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Restate a casa, cazzo! di Francesco Gagliardi

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CASETTARestate a casa, restate a casa. Questo è il grido d’allarme che le radio e le televisioni ripetono continuamente come un mantra, ma molti italiani fanno finta di niente e continuano a fare quello che hanno sempre fatto. Troppa gente in giro per le strade, davanti ai supermercati, nei parchi, malgrado i divieti, malgrado le denunce e i controlli. Molta gente imprudente e cretina non vuole capire che siamo in guerra contro un nemico invisibile e molto agguerrito che per contrastarlo e vincerlo bisogna stare a casa. Ma all’improvviso, grazie al corona virus, il popolo italiano è diventato amante delle corse all’aria aperta. Qualcuno si sta preparando per le Olimpiadi del Giappone dimenticando che se la diffusione del virus continuerà a fare vittime addio Giochi Olimpici. Un paio di scarpette da ginnastica, un pantaloncino e una maglietta sportiva e via di corsa per le vie del paese o della città che dovrebbero essere deserte stando ai divieti governativi. Un sindaco siciliano si è scagliato contro i suoi compaesani e ha fatto benissimo perché con la scusa di andare a fare una corsetta per i campi hanno disobbedito alle regole emanate dal Governo. L’emergenza corona virus richiede di stare a casa, invece molti cittadini hanno disobbedito e continuano a disobbedire infischiandosene dei tanti divieti: Restate tutti a casa. Rispettati gli inviti. Si sono giustificati dicendo che a casa si annoiavano. Anche io mi sto annoiando. Leggo, scrivo, guardo la televisione, mi affaccio dal balcone di casa, scambio qualche saluto con la gente del quarto piano e poi? Ho tanta voglia di uscire, di camminare lungo le strade deserte, guardare le vetrine anche se i negozi sono chiusi, parlare con qualcuno, fermarmi a bere un sorsetto d’acqua alla pubblica fontana. Ma questa voglia di uscire poi mi passa. E penso ai tanti ammalati colpiti da questo maledetto virus che soffrono e gemono nei letti degli ospedali, ai tanti medici ed infermieri che 24 ore su 24 lottano per salvare gli sfortunati colpiti da questo male invisibile e che spesso anche loro vengono contagiati. Alcuni di loro sono anche morti. Stamattina sono andato a fare la spesa nel supermercato vicino casa. In tutto ho impiegato 10 minuti, non ho neppure scambiato un saluto con i dipendenti e il proprietario. Con nessuno. E mi sono tenuto a debita distante con gli altri occasionali avventori. Poi sono tornato a casa con due buste di plastica in mano perché da buon cittadino ho rispettato l’invito del Governo. Mi son lavato le mani a lungo. Penso di non essere stato contagiato perché non sono venuto a contatto con nessuno e di non aver contagiato nessuno. Spero, però, che queste restrizioni non durino a lungo. Vuol dire che l’epidemia è stata debellata e che possiamo tornare a vivere a come eravamo abituati. Rimpiangiamo il passato? Vuol dire che poi non era così male. Ricordate, amici, quello che disse il Comandante Gregorio De Falco al Comandante Schettino che aveva abbandonato la nave Costa Concordia dopo la tragedia? Disse:- Torna a bordo, cazzo!- Con quella parolina divenne famosissimo e poi venne eletto finanche Senatore della Repubblica Italiana. Anche io dico a voi che mi state leggendo:- Restate a casa, cazzo!- Chiedo scusa se uso questa parolina volgare, ma non riesco a trovarne una più efficace. Non pretendo di essere poi eletto Senatore o Deputato. Mi basta quello che sono: Un pensionato della Pubblica Amministrazione che possa godersi in pace la pensione con la speranza di non essere colpito dal maledetto morbo. Chiedo troppo?          

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