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Ho chiesto quasi a tutti gli abitanti di Piazza Cappuccini se sapessero che cosa era od a cosa servisse quel bastone bianco che pendeva da uno dei pali della piazza.

Parliamo di quel palo sul quale erano e sono installate le telecamarine che “osservano” la piazza , il corso Vittorio Emanuele e via Baldacchino.

Alle stesse persone ho chiesto se avessero visto prima questo bastone su questo palo.

 

 

Nessuno è stato in grado di rispondere.

Alla fine ho chiesto a tutti se secondo loro si trattava di un microfono direzionale, cioè di uno di quelli capaci di ascoltare anche a distanza quanto si diceva.

Sorpresa, tanto sorpresa, solo sorpresa.

Ed allora non mi resta che rivolgermi a te Babbo Natale.

Non è che lo hai portato tu in regalo?

Se fosse così ci piacerebbe sapere se davvero si tratta di un microfono direzionale

Vorremmo sapere se siamo non solo osservati ma anche ascoltati.

E’ importante!

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Corre voce che la vecchia giunta avrebbe voluto un proprio candidato amanteano alle regionali.

La logica era ed è semplice.

Se salta l’attuale giunta andremo alle elezioni comunali.

E se fosse così, avremmo bisogno di qualcuno alla regione.

Qualsiasi nuova giunta in queste attuali condizioni non durerebbe.

Senza intensi e qualificati finanziamenti nessuno sarebbe in grado di affrontare i gravissimi problemi della nostra città.

 

 

Purtroppo, stando a quanto sembra, il proposto candidato, sicuramente qualificato, tanto più se sorretto dalla vecchia giunta Sabatino non avrebbe accettato.

Non ci chiedete il nome.

Non ve lo diremo.

Tantomeno non ci chiedete con chi si sarebbe dovuto candidare

Era e resta un segreto.

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 Maresciallo Enrico Caporaso, già operante in Amantea dove si è distinto( tra l’altro) per aver salvato insieme al maresciallo Cerza una famiglia asportando una bombola di gas che aveva preso fuoco( vedi foto in basso), ed ora comandante della stazione CC di Scigliano, è uno dei pochi investigatori che ha accertato e contestato il pagamento del reddito di cittadinanza non dovuto a 4 persone.

“Quattro persone, appartenenti al medesimo nucleo familiare, mediante un astuto artificio erano tutte riuscite ad ottenere il beneficio del reddito di cittadinanza, ottenendo fraudolentemente dall’I.N.P.S. circa 1.500 € al mese dallo scorso maggio.

 

 

La loro truffa è stata scoperta dai Carabinieri della Stazione di Scigliano che, questa mattina, hanno concluso un’attività di indagine che li ha portati a denunciarli in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Cosenza.

I militari della stazione del piccolo centro silano si sono accorti dell’anomalia nel mese di agosto; nel corso dei propri quotidiani controlli documentali avevano notato come tutti i componenti della famiglia rientrassero tra i percettori del beneficio. Circostanza questa che li ha insospettiti e portati ad approfondire. Acquisita dall’I.N.P.S. e dal comune di Scigliano la documentazione relativa alla loro situazione, l’esito è stato sorprendente: la famiglia che in paese si sapeva essere composta da S.M., 56enne, e P.F., 53enne e dai loro due figli S.U., 31enne, e S.A., 28enne, tutti conviventi nella medesima abitazione, nel centro storico del paese, figurava formalmente distinta in ben 3 differenti nuclei familiari, uno composto dalla coppia di genitori e gli altri due singolarmente da ciascuno dei figli.

Il “trucchetto” dagli stessi utilizzato era semplice ed ingegnoso: nelle pratiche di richiesta del reddito di cittadinanza i “furbetti” avevano autocertificato di risiedere nel medesimo indirizzo, proprio in Scigliano, ma riportato e scritto in 3 diversi modi, con altrettanti interni, al fine di eludere il controllo delle banche dati dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. E così ecco che il Vico di residenza dalla famiglia, correttamente riportato nell’ISEE dei genitori, è stato trasformato dapprima in Via, quindi in Via Vico I. Nella realtà però era tutto finto: nessuna Via o Via Vico I, inesistenti nel ruolo tributi del comune, nessun appartamento oltre a quello dei genitori, nessuna utenza allacciata. Ai Carabinieri è bastato pertanto osservare i movimenti dei componenti della famiglia ed effettuare un sopralluogo a sorpresa presso l’abitazione per riscontrare i loro sospetti e documentare senza alcun dubbio le false informazioni anagrafiche fornite, volte a simulare la più conveniente composizione del nucleo familiare, nell’ottica di massimizzare indebitamente un vantaggio economico altrimenti non spettante.

Immediatamente sequestrate le tessere emesse dall’ufficio postale di Scigliano nei confronti dei 3 nuclei familiari fittizi, il provvedimento preventivo è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari di Cosenza. I 4 dovranno rispondere in concorso dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e comunicazione non veritiera dello stato di famiglia, nonché iniziare a trovare un modo, questa volta “legale”, per restituire all’INPS i quasi 9.000 € frodati. Si tratta certamente di una vicenda al limite del paradosso, che tuttavia dimostra l’efficacia dei controlli in corso sui percettori del reddito di cittadinanza, disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Cosenza sulla base di una scrupolosa verifica di tutti i beneficiari residenti in provincia. Come documentato in recenti analisi di carattere economico-statistico a cura di storici Istituti, nella provincia di Cosenza i nuclei percettori del Reddito di Cittadinanza sono oltre 23.000, per cui, in un contesto operativo non certo facile, sono in atto da tempo minuziosi accertamenti volti alla verifica di paralleli impieghi in lavori in nero o, ancora, di casi di nuove occupazioni non segnalate all’I.N.P.S., che costituiscono le situazioni più ricorrenti, in aggiunta alle dichiarazioni mendaci sulla composizione del nucleo familiare dichiarato ai fini Isee. I controlli ad oggi condotti dai Carabinieri del Comando Provinciale hanno già portato all’individuazione di ulteriori 11 “furbetti”, denunciati all’Autorità Giudiziaria. Le verifiche proseguiranno incessanti anche nei prossimi giorni.

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