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Onorevole Occhionero, il suo posto non è più alla Camera. Renzi glielo dica

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Onorevole Occhionero, si accomodi alla porta. Sparisca. E vedrà che anche il suo nuovo capo, Matteo Renzi, le dirà che fa bene. Altro che sospendersi dai social, ridicola.

Tanto la legislatura dura poco. E magari chieda al suo “popolo” se merita di tornare in Parlamento. Se invece la maggioranza resta a galla, non può sedere ancora a Montecitorio chi non è stata capace di sentire la puzza di mafia nel suo ufficio.

 

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La puzza di mafia in ufficio alla Camera

Perché è accaduto quanto ha evidenziato in queste settimane il Secolo d’Italia dall’arresto dell’assistente parlamentare in galera per mafia, Alessandro Nicosia. Era inevitabile che l’indagjne arrivasse a colpire la deputata eletta con Liberi e Eguali prima di approdare a Italia Viva.

Gli ingressi in carcere di Nicosia. I colloqui dietro le sbarre con i boss mafiosi. L’equivoco contratto a cinquanta euro mensili con l’onorevole. I costanti rapporti tra lei e lui anche dopo la risoluzione della collaborazione. E soprattutto l’ombra della mafia sulla Camera dei Deputati. Tutto questo è intollerabile. E non se lo può permettere nemmeno una maggioranza come quella attuale di sopportare e ricevere il voto di fiducia dell’onorevole Occhionero.

E che pena questo Parlamento fintamente garantista. Perché qui le garanzie c’entrano davvero poco. Ne ha sicuramente diritto il detenuto Nicosia; così come l’indagata Occhionero. Ma è da trattamento sanitario obbligatorio quello che è emerso dalle intercettazioni, le risatine incredibili sui mafiosi, l’assenza di alcun controllo sul dipendente assunto per le pressioni di non meglio precisati “radicali”.

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Fico, Renzi, Boschi: nulla da dire sulla Occhionero?

La Occhionero, a domanda dei magistrati, sul perché si fosse presa un signore condannato a dieci anni per droga come Nicosia, ha risposto soavemente: “Mica li faccio io i controlli, li deve fare la Camera”….

Presidente Fico, oltre che rimproverare giustamente chi ha scambiato Montecitorio per un altare dove scambiarsi promesse matrimoniali, è in grado di offrire rassicurazioni alla pubblica opinione oppure intende testimoniare per dire che gli assistenti parlamentari se li scelgono da soli i deputati? E magari se ne innamorano pure.

Senatore Renzi, capiamo che quando si parla di giustizia i suoi neuroni cominciano ad agitarsi. Ma la deputata Occhionero l’accompagnerà lei al portone di Montecitorio per tornare verso la sua dimora o intende difenderla a spada tratta? Perché il silenzio suo, come quello della capogruppo Boschi, è davvero irritante. Avevamo infastidito un po’ proprio la Boschi chiedendole un’intervista sul caso Occhionero, ma “l’onorevole è impegnata”. Lo è ancora?

Di Maio e Bonafede si faranno sentire stavolta?

E Di Maio, così solerte nell’andare all’attacco della Lega contro Siri e Arata per i legami con quel Nicastro legato a Matteo Messina Denaro, come mai sta zitto in questo caso? E il guardasigilli Bonafede perché non dice una parola su come avvengono i colloqui nelle carceri italiane quando entra un parlamentare con l’assistente?

Sconcertante, con rarissime eccezioni, è stato anche il comportamento di larga parte della stampa italiana. Se Giusy Occhionero fosse stata una deputata di destra sarebbe stata linciata dai killer da computer. I social l’avrebbero già trafitta. Non ha destato nemmeno scandalo il patetico tentativo di aggressione del padre dell’onorevole alla troupe delle Iene che chiedeva notizie.

Nessuno dice che la Occhionero sia colpevole. È solo indagata. Ma la leggerezza manifestata nel suo rapporto con un presunto mafioso è gravissima. Non c’è onore. Eppure è investita di una pubblica funzione. Studi l’art. 54 della Costituzione.

sabato 7 dicembre 6:00 - di Francesco Storace

Redazione TirrenoNews

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