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Ritorna la Tubercolosi. Ma la Calabria e' preparata?
Sabato, 21 Gennaio 2017 09:06 Pubblicato in CalabriaIl Caso:
Il 19 gennaio il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale, si è prontamente recato (la notizia la aveva avuta quel giorno) presso il reparto di pediatria degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria, riscontrando personalmente che: “da ben quattro giorni è ricoverato un adolescente, affetto da tubercolosi attiva, come espressamente dettomi dal primario Demetrio Costantinoalla presenza di personale medico e paramedico, aggiungendo che il Quantiferon test è risultato positivo e che al giovanissimo deve essere finanche praticato un drenaggio perché ha un imponente versamento pleurico”.
“Alla mia richiesta del perché il bambino non fosse in reparto malattie infettive, il primario – specifica il Garante – mi ha riferito che sia il pronto soccorso che il reparto di infettivologia gli hanno detto che non possono accogliere questo ed altri casi.
Sono stato raggiunto dalla direttrice sanitaria, Italia Rosa Albanese, che si è detta contrariata del fatto che nessuno si sia premurato di denunciare la presenza del degente in direzione – continua Marziale – e la stessa mi ha accompagnato nel reparto di infettivologia dove il personale medico si è detto allibito perché mai un bambino da isolare è stato respinto”.
Per Marziale: “Non interessa a nessuno lo scarico di responsabilità cui stamane ho assistito, a me preme che al ragazzo vengano prestate le cure dovute senza mettere a repentaglio la salute degli altri piccoli degenti, del personale medico e sanitario e dei visitatori.
Tenendo altresì presente che non è la prima volta che un episodio del genere si verifica nello stesso reparto, perché già l’estate scorsa, un caso anche più grave dell’odierno, mi è stato denunciato e alla mia richiesta di spiegazioni il primario Costantino ha risposto piuttosto piccato.
Stavolta vado oltre e annuncio una immediata denuncia alla Procura della Repubblica”
La domanda.
Sicuramente la Calabria non è pronta.
A dimostrarlo basta il fatto che solo giorno 20( il giorno successivo alla visita di Marziale) il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria ha comunicato di aver “prontamente attivato il gruppo regionale del Risk Management al fine di analizzare gli eventi verificatisi e garantire la tutela della salute dei pazienti".
Bellissimo!
Intanto il “prontamente” classico avverbio usato dagli addetti stampa per prendere per ..i fondelli i lettori (prontamente si traduce in : appena lo abbiamo saputo).
In realtà il problema è quello che il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria lo ha saputo CINQUE giorni dopo il ricovero e solo grazie al Garante.
E poi ( pochi lo sanno) ma ogni anno si svolge in Calabria il convegno del TB Day. L’ultimo è stato l’anno scorso, il “TB Day 2016″, svoltosi il 5 Aprile presso la sala convegni Ferrante del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme , organizzato dall’ASP di Catanzaro e presentato dal Dr. Lorenzo Surace, coordinatore del Centro di riferimento Regionale TBC e referente del Gruppo Regionale Calabria di Stop TB Italia Onlus.
Ed è bene sapere che l’istituzione del Centro di riferimento regionale per il controllo della Tubercolosi rappresenta un importante baluardo per la lotta a questa malattia ritenuta, fino a qualche tempo fa, un fantasma del passato.
E’ bene anche sapere che :
-Secondo i dati mondiali, nazionali e regionali, la tubercolosi è una malattia nei confronti della quale l’attenzione ormai da alcuni anni è ritornata ad essere alta per una serie di motivi ben precisi.
a) Per la riemergenza della malattia in alcune categorie di persone quali i cittadini stranieri e quelle sottoposte a terapie con farmaci che deprimono il sistema immunitario.
b) Per la multi farmaco resistenza, ossia le forme di Tbc dovute a micobatteri resistenti ad alcuni antibiotici e che richiedono una particolare attenzione gestionale e terapeutica.
DAI NON SCHERZATE!
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Amantea: La commissaria Greco ha incontrato il personale e lo ha incantato
Venerdì, 20 Gennaio 2017 18:52 Pubblicato in PoliticaIl senso di responsabilità della commissaria Greco è fortissimo.
Per quanto raffreddata, anzi influenzata, non è mancata all’impegno di incontrare il personale comunale.
Per conoscerlo e farsi conoscere.
Forte il senso di responsabilità ma dolce il carattere.
La dottoressa Greco ha un sorriso che apre tutto, anche gli animi.
Almeno questa è l’ impressione che si percepisce incontrandola.
Ha chiesto il massimo impegno a tutti, assicurando il suo.
Ha detto che la sua porta sarà sempre aperta e che anche in sua assenza si potrà parlare con il dr Dattis al quale compete il compito più faticoso che è quello di trovare soluzione ai gravi problemi di bilancio.
