
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
«Carcere di Vibo pieno di padri calunniati dalle ex mogli» di Enrico De Girolamo
Martedì, 26 Dicembre 2017 10:28 Pubblicato in Amantea FuturaPierluigi Lo Gatto presiede un’ associazione impegnata contro il fenomeno dell’alienazione parentale che colpisce i genitori messi in cattiva luce e allontanati dai figli nei divorzi più difficili.
«Molti padri ancora oggi subiscono le ingiustizie di un sistema giuridico e giudiziario taratoesclusivamente sulle donne, viste come le uniche che possono e devono tirare su la prole».
Pierluigi Lo Gatto presiede a Vibo Valentia la sezione provinciale dell’associazione Papà separati e da anni gira l’Italia nel tentativo di sensibilizzare media e opinione pubblica sul dramma che vivono migliaia di genitori “alienati”, cioè esclusi dalla vita dei propri figli perché messi costantemente in cattiva luce dall’ex moglie.
Un fenomeno classificato in campo medico come sindrome psicologica di alienazione genitoriale (Parental alienation syndrome), teorizzata a metà degli anni ‘80 da uno psichiatra statunitense.
E il Natale è forse il momento più brutto per un padre “alienato” che non può stare con i propri figli.
In un periodo dell’anno in cui le riunioni familiari sono spesso viste come un inevitabile obbligo a cui adempiere, c’è chi pagherebbe oro per un po’ di quel normale stress.
Uomini sotto ricatto, tenuti a distanza da un ordine del tribunale o, più semplicemente, dall’odio che le madri sono riuscite a istillare nei figli.
«Molti padri ancora oggi subiscono le ingiustizie di un sistema giuridico e giudiziario tarato esclusivamente sulle donne, culturalmente viste come le uniche che possono e devono tirare su la prole».
Pierluigi Lo Gatto presiede a Vibo Valentia la sezione provinciale dell’associazione Papà separati e da anni gira l’Italia nel tentativo di sensibilizzare media e opinione pubblica sul dramma che vivono migliaia di genitori “alienati”, cioè esclusi dalla vita dei propri figli perché messi costantemente in cattiva luce dall’ex moglie.
Un fenomeno classificato in campo medico come sindrome psicologica di alienazione genitoriale (Parental alienation syndrome), teorizzata a metà degli anni ‘80 da uno psichiatra statunitense.
«Per ogni genitore alienato c’è un genitore alienante - spiega Lo Gatto -, che nel 99 per cento dei casi coincide con la madre.
È lei che spesso mette in pratica ogni forma di pressione psicologica per convincere i figli a ripudiare affettivamente il padre».
Diverse le motivazioni alla base di un comportamento tanto distruttivo. A volte semplicemente il rancore personale accumulato nel corso di una relazione difficile, che può sfociare in odio puro dopo la separazione. Ma più spesso c’è dell’altro.
I figli usati come arma
«I figli vengono usati anche come leva per ottenere vantaggi economici - aggiunge Lo Gatto -, una forma di ricatto che può gettare un uomo nella disperazione più cupa, spingendolo a reazioni inconsulte oppure sull’orlo del suicidio.
Come presidente dell’associazione Papà separati ho visto tante situazioni al limite e ascoltato storie che sono un vero concentrato di dolore».
Causa principale di questa situazione caratterizzata da forti disparità nei confronti dei padri separati è, secondo il presidente dell’associazione vibonese, un sistema legislativo e giudiziario «che fa acqua da tutte le parti».
L'affido condiviso, una legge che non funziona
Nel 2006, dopo lunghi anni di attesa, entrò finalmente in vigore la legge 54 sull’affido condiviso, la quale prevede obbligatoriamente che al momento della separazione i figli vengano affidati a entrambi i genitori, che devono continuare a condividere le responsabilità educative.
Un principio sacrosanto che rimane però sulla carta, perché la stessa normativa attribuisce al giudice grande discrezionalità, dandogli la possibilità di “collocare” i figli presso un solo genitore quando ritenga che ciò sia nell'interesse del minore, come ad esempio quando occorra non alterare la quotidianità dei ragazzi e non compromettere la logistica casa-scuola.
«Così, nella stragrande maggioranza dei casi, i figli restano con la madre - denuncia Lo Gatto - e se la moglie nutre nei confronti dell’ex partner sentimenti fortemente negativi, i figli cominciano ad essere indottrinati su quanto sia “cattivo” il papà, che così viene inevitabilmente alienato».
