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Filippo Vita difende la “sua” pista ciclabile

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Riceviamo e pubblichiamo:

“Da quando è nata, anzi durante la gestazione la pista ciclabile è stata più volte criticata. Ad onor del vero non da tante persone che però non perdono occasione appena si presenta un problema per rincarare la dose, dimenticando spesso le catastrofiche previsioni fatte durante la realizzazione e che non si sono mai verificate.

Le critiche che sono state mosse sono le seguenti:

1. la scelta del tracciato

2. la interferenza in due aree con il traffico veicolare

3. le scelte tecnico/strutturali inadeguate che non garantirebbero la durata della stessa pista.

4. la manutenzione.

5. le rifiniture mancanti.

6. I soldi che bisognerebbe restituire alla collettività dal momento che la progettazione è sbagliata.

Ora io che sono stato il direttore dei lavori di tale opera ed ho collaborato alla progettazione vorrei fare alcune considerazioni, e spezzare una freccia a favore di questa vituperata opera.

Credo che qualsiasi cosa si giudichi è bene guardarla da punti di vista differenti.

Ma non solo.

Quando si fanno delle critiche, bisognerebbe sapere di cosa si parla, e se non lo si sa occorre informarsi altrimenti si rischiano brutte figure.

Procediamo con ordine.

Il primo ed il secondo punto riguardano il posizionamento, l'andamento della pista ciclopedonale e le interferenze.

L'idea originaria supportata da un presunto finanziamento che ammontava a circa 1,7 ml , era quella di partire da Catocastro per arrivare a Campora nell’area del porto.

E così è stato redatto il primo progetto.

Prevedeva un percorso che permettesse unire il centro con Campora senza interferire con l'arteria a scorrimento veloce che è la SS18.

Non parlerò delle vicissitudini per l’approvazione da parte delle amministrazioni interessate che sono:

Ferrovie dello stato, Anas,Capitaneria di porto, Agenzia della dogana, Soprintendenza, Demanio marittimo.

E di quanto siano stati condizionanti nella progettazione.

La riduzione del finanziamento di oltre il 65% ci ha costretto a ridurre drasticamente il percorso e comunque adattarsi ad una realizzazione che consentisse in futuro la continuità per il completamento dell'idea originale.

I detrattori che non si risparmiano a pubblicare foto prese da internet di piste ciclabili favolose, non hanno mai guardato una mappa (pure questo si può prendere dalla rete) ed interrogarsi come mai il percorso è stato deciso com'è.

È semplice.

Era l'unico.

Sarei molto felice che mi segnalassero un percorso alternativo, tenendo conto soprattutto delle pendenze che persone anziane, bambini o con ridotta capacità motoria possano fruire.

Perchè un conto è criticare e un conto è studiare.

Abbiamo lavorato con il mio collega soltanto sui rilievi quattro settimane.

Il nostro territorio urbanisticamente è condizionato da superstrada e ferrovia a ridosso dell'arenile con ingressi perpendicolari in corrispondenza di ponti e torrenti che creano inevitabilmente interferenze tra percorsi.

A meno che non si creino aree di parcheggio alternative per la spiaggia tra la SS18 e la FFSS e si impedisce alle auto di arrivare al mare.

O ancora impedire ai proprietari delle case esistenti di raggiungere casa con le auto.

Passiamo al terzo e quarto punto. Le scelte tecniche.

È questo forse l'aspetto più interessante.

Quello di venire criticati da persone che non hanno la minima idea dell'argomento che stanno trattando.

Ho letto giudizi su come è stata realizzato il percorso lato mare, prevedibile com’era l’insabbiamento e quanto sarebbe stato opportuno e facile evitarlo alzando un muro lato ovest (SIC).

La concretizzazione dell’ignoranza.

Ho letto poi (questo in fase di realizzazione) che avendo realizzato delle scarpate nel tratto Colongi Tonnara, sarebbero venute giù con le prime piogge.(ma ora se sono dimenticati).

La verità è che la pista tanto denigrata è stata realizzata, anche grazie all’impresa che ha eseguito i lavori, con le risorse disponibili, in modo ineccepibile.

La tratta più vulnerabile, tra il Calcato ed il Colongi è stata realizzata esattamente come si deve realizzare un opera simile.

Poggia su 1300 mc di gabbioni in pietrame.

Senza naturalmente alcuna barriera che sarebbe già stata spazzata via.

Dunque il problema è solo l’insabbiamento che con una giornata di lavoro può essere rimosso. Anzi. Lo stesso insabbiamento è quello che la conserverà.

È come togliere la sabbia delle mareggiate sul lungomare.

Che a proposito devo dire è un’eccellente opera strutturale che sta reggendo da oltre 40 anni.

Insomma in un paese come il nostro la manutenzione è una cosa che fa parte della stessa opera.

La disgrazia sarebbe se si fosse verificato il disastro del lungomare di Campora dove i soldi come si suol dire sono stati buttati a mare.

Come è logico la manutenzione e la pulizia sono una cosa essenziale in qualsiasi opera pubblica.

È forse questo il vero problema che ci affligge e a cui secondo me bisogna studiare una soluzione che coinvolga anche i privati.

La pista ciclabile è tornata alla luce,con una parziale pulizia, il giorno successivo ad un evento che sembra non si verificasse da decenni.

Contrariamente ai catastrofismi previsti ed auspicati. Ieri sono andato di persona a verificare. Non esiste una sola lesione.

Passiamo alle rifiniture.

Le rifiniture sono una parte importante di qualsiasi opera.

Sono il colore e la musica con cui si completa un’idea.

Per un architetto forse la cosa più importante. Ma quando si realizzano in Calabria opere pubbliche tutto diventa complicato. Dunque manca colore, panchine, fontanine, verde ed altro.

Le abbiamo sacrificate per bonificare un’area che da almeno tre lustri era una discarica a cielo aperto e da dove puntualmente la fogna finiva in mare.

È ora è vivibile e percorribile.

Come mai i perplessi non ne parlano?

Ma ora che abbiamo elencato le negatività parliamo di quello che quest’opera ha significato per la collettività Amanteana.

Basta solo considerare il numero di persone che ne fruiscono ogni giorno, soprattutto le persone anziane.

Basta pensare che si può fare una passeggiata o una pedalata fino allo spiazzo della Tonnara senza passare per la superstrada.

Un servizio anche per i turisti che soggiornano negli alberghi fuori dal centro.

La pista ciclopedonale va ancora arredata, dotata nel tratto sull’arenile di alberatura (tamerici) migliorato in questa parte il fondo (imposto a suo tempo dalla soprintendenza) ma a mio parere per come e quanto viene fruita resta una delle migliori opere degli ultimi anni.

Prima che esistesse avete mai visto alle 6 del mattino signore e signori di una certa età che facevano queste lunghe passeggiate?

Per finire c’è qualcuno che insiste su errori tecnici per cui si devono restituire i soldi alla collettività.

Io ho percepito per questo lavoro un utile 13.000,00 euro tra onorario e quota versata al fisco (non ho difficoltà a pubblicare le carte).

Da Istat apprendo che la popolazione di Amantea è di 14.009 abitanti.

FATE SAPERE A QUESTO SIGNORE CHE PUO' PASSARE DAL MIO STUDIO  RITIRARE I SUOI 93 CENTESIMI

                                                                                                           Filippo Vita

Ultima modifica il Sabato, 24 Marzo 2018 21:30
Redazione TirrenoNews

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