Emanuela Greco poi non manca certo di esperienza.
La dottoressa Emanuela Greco, 54 anni, di Terravecchia (CS), nella carriera prefettizia dal 1989, è stato già Commissario nei comuni calabresi di San Giovanni in Fiore (CS); Grisolia(CS); Bocchigliero(CS); Pietrapaola(CS); Longobucco(CS); Saracena(CS); Belmonte(CS); Cleto(CS); Parghelia (VV) e Spezzano Albanese (CS). E’ stata commissaria in altri comuni della provincia di Cosenza: Cassano, San Giovanni in Fiore, Grisolia, Bocchigliero, Pietrapaola, Longobucco, Saracena, Belmonte, Cleto e Spezzano Albanese. Commissario anche in altre aree come: Noviglio (MI) e Parghelia (VV). oltre al ruolo di Commissario straordinario liquidatore a Saracena e Bocchigliero.
Il commissario ha detto che resterà 4 mesi così confermando la nostra intuizione relativa alla ipotesi di elezioni il 27 maggio.
Ha poi detto che la sua preoccupazione principale è quella del bilancio avendo trovato ad Amantea una situazione difficile.
Non avrà il tempo, ove fosse necessario, di dichiarare il dissesto ma certamente non farà sconti a nessuno.
Intanto ha ribadito che i politici sono normali cittadini.
Che devono essere trattati come tutti gli altri.
Ed infatti qualcuno ha dovuto aspettare nella stanza di Mannarino perché dentro c’era già Francesca Menichino.
Vedremo nei prossimi giorni come se la caverà quando affronterà i problemi della città.
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Vi siete mai chiesti cosa accadrebbe se il Sole dovesse spegnersi?
Oltre all'assenza di luce, energia, e vita, sulla Terra farebbe molto freddo, con temperature vicine al punto di congelamento.
Gli scienziati ci hanno detto che il sole dovrebbe spegnersi tra circa cinque miliardi di anni.
Però recentemente alcune immagini rilasciate qualche settimana fa dalla Nasa hanno mostratoun sole ferito
Le foto della Nasa mostrano la scomparsa delle macchie solari dalla superficie del Sole, quando normalmente ne è piena.
Ma per la quarta volta quest'anno, il volto della stella appare liscio: ciò per gli esperti potrebbe significare che il pianeta sta entrando in una fase molto fredda.
Secondo SpaceWeather, l'attività delle macchie solari è come un pendolo, oscilla avanti e indietro all'interno di un periodo di 11 o 12 anni.
Ma gli esperti dicono che l'attività solare stia diminuendo più rapidamente rispetto a qualsiasi altro momento nel corso degli ultimi 10mila anni e che il punto minimo si potrebbe raggiungere nel 2019, con l'avvento di una mini era glaciale.
L'ultima volta che le macchie solari scomparvero a un ritmo così sostenuto è stata nel corso del 15esimo secolo, fase conosciuta come minimo di Maunder, un periodo caratterizzato da un'attività solare molto scarsa, durante la quale il numero di macchie solari divenne estremamente basso.
Il minimo di Maunder (1) (2) coincise con la parte centrale e più fredda della cosiddetta piccola era glaciale, durante la quale l'Europa e il Nord America subirono inverni estremamente freddi.
Il meteorologo inglese Paul Dorian ha avvertito che il forte calo dell'attività solare potrebbe essere il segnale dell'arrivo di un'altra era glaciale.
"Se la storia insegna qualcosa - ha detto Dorian - è giusto affermare che l'attività solare debole per un periodo prolungato di tempo può avere un impatto sul raffreddamento sulle temperature globali nella troposfera, che è lo strato dell'atmosfera terrestre dove tutti noi viviamo".
Anche una ricerca della professoressa Valentina Zharkov della Northumbria University ha suggerito che una simile ondata di freddo potrebbe colpire la Terra tra il 2020 e il 2050.
"Sono assolutamente fiduciosa nella nostra ricerca - ha affermato - ha buon background matematico e dati affidabili.
In realtà, i nostri risultati possono essere ottenuti da qualsiasi ricercatore e dati simili sono disponibili in molti osservatori solari"
Da wikipedia:
Il minimo di Maunder è il nome dato al periodo che va circa dal 1675 al 1715 che fu caratterizzato da una attività solare molto scarsa, ovvero una situazione in cui il numero di macchie solari divenne estremamente basso.
È così chiamato dal nome degli astronomi solari Edward Walter Maunder e Annie Russell Maunder che vissero tra Ottocento e Novecento, i quali scoprirono la mancanza di macchie solari in quel periodo studiando le cronache dell'epoca.
Per esempio, durante un periodo di 30 anni durante il minimo di Maunder, gli astronomi osservarono solamente circa 50 macchie, invece delle normali 40.000 o 50.000.
