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Redazione TirrenoNews

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Il mare ed il “benedetto” sciopero dell’Arpacal.

Venerdì, 07 Luglio 2017 16:58 Pubblicato in Primo Piano

I dipendenti dell’Arpacal hanno dichiarato lo stato d'agitazione.

Questo è un vero problema!

Ed ora chi dichiarerà la ECCELLENZA delle acque del nostro mare soprattutto quando sono piene di “Carta, plastica, penne di uccello o piume di pollo” come dichiara Francesco Provenzano del M5s e soprattutto, come conclude, di “tutto il resto che l'occhio nudo non percepisce” ?

E se l’Arpacal non dichiarerà questa eccellenza come faranno i politici di tutta la regione a fare proprie queste dichiarazioni per sussurrare “ai polli” che devono fare il bagno questa straordinaria condizione qualitativa?

Ah. A proposito non è che le piume di pollo di cui parla Provenzano sono quelle “dei polli” che si fanno i bagni.

Sarebbe proprio il colmo che non riconoscessero parte di se stessi!

Ma ritorniamo alla notizia.

Le rappresentanze sindacali dopo l'assemblea del personale dell'Arpacal, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, tenutasi lo scorso 3 luglio e a cui hanno aderito le rappresentanze sindacali unitarie, Cgil Fp, Cisl Fp e Fials, hanno espresso « Estrema preoccupazione per la mancata riorganizzazione dei servizi e degli uffici, per un commissariamento che perdura da oltre 19 mesi, per le condizioni tecniche in cui la maggior parte del personale che lavora sul territorio è costretto a subire, per la situazione di stallo sull’applicazione contrattuale Cida 2014 e contrattazione Cida anni 2015/2016».

E poi infine si legge nella nota emanata che «Nonostante i continui appelli da parte della Rsu e delle sigle sindacali nel convocare i tavoli di contrattazione/concertazione succitati, la liquidazione dei compensi spettanti e la riorganizzazione dell’Ente continua a perdurare un silenzio assordante da parte dell’amministrazione».

Ed allora l’assemblea ha dichiarato lo stato di agitazione e ha dato mandato alla Rsu e alle sigle sindacali presenti «di avviare le formali procedure volte, come da normativa vigente, al tentativo di raffreddamento fra le parti davanti al Prefetto di Catanzaro dott.ssa Luisa Latella».

Tutto sommato lo sciopero potrebbe essere un bene per la Calabria.

Ora nessuno controllerà i coliformi fecali presenti nelle acque di balneazione certificandone la bontà ed addirittura la eccellenza ma mai controllando tutti gli altri parametri che inducono la eutrofizzazione di cui vediamo gli effetti ed in particolare dei prodotti chimici che arrivano al mare attraverso i sistemi fluviali, come gli insetticidi e i fertilizzanti, oppure dall'atmosfera, portati dalla pioggia (monossido di carbonio e anidride solforosa).

Profondamente pericolosi sono il DDT e il PCB, che si accumulano nella catena alimentare fino ai consumatori secondari causando danni e malformazioni.

I Metalli pesanti, sono pericolosi perché si accumulano nella catena alimentare , ma sono più dannosi dei prodotti chimici perché non vanno soggetti al degrado batteriologico. (mercurio , zinco, cadmio, selenio che possono trasferirsi all'uomo procurando lesioni permanenti al sistema nervoso e all'apparato osseo ).

Noi, poveri ignoranti, siamo preoccupati delle acque di dilavamento nelle città costiere dove la pioggia asporta idrocarburi incombusti rilasciati dai veicoli e li convoglia al mare attraverso le reti di scarico.

E siamo ancora più preoccupati dei nitriti e nitrati, dei fosfiti e fosfati, che provoca la abnorme proliferazione di batteri che, a sua volta, induce una netta diminuzione di ossigeno determinando le condizioni che stimolano la proliferazione delle alghe dannose per il mare, quelle di cui vediamo gli anestetici effetti, di cui tutti si lamentano.

