Luogo depositario dell’evento è il Lido Azzurro, la famosa Rotonda, quella cantata sin dal 1963 da Fred Bongusto, quella che ,insieme al festival cinematografico del mediterraneo ed a pochissimi altri eventi, ha concorso a rendere Amantea la perla del Tirreno.
I giorni quelli dal 5 al 12 agosto
L’evento è la più bella ed intensa mostra di ritratti non solo di Amantea, ma sicuramente della Calabria.
L’artista è Filippo Vita, da sempre ritrattista per quanto non noto a tanti.
Indimenticabile il primo realizzato su un muro di casa sua dove la piccola figlia aveva tratto un brutto segno orizzontale lungo quanto il muro.
Ogni mamma di fronte a tale evento si sarebbe disperata.
Ma Filippo ritrasse sul muro la bambina mentre lo scarabocchiava, trasformando così il brutto scarabocchio in un capolavoro.
L’arte da sempre è trasformare la tristezza in gioia, il grigio in colore, la bruttezza in bellezza.
Filippo ha conservato questa capacità di sdrammatizzare ed insieme di trasformare gli eventi negativi in opere d’arte.
Da domani Vita mostra i suoi ultimi capolavori.
Tanti visi descritti con simpatia e con efficacia descrittiva.
L’artista è riuscito a cogliere ogni protagonista della sua storia d’arte, in un momento ed atteggiamento particolare, facendolo poi risaltare con una abilità descrittiva che definire rara è sicuramente poca cosa.
Ognuno dei protagonisti del suo calendario di volti amanteani si è piaciuto.
E forse è proprio questa la caratteristica particolare dei ritratti di Filippo Vita.
L’artista parte da una fotografia, se possibile di qualità.
Ma spesso anche se foto è di bassa qualità l’artista dona al soggetto una nuova bellezza leggendone l’anima ed imprigionandola nel ritratto.
Tutti i soggetti ritratti, così, entrano in un mondo sognante, diverso e distante da quello reale, ma forse per questo ancora più bello.
Ma la cosa più affascinante è quella relativa la lavorazione vera e propria della fotografia.
È li che si scatena la fantasia e la abilità del pittore ritrattista amanteano.
E’ questo un momento in cui è possibile imboccare strade diverse che portano a diverse interpretazioni del soggetto.
E la eccezionalità dei ritratti di Filippo mi sembra proprio quella di essere riuscito in ogni opera a tirare fuori l’anima del soggetto raffigurato.
Bravo.