagine ai carabinieri del Noe, affidandola alla gdf di Napoli, già co-assegnataria del procedimento, e ai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma.

Nel registro degli indagati, con l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio, figurano l’attuale ministro allo Sport Lotti, il comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette e il generale al comando della Legione Toscana Emanuele Saltamacchia. Sarebbero i soggetti attraverso cui sarebbero filtrate le informazioni riservate e che hanno indotto l’ad di Consip, Luigi Marroni a compiere una «bonifica da microspie» negli uffici della società pubblica (anche se la Consip sostiene di farne regolarmente, almeno una all’anno).

Lo ha confermato lo stesso Marroni, ma anche Luigi Ferrara, presidente di Consip, e Filippo Vannoni di Publiacqua, dai cui verbali «emerge in modo chiaro e univoco che personaggi del governo Renzi, tra cui in particolare Luca Lotti (fidatissimo uomo di Matteo Renzi) e lo stesso ex premier, sapessero di attività investigative sul conto di Consip».

L’accusa di Vannoni

Di più, interrogato a dicembre scorso Vannoni ha detto che «prima di parlare con il Marroni e dirgli che aveva il telefono sotto controllo, il Lotti mi ha sicuramente detto che c’era un’indagine dell’autorità giudiziaria», aggiungendo che «il presidente Renzi mi diceva solo di “stare attento” a Consip».

Le dichiarazioni di Vannoni rappresenterebbero una chiave di lettura interessante, in quanto il presidente di Publiacqua è descritto negli atti come una sorta di «portavoce» dell’allora premier. Secondo gli inquirenti «Marroni non ha un’interlocuzione diretta con Matteo Renzi (...) si comprende in modo chiaro come il suo referente sia proprio il Vannoni e che quest’ultimo, invece, oltre ad avere un’interlocuzione diretta con il premier faccia anche da “portavoce” e da collettore tra le istanze e del Marroni ed il Matteo Renzi».

Per la Procura sarebbe un elemento che potrebbe suffragare la credibilità del presidente di Publiacqua. A questo si aggiunga che gli inquirenti ritengono che Tiziano Renzia sia stato avvertito di essere intercettato. Il particolare emerge dalla telefonata che Russo riceve Roberto Bargilli, autista del camper usato da Matteo Renzi durante le primarie del 2012, che riferisce al «faccendiere» di non chiamare né scrivere sms a Tiziano. Scrivono gli investigatori: «la domanda più ovvia da farsi è quella relativa ai motivi per cui una persona come Tiziano Renzi venga avvisato di essere intercettato ma la risposta, altrettanto scontata, appare solo una, ovvero che il figlio Matteo Renzi abbia messo in campo tutte le risorse disponibili per tutelare la sua famiglia e quindi anche il padre».

Le informazioni su Woodcock

Informazioni riservate sull’indagine, inoltre, sarebbero trapelate anche sul fronte di Alfredo Romeo, il quale sembrerebbe essere connesso ad ambienti dei servizi segreti attraverso l’ex deputato di An Italo Bocchino. Negli atti si legge che «le evidenze raccolte dimostrano i rapporti frequenti tra il Bocchino e il mondo dei servizi nella persona di Marco Mancini, oggi personaggio di vertice dell’Aisi». Mancini sarebbe stato interpellato quando Fabrizio Ferragina, ex generale della Finanza con presunti collegamento con l’intelligence, avrebbe riferito a Bocchino che il pm Henry John Woodcock di Napoli «vuole acchiappà a Renzi». Attraverso Mancini, è annotato negli atti, Bocchino «ha incontrato anche l’ex capo della Cia in Italia Robert Gorelick al quale si era riservato di chiedere informazioni sia su Ferragina che su una commessa della marina americana a cui il Romeo aveva intenzione di partecipare».

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