Potremmo andare avanti, e forse lo faremo.

Ma oggi vogliamo segnalare solo la “leggerezza” di quanti parliamo del mare.

Ed intanto “le panne dormono nei depositi”.

Ma cosa le abbiamo comprate a fare?

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La Calabria ringrazia Minniti per i tre nuovi Hotspot

Giovedì, 06 Luglio 2017 22:07 Pubblicato in Calabria

Intanto chiariamo cosa sono gli hotspot.

L’ Hotspot è un centro dove i migranti vengono identificati e registrati, dalla polizia italiana ma anche da Interpol e agenti europei di Frontex.

 

Negli hotspot viene effettuato il rilevamento delle impronte digitali di chi sbarca, per facilitare la distinzione tra profughi e migranti economici.

 

Questi ultimi, considerati immigrati irregolari, secondo i piani, saranno rimpatriati a spese dell’Europa.

Prima dell’espulsione i migranti irregolari saranno destinati al Cie (Centro di Identificazione ed Espulsione), che di fatto è una struttura detentiva.

Ogni regione avrà poi un Cie da 100 posti.

Ora il ministro Minniti intende aprire altri 6 HotSpot.

 

Uno in Sardegna a Cagliari e sarà una struttura mobile, allestita nel porto canale.

Altri 2 nuovi in Sicilia.

In Calabria invece saranno 3. Uno a Corigliano Calabro, nel Cosentino, uno a Reggio Calabria e un altro ancora a Crotone.

Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, ha immediatamente detto di si ma ha chiesto che “hotspot e centri di identificazione non diventino strumenti invasivi a danno del territorio: la nostra è una città turistica e al nostro porto arrivano anche navi da crociera; quindi si deve poter consentire di continuare a svolgere tutte le altre normali attività”.

 

Jole Santelli di Forza Italia dichiara che “È inconcepibile che, su sei presunti nuovi hotspot per i migranti, tre siano previsti in Calabria, a Corigliano, Crotone e Reggio. I calabresi su questo punto faranno barricate”

 

Poi continua affermando:”Dovevamo aspettare che arrivasse un ministro reggino al Viminale per assistere a un progetto che è devastante per tutta la Calabria e sul quale si addensano nubi pericolose”.

Infine conclude: “Pretendiamo - e sottolineo il verbo, dal governatore Mario Oliverio una presa di posizione che vada oltre i suoi obblighi di partito: non consentiremo a lui e ai suoi amici di svendere la nostra regione a una politica sull'immigrazione miope e assurda”.

Campora SG. E’ passata da poco la mezzanotte quando per cause sconosciute prende fuoco uno dei piccoli appartamenti siti nello stabile che ingloba la antica torre di San Giovanni, quella che secoli fa presidiava la campagna di Campora San Domenico, in uno a quella di Campora San Giovanni, di Cozza-Fravitte e della Marinella sulla quale , oggi, insiste il PIP.

 

Se ne accorge, per fortuna, il vicino di casa che chiama i pompieri di Paola.

In attesa però ci si aiuta con un tubo e l’acqua della fontana.

Meno male che stanotte c’era!

Campora SG è lontana da Paola ed i Vigili del Fuoco impiegano troppo tempo perché il fuoco possa attendere.

Si adoperano i pompieri ma non è facile spegnere il fuoco.

Ci vogliono due carichi della autobotte per averne ragione.

 

E meno male che non è scoppiata la bombola di gas che i vigili sono riusciti a portare fuori interamente annerita dalla fiamme dell’incendio. (Vedi Foto 2)

Insieme ai VVFF arrivano anche i carabinieri per verbalizzare l’incidente.

 

L’appartamento è totalmente bruciato. 

 

Non si è salvato niente. (Vedi foto 3)

Il camporese che vi risiedeva ha aspettato l’alba nel portone del fabbricato su una sedia che fortunatamente si trovava nelle scale.

Da stanotte non ha più un alloggio.

 

Da stanotte dormirà nelle scale …o sotto le stelle.

 

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