«Mentre il tribunale indaga, perdi i tuoi figli»
A nulla serve protestare. Nei rari casi in cui il giudice decide di andare più a fondo, indagando sulle dinamiche familiari, dovrà comunque coinvolgere un consulente tecnico d’ufficio, con tempistiche spesso incompatibili con lo sviluppo dei bambini.
«Possono passare anche due anni prima che il Ctu si pronunci - spiega Lo Gatto -, e intanto hai perso i tuoi figli che crescono in un ambiente dove il padre viene messo all’indice e criminalizzato. Insomma, la legge sull’affidamento condiviso così com’è oggi, non ha affatto migliorato la situazione rispetto al passato».
Ma la guerra tra ex coniugi può spingersi anche oltre, oltrepassando i confini del lecito e avventurandosi nella palude putrida della più atroce delle calunnie: gli abusi sessuali.
«Il carcere di Vibo - racconta Lo Gatto - è pieno di padri accusati dalla ex moglie di abusi sui figli.
Accuse che, secondo dati della Questura, nel 90 per cento dei casi si rivelano assolutamente infondate».
Generazione di "orfani" con problemi comportamentali
Un quadro disarmante nel quale tutto finisce per confondersi, verità e bugie, bene e male. Alla fine, a pagarne le conseguenze sono soprattutto i figli, ai quali viene negata un’infanzia e un’adolescenza normale.
E con loro è poi l’intera società che sconta il prezzo finale dell’alienazione genitoriale.
«Stiamo tirando su generazioni di ragazzi - conclude Lo Gatto -, che hanno gravi problemi comportamentali proprio a causa della mancanza della figura paterna nella loro vita».
Come se fossero orfani di guerra… la devastante guerra dei Roses.
Ndr. Per tutti ricordiamo il clamoroso caso di un papà accusato ingiustamente
“Nel 2017 la cronaca giudiziaria italiana ha offerto all’attenzione dell’opinione pubblica un caso emblematico.
Quello di Saverio De Sario, un autotrasportatore sardo che ha subito 15 anni di processi e si è fatto 4 anni di carcere con l’abominevole accusa di abusi sessuali sui figli, prima che questi, ormai adulti, rivelassero la verità: «Non ci ha mai toccati, è stata la mamma a costringerci a mentire».”
Che fine ha fatto la moglie?
E’ libera di fare altro male, non potrà essere processata nemmeno per la calunnia commessa perché nel frattempo il reato si è prescritto.
E’ questa la giustizia?
Etichettato sotto
Forte scossa di terremoto in Grecia, percepita anche sulle coste della Calabria e della Puglia
Martedì, 26 Dicembre 2017 10:03 Pubblicato in CatanzaroUna scossa di terremoto di magnitudo 4.8 è stata registrata all’1:47 ora locale (00:47 in Italia) davanti all’isola greca di Leucade.
La scossa di terremoto è stata avvertita al largo di Lefkada, isola greca del gruppo delle Ioniche
La scossa è stata lievemente percepita anche sulla costa calabra orientale e su quella pugliese meridionale.
La scossa, breve ma molto potente, è stata avvertita anche nel leccese, in particolare a Otranto, Santa Maria di Leuca e nei comuni vicini
Anche a Catanzaro la scossa è stata importante
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) italiano e dell’agenzia sismologia statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 20 km di profondità ed epicentro 22 km a ovest di Nydri.
Non si segnalano danni a persone o cose.
Nel 2015, il 17 novembre, un terremoto di magnitudo 6,1 colpì Lefkada causando due morti e quattro feriti.
Etichettato sotto
Rossano (Cosenza) - Ha ucciso il padre sparandogli con un fucile da caccia, al culmine di una lite che sarebbe scoppiata per futili motivi.
E' accaduto nel pomeriggio in un palazzo del centro storico di Rossano.
Un uomo di 35 anni Cesare Vitale , secondo le prime ricostruzioni, a seguito del diverbio con il genitore ha imbracciato il proprio fucile da caccia facendo fuoco contro il padre.
La vittima, Giuseppe Vitale, detto "Tonino", aveva 64 anni
Sul posto oltre alla Polizia di Stato del locale commissariato, che ha sottoposto a fermo il parricida, sono intervenuti anche i carabinieri.
Sgomento e incredulità tra gli abitanti del quartiere, dove la famiglia dell'omicida e della vittima è molto conosciuta e apprezzata, "assolutamente normale" dicono tutti in coro, e non aveva mai fatto parlare di sé.
Etichettato sotto