
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Cosenza, insegnanti con diplomi falsi: ecco chi c’è dietro lo squallido business
Mercoledì, 27 Dicembre 2017 11:18 Pubblicato in CosenzaScrive oggi 27 dicembre Iacchite
Abbiamo atteso qualche tempo prima di commentare l’operazione della procura di Cosenza sugli insegnanti che – per poter esercitare la professione – si dotavano di diplomi falsi che compravano in un sedicente “Istituto nazionale scuole e corsi professionali” con sede a Cosenza.
Il procuratore Spagnuolo, com’è sua consuetudine, mentre ha dato ampi particolari sui 33 “falsi insegnanti” spiattellando a tutti i loro nomi e dipingendoli ancora più truffaldini di quanto in effetti siano (http://www.iacchite.com/cosenza-operazione-minerva-insegnavano-diplomi-falsi-33-indagati/), si è guardato bene dal fornire altri particolari sui gestori di questo sedicente “istituto” e a questo punto non è servito molto per capire che ci fosse qualcosa di poco chiaro e soprattutto qualche “pezzo grosso” da proteggere nonostante la bufera.
Spagnuolo ha fatto scrivere ai suoi sciacquini, in questo caso i carabinieri, che “… le indagini – avviate dai militari dell’Arma nell’ottobre del 2016 – hanno consentito di accertare un sistema, diffuso sull’intero territorio nazionale, volto alla falsificazione ed all’utilizzo di diplomi apparentemente rilasciati da istituti magistrali statali e paritari della provincia di Cosenza, nonché da scuole di specializzazione per l’insegnamento di sostegno agli alunni portatori di handicap, concessi dall’“Istituto nazionale scuole e corsi professionali” di Cosenza. I documenti falsificati sono stati adoperati dagli odierni indagati, nell’ambito del territorio nazionale, sia per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, sia in quelle d’istituto, prodromiche all’assunzione come insegnante nelle scuole primarie e dell’infanzia…”.
E allora, da bravi cronisti, abbiamo cercato l’indirizzo di questo maledetto “Istituto nazionale scuole e corsi professionali” di Cosenza e abbiamo scoperto che l’indirizzo si trova in via Cattaneo 30. Siamo andati sul posto e di questo istituto, ovviamente, non c’era alcuna traccia. Sui citofoni dello stabile, tuttavia, apparivano in grande quantità i cognomi Bonofiglio e Serafini e a questo punto abbiamo iniziato improvvisamente a vederci chiaro. Siamo andati anche a verificare se sull’elenco telefonico risultasse qualche recapito di questi mascalzoni e in effetti un numero c’era ma quando siamo andati a comporlo ha risposto una gentile signorina che ci ha comunicato che a quel numero corrisponde una… gioielleria.
A questo punto ci siamo concentrati esclusivamente su quei due cognomi, Bonofiglio e Serafini, che non possono passare inosservati per chi è cosentino ed ha avuto a che fare, in qualche modo, con il settore della formazione professionale. Il cognome Serafini risale direttamente alla parentela di Alfredo Serafini, defunto e corrotto procuratore della Repubblica di Cosenza dalla fine degli anni Ottanta al 2008. Si tratta della sorella dell’ex procuratore, che si è sposata con un certo Ippolito Bonofiglio, dunque cognato del magistrato e indiscusso deus ex machina della formazione professionale cosentina ormai dagli anni Ottanta, alle cui dipendenze troviamo il genero Fabrizio, marito della figlia Tiziana, anche lui coinvolto in questi fruttuosi traffici e in questi vorticosi giri di soldi.
