La boschi, come noto, è la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio del governo Gentiloni.
Lo stesso ruolo svolto da Minniti sotto il governo Renzi
Ma non sembra la stessa cosa.
La Boschi, addirittura, è contestata per una circolare di 17 righe, datata 28 aprile e firmata dal segretario generale di Palazzo Chigi Paolo Aquilanti, ecumenicamente indirizzata a “tutti i Dipartimenti, Uffici e Strutture”, con la quale viene imposto a tutti i ministeri di far sottoporre ad un controllo preventivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, #Maria Elena Boschi, ogni atto, nomina o documento da loro prodotto.
Lesa maestà?
Ingerenza?
Qualcuno con testa i toni burocratici“diretti e perentori”.
Qualcuno ricorda il caso Anac di Cantone, quello della legittima difesa e del telemarketing.
Si scatena un putiferio di reazioni negative da parte di ministri e funzionari dei dicasteri.
Qualcuno parla di commissariamento per conto di Renzi.
Lei prova a smontare le polemiche parlando di “classico caso di fake news”, perché la circolare rappresenta solo un invito a “rispettare le regole che già esistono” e non si tratta quindi di “commissariamento”.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ironicamente ha detto “Io non me ne sono accorto” di essere stato commissariato.
In agricoltura solo 3 lavoratori su 157 sono italiani
E’ il business dello sfruttamento
Gli ispettori del lavoro insieme ai carabinieri hanno fermato 20 automezzi tra pulmini e monovolume.
Sono state verificate 157 posizioni lavorative inerenti lavoratori utilizzati da 7 diverse aziende risultate essere in situazioni di irregolarità.
L'appartenenza di genere dei lavoratori riscontrata si è suddivisa in 90 uomini e 67 donne
3 italiani e 154 stranieri
142 lavoratori neo comunitari in maggioranza rumeni.
Tra gli extracomunitari sono stati identificati 11 lavoratori di nazionalità Pakistana e 1 Ucraino.
Si sono anche censite le posizioni di lavoratori italiani, ma soltanto in numero di 3 unità su un totale di 157.
Ben 32 lavoratori aventi posizioni irregolari, 27 dei quali risultati essere completamente sconosciuti agli enti e quindi definibili al nero.
Una condizione di evidente sfruttamento
Nuovi schiavi
Una condizione purtroppo diffusa e che non viene combattuta con sufficienza e decisione
Voci consistenti indicano l'avvio di contorlli diffusi su tutto il territorio italiano non solo relativamente alla agricoltura ma ad ogni altra attività manifatturiera ad iniziare dal commercio e finire all'edilizia
Come a dire :azienda avvisata mezza salvata .
Ma che succede alla magistratura Italiana?
Le procure di Catania e di Siracusa hanno una visione completamente diversa su presunti legami tra Ong e trafficanti di esseri umani.
La procura di Terni ora pone l’attenzione sugli affidamenti di servizi alle cooperative sociali.
Parliamo del comune di Terni dove ieri sono stati arrestati il sindaco Leopoldo di Girolamo e l'assessore ai Lavori pubblici, Stefano Bucari, entrambi del Pd.
Di una vicenda che vede indagate sedici persone tra cui l'assessore ai Lavori pubblici, Stefano Bucari, l'assessore al Bilancio Vittorio Piacenti d'Ubaldi, la vicesindaco Francesca Malafoglia , dirigenti e funzionari comunali, oltre a rappresentanti di cooperative (considerati «suggeritori e fruitori finali» delle presunte procedure irregolari).
E sono 27 gli indagati complessivi, tre giunte consecutive, funzionari e dipendenti comunali, presidenti di cooperative a aziende private. Indagata anche la vicesindaco Francesca Malafoglia sempre per turbativa d'asta.
Per due componenti delle cooperative sociali, Sandro Corsi, Actl, e Carlo Andreucci, Alis, è stato invece disposto il divieto temporaneo di esercizio dell'attività d'impresa.
Una vicenda che contesta un «sodalizio criminoso» che avrebbe emanato bandi di gara e lettere di invito a contrarre «cuciti addosso alle cooperative sociali», che hanno «garantito un monopolio perfetto nel settore degli appalti di servizi» sempre allo stesso raggruppamento di imprese quello con «protagonisti» la componente politica e tecnica del Comune di Terni.
Una «illecita gestione della cosa pubblica» tra il 2011 e il 2016, con un sistema «finalizzato a favorire le medesime cooperative sociali».