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SANGUE FChe Amantea fosse una città molto attenta e generosa alla donazione del sangue lo sappiamo bene, difatti le due associazioni presenti sul territorio sia la FIDAS che la Avis raccolgono all'anno centinaia e centinaia di donazioni da convogliare ai Presidi Ospedalieri di Cosenza e di Paola.

Sono infatti numerosissime le donazioni convogliate in questi mesi nei due ospedali, ciononostante occorre non perdere di vista talune priorità che meritano un’attenzione costante e concreta.

Tra queste, senza alcun dubbio, emerge preponderante l’esigenza di supportare la donazione di sangue, quale esercizio salvavita di numerosi pazienti che confluiscono giornalmente in ospedale, tra i quali meritano un speciale menzione di certo quelli di Talassemia.  

Considerato che ogni soggetto talassemico ha bisogno di essere trasfuso ogni 15-20 giorni, occorre avere le necessarie risorse disponibili.

Riguardo la situazione di emergenza di questi giorni, peraltro,  è bene ricordare che la donazione di sangue presso le postazioni messe a disposizione dalle varie associazioni avviene in tutta sicurezza, attraverso dei percorsi ben protetti e collaudati.

La donazione del sangue è un vero e proprio atto di generosità che va coltivato e sostenuto. Peraltro, è un efficace strumento di controllo per la stessa salute del donatore.

La maggior parte di noi può donare il sangue e molti, almeno una volta nella vita, potrebbero averne bisogno. Il sangue non si produce in laboratorio ed il fabbisogno annuo in Italia è di oltre 2.400.000 unità intero e più di 800.000 litri di plasma. 

"L’impossibilità di ottenerlo tramite procedimenti chimici e il suo larghissimo impiego, rendono il sangue un presidio terapeutico prezioso non sempre disponibile”. Questa è la breve ma concisa affermazione della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue – FIDAS.

Vi terremo aggiornati sulle prossime iniziative in città, invitando, tutti coloro che possono, alla donazione del proprio sangue.

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san pietro amaFacciamo, con la mente, un salto all’indietro di quattro secoli per arrivare agli anni venti del secolo decimosettimo.

Alcuni critici letterari affermano che tra i soggetti principali del romanzo «I Promessi Sposi», vi sia, per l’illuminata rappresentazione che ne fa l’autore, la peste.

Quell’epidemia ha delle sorprendenti analogie con l’attuale del codiv-19, inspiegabili e sinistre.

Una delle analogie, per come ci tramanda il Manzoni, è quella che devastò Lombardia, Veneto ed Emilia, dimezzandone la popolazione. Ovviamente, quel morbo non risparmiò il sud dell’Italia. Ad Amantea, fu toccata donna Livia Ruffo di Calabria appartenente, all’epoca, alla famiglia più importante e potente della Calabria, sposa di don Scipione Cavallo, nobile del sedile chiuso della città e noto per aver partecipato alla battaglia di Lepanto con propria imbarcazione.

La famiglia Cavallo aveva possedimenti nel limitrofo San Pietro dell’Amantea, all’epoca casale della città di Amantea, e la N. D., per isolamento, quarantena o purga sanitaria, come dir si voglia, si trasferì nel borgo. Qui si praticava, dove ancora esiste, la venerazione alla Madonna della Grazie e l’inferma, per la guarigione, si affidò a quella Vergine. La salute le venne preservata e la N. D., per grazia ricevuta o in adempimento a promessa, fu riconoscente la Madonna.

La Vergine Madre, a San Pietro, si venerava in una piccola e umile chiesa, poco lontana dall’abitato, si dice, dove un tempo c’era una stalla trasformata in luogo di culto per una apparizione della Stessa al pastorello che vi custodiva gli animali. Non vi era scultura lignea. La venerazione si professava solamente davanti al Quadro Celeste.

Donna Lidia provvide ad ordinarne una, a Napoli, da regalare alla Chiesa che ne era sfornita ed è quella che, ancora oggi, ogni due di luglio, si porta in processione nel piccolo borgo.

Ma la N. D. non si limitò solo a questo.

Rientrata ad Amantea volle che la Chiesetta di famiglia fosse dedicata alla Madonna delle Grazie. Inoltre, entrando nell’antica città dalla porta Paraporto, si noterà che uno di primi vicolo, salendo sulla destra, è «Vico Madonna delle Grazie» il quale conduce alla Chiesetta di famiglia. Da qui l’importanza della toponomastica che, la politica moderna, con facilità, ovunque, tende a modificarla senza criterio o logica unita a giustificata motivazione.

Dall’archivio Cavallo risulta che, donna Livia fu colei che più pose, nella colletta fatta dalla locale nobiltà, per il riscatto della città dalla compra effettuata dal principe di Belmonte, Daniele Ravaschieri, col rammarico, grande, di non aver potuto riscattare anche il casale.

Infine, ogni due di luglio – da quell’epoca e fino a quando rimase in vita il compianto prof. Rocco Cavallo, cosa che certamente sarà ancora nella memoria di qualche anziano del posto – avveniva una piccola processione rionale con celebrazione di Messa nella Chiesetta di famiglia.

Donna Livia, oggi, da allora, riposa ai piedi dell’altare di detta Chiesetta di famiglia.

(Ferruccio Policicchio)

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protezione civileL’iniziativa privata dei militari della locale Caserma dei Carabinieri di Amantea, che si incastona nelle centinaia di azioni solidali verso le famiglie bisognose del nostro territorio.

I Carabinieri consegneranno viveri alla Protezione Civile di Amantea, una spesa da loro stessi fisicamente effettuata, per un importo di circa mille euro, da donare a chi ne ha bisogno.

Sono sempre in strada. Conoscono ogni angolo della città, il bello ed il brutto di ognuno di noi, ci sono abituati per lavoro, giorno e notte. 

Domani, però, alcuni Carabinieri della locale caserma di Amantea, liberi dal servizio, in ideale rappresentanza di tutti gli altri colleghi, svestiranno le uniformi e gli stivali e si recheranno per dare il loro aiuto, da cittadini comuni, in questo momento di terribile sofferenza per migliaia di famiglie.

Le famiglie che beneficeranno di questo inaspettato aiuto, una ventina in tutto tra quelle che più di altre fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.

I sacchetti, da loro riempiti, verranno consegnati a domicilio dalla Protezione Civile, con tutte le dovute precauzioni anti-contagio. 

L'iniziativa è destinata a rimanere isolata, ci hanno informato che anche altre forze dell'ordine, presenti in città, si sono organizzate per una raccolta solidale a favore delle famiglie bisognose del nostro territorio.

Un’iniziativa messa in atto per far sentire ancor di più la vicinanza dello Stato, anche a coloro che per mille ragioni lo sentono lontano e ostile. Un’iniziativa che punta a dare un sostegno concreto a chi in questo periodo sta vivendo difficoltà drammatiche. 

Un’iniziativa che si affianca, "nel suo piccolo" sottolinea un militare, alle tante altre che per fortuna si stanno moltiplicando nelle ultime settimane. 

Un’iniziativa che mostra la sensibilità dell’Arma da sempre a contatto con gli ultimi. 

E che agli ultimi ha pensato pure stavolta.

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