Da quello stabile di via Cattaneo sono passati centinaia di “benefattori” per la famiglia Bonofiglio-Serafini, che hanno lasciato fior di quattrini per prendere diplomi “falsi” da estetista, da maestra/o, da insegnante di sostegno e così via, con propaggini persino nel mondo della danza (grazie a Isabella Sisca) e della sanità. Da tempo, tuttavia, questo istituto non si trova più lì e probabilmente non esiste più. Ma quei cognomi, Bonofiglio e Serafini, il procuratore Spagnuolo non li ha pronunciati non perché non li conoscesse ma perché – sempre com’è sua consuetudine – lui è forte con i deboli e debole con i forti. E poi lo sappiamo tutti che Spagnuolo è stato il “sostituto anziano” di Serafini per oltre 10 anni (dal 1988 al 2000 quando ha fatto il “grande salto” a Catanzaro) commettendo le peggiori nefandezze, gestendo in maniera diabolica il fenomeno dei pentiti e svuotando di ogni contenuto il processo scaturito dall’operazione Garden. Piuttosto, ci si chiede come mai (anche se con tutta la reverenza e la deferenza di questo mondo) Spagnuolo è stato “costretto” a scoperchiare questo pentolone ma con un po’ di pazienza capiremo anche questo. Perché non c’è dubbio che Ippolito Bonofiglio e il genero siano ancora nel business della formazione professionale ma è chiaro come il sole che hanno cambiato nome al loro “contenitore” e vorremmo tanto sapere se la procura lavorerà per capire se ci sono loro dietro questo gran casino.
E non finisce qui. Fabio Gallo, il popolare ex ballerino e coreografo, che da tempo è ispiratore e animatore a Cosenza del movimento cattolico Noi, ha commentato così la notizia dell’operazione della procura di Cosenza.
“Questa storia – ha affermato – me ne ricorda una di venti anni addietro quando fui denunciato dal gestore di un ente di formazione professionale di Cosenza che affermava di essere stato da me diffamato, solo perché la stampa aveva riportato che con la sua società aveva interessi nella Formazione Professionale e mi era concorrente. Il processo si tenne a Milano ove, ovviamente perché assolutamente innocente, venni prosciolto da ogni accusa mossami. Ma la cosa simpatica, fu che dalla procura della Repubblica di Catanzaro giunse nel Tribunale di Milano, qualche ora prima della sentenza, un documento nel quale si attestava che tale ente era stato intanto denunciato e contro di essa si erano costituite ben 500 parti civili che avevano ricevuto false attestazioni. Esse, credo, non avevano le carte in regola per potersi considerare legittime da parte del’Ente Regione e, di conseguenza, dall’Europa che finanziava al 75%. Spero che l’indagine attuale splendidamente condotta dalla procura di Cosenza, non sia riferita agli stessi soggetti. Sarebbe davvero increscioso…“.
Via Cattaneo
Gallo
Etichettato sotto
Nonnino innamorato e derubato di Francesco Gagliardi
Mercoledì, 27 Dicembre 2017 11:07 Pubblicato in ItaliaLa acuta penna di Francesco Gagliardi ci porge un articolo con il quale traccia un tema affatto natalizio ma simpaticissimo. Eccovelo integrale:
“Ci risiamo.
Ancora una volta ci dobbiamo occupare di una truffa ad un anziano follemente innamorato di due giovani donne, mamma e figlia, di origine romena.
A Bassano del Grappa, località famosa durante la seconda guerra mondiale e per la canzone degli Alpini “Sul ponte di Bassano noi ci darem la mano”, un anziano vedovo di 77 anni stava per finire in mutande per colpa di due belle donne romene.
Per circa tre mesi l’uomo innamorato pazzo delle avvenenti signore ha versato sul conto corrente delle signore oltre 127 mila euro e se non fossero intervenuti in tempo i figli chissà quanti altri soldi gli avrebbero spillato.
Meno male che se ne siano accorti, dopo tre mesi però, e così hanno bloccato il conto del padre in banca e hanno denunziato alle forze dell’ordine la truffa ai danni dell’allocco e innamorato papà.
La tecnica delle due donne era infallibile come ai vecchi tempi: la seduzione.