L'inizio del Minimo di Maunder fu brusco e avvenne in pochi anni, senza alcun fenomeno precursore, invece durante la sua fase finale, tra il 1700 ed il 1712, l'attività solare riprese gradualmente ad aumentare.
Il minimo di Maunder coincise con la parte centrale e più fredda della cosiddetta piccola era glaciale, durante la quale l'Europa e il Nord America, e forse anche il resto del mondo (per il quale non ci sono dati certi) subirono inverni estremamente freddi.
Dati recentemente pubblicati suggeriscono che durante il minimo di Maunder il Sole si espanse e la sua rotazione rallentò. Si suppone che un Sole più grande e in lenta rotazione sia anche un Sole più freddo, che fornisce meno calore alla Terra (il motivo dell'espansione e contrazione del Sole non è ancora conosciuto, ma potrebbe essere un normale ciclo di attività simile al ciclo undecennale solare, solo molto più lungo).
Un rapporto di causa-effetto tra la bassa attività delle macchie solari e gli inverni più freddi è ancora oggetto di discussione. Alcuni scienziati[chi?] credono che l'attività solare influenzi il cambiamento climatico più del diossido di carbonio (vedi riscaldamento globale). Uno studio condotto da Gerald Meehl e colleghi del National Center for Atmospheric Research nel primo decennio degli anni 2000, sembra effettivamente dimostrare una correlazione tra macchie solari (e quindi attività del sole) con cicli del clima, anche se il modello ha sollevato alcune critiche legate al breve periodo su cui esso è stato testato e sulle semplificazioni da esso indotte nella modellizzazione del sistema oceano-atmosfera.
Il minimo di Maunder in Italia(2)
Uno studio italiano, condotto dai ricercatori Dario Camuffo e Silvia Enzi, ha evidenziato le caratteristiche, anno per anno, degli Inverni italiani di quel quarantennio.
La raccolta di dati interessa tutte le stagioni, ma noi porremo in evidenza solo gli accadimenti del periodo invernale.
1676: Dicembre: freddo severo e neve
1677: Gennaio molto freddo, con gelo di alcuni fiumi italiani.
1679: Gennaio: lo scioglimento delle nevi sulle montagne provoca alluvioni.
1684: Grande inverno che inizia in Gennaio, con pesanti nevicate, e gelo di fiumi e di pozzi, nonché morte di persone, animali e piante.
1685: Inverno molto freddo che seguì il grande inverno del 1684. Il gelo iniziò appena passato Dicembre, ed imperversò soprattutto in Gennaio.
1691: Inverno molto mite in Dicembre e Gennaio. Dalla fine di Gennaio, grande freddo con congelamento dei fiumi. Poca pioggia in Inverno.
1694: Inverno freddo, alluvioni in Dicembre.
1695: Forti nevicate tra il Dicembre 1694 ed il Gennaio 1695, poi un mese e mezzo di piogge continue ed alluvioni.
1697: Forti nevicate in Febbraio.
1699: Forti nevicate in Gennaio, seguite da straripamenti di fiumi.
1701: Pesanti nevicate durante l'Inverno.
1702-03: Inverno mite, con piogge ed allagamenti in Dicembre.
1705: Pesanti nevicate in Febbraio.
1708: Inverno molto mite.
1709: Un grande Inverno, il più severo degli ultimi 500 anni. Gennaio: grande freddo, con -17,5°C misurati a Venezia sotto una fortissima bora, con un metro e mezzo di neve caduta sulla città. Gelo dei grandi fiumi e della Laguna Veneta, attraversata da carri ed artiglieria. Gelano vino e pozzi, muoiono persone, animali, e piante. Febbraio: Molto freddo e nevoso.
1715: Inverno molto secco.
Complessivamente, ne emerge un quadro di Inverni non necessariamente sempre freddi, e molto variabili nelle loro condizioni climatiche.
A volte, si susseguivano anche inverni miti e molto asciutti.
Gli inverni freddissimi furono due, nel 1684 e nel 1709.
Altri due furono gli inverni freddi, nel 1685 e nel 1691.
Si tratta dunque di quattro inverni molto rigidi in quarant'anni, con una media di uno ogni decennio, anche se tre di essi si sono presentati in soli sette anni, tra il 1684 ed il 1691, in uno dei decenni più rigidi di tutto lo scorso millennio.
Il gelo iniziava quasi sempre in Gennaio od in Febbraio, i mesi realmente interessati dalle ondate di freddo più intense, mentre solo nel 1676 viene segnalato grande freddo in Dicembre.
Gli inverni in cui viene segnalata molta neve sono invece 8, quasi il doppio.
Due gli inverni molto miti, nel 1703 e nel 1708.
Nel 1715 viene segnalato invece un solo Inverno molto asciutto, l'unico del quarantennio considerato.
La laguna di Venezia ghiacciata nel 1709
La foto del sole fatta dalla Nasa