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Amantea e la Casa della salute: finalmente la prima risposta della politica
Giovedì, 24 Novembre 2016 23:25 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiEra ora: ecco la prima sostanziale conferma della casa della salute di Amantea.
E’ passato quasi un anno dalla nascita della rete Difendiamo la Salute che ha visto le associazioni del comprensorio di Amantea tutte insieme nella direzione della istituzione della casa della salute come futuro della sanità sul territorio.
E dopo un anno e tanti incontri sembra finalmente si apra uno spiraglio di luce.
Proprio in questi giorni infatti è arrivata nel laboratorio di analisi una prima nuova apparecchiatura costituita da due primi apparecchi seriali costituenti l’avvio di un sistema automatico di analisi.
A giorni appena completato il montaggio ed effettuata il collaudo e la formazione del personale sarà a disposizione degli utenti dell’ex distretto di Amantea.
Stiamo parlando del Cobas 6000 dell’Hitachi, uno strumento capace di ricevere 150 campioni con caricamento in due vassoi di 75 , con rack di carico a 5 posizioni per la gestione più efficiente del campion e rotore per la gestione intelligente del campione .
Insieme al Cobas 6000 è giunto lo strumento gemello denominato Cobas C 501 sempre della Hitachi per la Chimica clinica, gli immunodosaggi omogenei, ISE, HbA1c (misurazione sangue intero), capace di 1.000 test / ora , con 60 canali di reagenti più 3 ISE e replica automatica.
Si tratta di apparecchiature che sono l’anteprima di altri strumenti finalizzati alla automatizzazione ed insieme alla qualità dei servizi già ampiamente apprezzati del laboratorio di analisi.
Ma stiamo parlando di una precisa volontà politica regionale conclamata nel recente documento emanato dall’ASP e che ha stabilito, finalmente, e giustamente la istituzione della casa della Salute nel territorio di Amantea ed a servizio della popolazione dei comuni dell’interland ( Aiello Calabro, Cleto, Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea, Lago, Belmonte calabro, Longobardi, Fiumefreddo Bruzio) senza escludere i comuni del lametino che si servono del laboratorio amanteano.
Assoluta la soddisfazione del personale laboratoristico che ora sarà ancora più pronto alle esigenze degli ammalati
Totale la soddisfazione della rete Difendiamo la Salute, ne ha parlato per la rete Enzo Giacco, che comincia a vedere un corretto passo nella direzione della Casa della salute e che continuerà nel suo obbiettivo.
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Istituto Papa Giovanni XXIII: la Corte d’Appello condanna don Luberto.
Giovedì, 24 Novembre 2016 22:57 Pubblicato in Basso TirrenoLa seconda sezione della Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Paola nei confronti del sacerdote Alfredo Luberto.
Don Luberto è stato condannato alla pena di un anno e dieci mesi di reclusione per il reato di bancarotta fraudolenta in riferimento al fallimento dell'Istituto Papa Giovanni di Serra d'Aiello.
Don Luberto è stato anche condannato a risarcire il danno nei confronti della costituita parte civile, la curatela fallimentare.
L'imputato è stato difeso dagli avvocati Angelo Pugliese, Nicola Carratelli ed Emilio Lirangi.
La parte civile è rappresentata dagli avvocati Nunzio Raimondi e Concetta Metallo.
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Sequestrato il depuratore di Donnici Superiore. Tre denunce.
Giovedì, 24 Novembre 2016 17:40 Pubblicato in CosenzaRiceviamo e pubblichiamo:
“Continua incessante l’attività di difesa e controllo del territorio da parte del personale del Corpo Forestale dello Stato della Provincia di Cosenza
relativa alle verifiche ed ai controlli nel campo di depurazione delle acque che ha visto oggi il personale del Comando Stazione di Cosenza impegnato in attività di controllo sul territorio del capoluogo provinciale e che ha portato al sequestrato del depuratore comunale di Donnici Superiore.
Il sequestro è avvenuto a seguito di segnalazione da parte di alcuni abitanti della frazione relativa alla pessima gestione in cui versa da anni il depuratore comunale che serve gli abitanti di questa frazione di Cosenza.
L’attività di controllo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza ha accertato la pessima gestione con la quale viene mantenuto e gestito il predetto sito di depurazione acque.
E’ stato infatti accertato che le acque fognarie in arrivo al depuratore, a causa dell’intasamento della griglia di separazione primaria, defluiscono liberamente sul suolo circostante formando degli acquitrini di acque putride e maleodoranti.
Da ciò appare evidente la mancata cura e gestione del depuratore atteso che il cancello di ingresso a tale griglia era ricoperto da rigogliosi tralci di vite che si erano intrecciati nello stesso, segno evidente del completo stato di abbandono del sito.
Da verifiche espletate durante il controllo si è accertato che tali maleodoranti reflui fognari, liberamente scorrendo sul suolo, sversano nella sottostante area boscata in assenza di qualsivoglia trattamento depurativo.
Difatti il depuratore nel momento del controllo è risultato fermo e le varie strutture atte alla depurazione delle acque erano intasate da fanghi mai smaltiti e completamente inutilizzate da tempo.
Analoga situazione nei letti di stoccaggio dei fanghi di rifiuto, abbandonati da molto tempo e sui quali cresceva una rigogliosa flora erbacea.
Si è quindi provveduto ad effettuare il sequestro dell’impianto contestando vari reati quali: lo scarico di reflui sul suolo, il danneggiamento, l’attività di gestione non autorizzata di rifiuti speciali prodotti dall’impianto nel tempo ed il getto pericoloso di cose, stante il perdurante stato di abbandono del sito che è causa di maleodoranti e moleste esalazioni e prolificare di insetti nocivi e ratti con i quali sono costretti a vivere gli abitati del luogo.
Dai successivi controlli si è inoltre accertato che per tale sito, non era mai stata neanche rilasciata la necessaria autorizzazione allo scarico, come pure la mancanza degli ulteriori atti amministrativi necessari alla gestione ed alla tracciabilità dei rifiuti fangosi prodotti nel sito.
Tale attività ha portato oltre al sequestro al deferimento del Dirigente del II° Dipartimento Tecnico – Sviluppo Tutela e Gestione del Territorio - del Comune di Cosenza - ed i Dirigenti dei Settori n° 7 – Infrastrutture e N° 8 Ambiente i quali sono stati deferiti alla competente Autorità giudiziaria per i succitati reati continuati ed in concorso”.