Ogni giorno lo andavano a trovare in casa sapendo che viveva da solo e che i familiari non si facevano vedere.
Gli avevano fatto credere che ancora a 77 anni suonati era un uomo affascinante e che loro se ne erano follemente innamorate.
Lo lusingavano, lo baciavano, lo accarezzavano, gli dicevano che senza di lui non potevano vivere.
Avevano bisogno, però, di soldi, simulando debiti in Romania.
E l’uomo, innamorato follemente, ad ogni visita versava sul conto delle donne ingenti somme di denaro.
– Nonnino, sei bellissimo, sei un amore, ci fai un regalino? - . – Perché no?-
Quando si è anziani, vedovi e soli come in questo caso del nostro nonnino si ha bisogno di una compagnia, di un sorriso, di una carezza, di coccole, anche di un bacio, che evidentemente tutte queste cose gli sono mancate dopo la morte della consorte da parte dei figli e delle nuore.
Due donne straniere se ne sono approfittate e lo hanno raggirato e quasi, quasi ridotto alla fame.
La notizia apparsa sui giornali ha suscitato la reazione nel Web e sono apparsi vari commenti.
Di coglioni in giro per l’Italia ce ne sono tanti.
Non provo nessuna compassione.
E’ una storia vecchissima.
Speriamo che almeno il nonnino si sia divertito un poco.
Ora le due donne sono state denunziate per truffa aggravata e continuata.
Cosa decideranno i Giudici fra cinque, dieci anni quando si andrà in Tribunale?
Niente.
Le due donne sono straniere e provengono dall’Est Europeo.
Sono una risorsa dice il politicamente corretto.
E i soldi? Spariti.
Etichettato sotto
Gigi ritorna con una domanda difficile: Perché agli uomini piacciono le gambe della donne?”
Questo tema è in realtà un po’ complesso, credo, perché entrambi i fattori biologici e culturali sono coinvolti.
Sì, dal punto di vista della biologia evoluzionistica, potremmo sicuramente puntare alle gambe ben tornite come indicatore di idoneità, e fuor di dubbio, le gambe umane si sono evolute in termini di lunghezza e forma a causa della selezione naturale e sessuale.
Tuttavia, si può pensare che i vari fattori culturali sovrapposti a tutto questo, sono probabilmente ancora più importanti per gli “uomini gamba".
Le coincidenze di esperienza personale svolgono un ruolo molto significativo.
Se si è associato le gambe delle donne con il sesso durante la pubertà, probabilmente questo rimarrà con voi per tutta la vita.
E potrebbe essere per vari motivi: vedere spots pubblicitari di sexy collant in tv, notando le gambe di una particolare ragazza a scuola (per come veste), parlando delle gambe delle donne con gli amici, al momento, allora forse questa associazione diventa ancor più rafforzata, immaginando e sognando le gambe delle donne.
La nostra cultura tende sicuramente a trattare le gambe delle donne come sexy, quindi c'è anche una forte dinamica culturale trans-personale che entra in funzione.
Basta vedere, per esempio, una danza fatta dalle "gambe di una dea moderna", come Cyd Charisse, in un vecchio musical, per far si che tale immagine rimanga impressa a vita nella mente di un uomo.
Una cultura non dovrebbe concedere alle gambe delle donne questa particolare enfasi sessuale, e non tutti lo fanno, ma è un’associazione non arbitraria, perché le gambe delle donne portano direttamente, per usare un eufemismo, “in paradiso”.
E questa associazione è arricchita da norme culturali in vari modi. In primo luogo, nella nostra cultura, le donne radono le gambe, rendendole lisce e ancora più sexy e ancora più diverse dalle gambe degli uomini. (Sono già naturalmente molto meno pelose, più arrotondate e più formose.) Anche le donne spesso si esercitano specificamente al fine di migliorare il loro tono e la loro forma. Senza dimenticare l’effetto, che le gambe femminili abbronzate, hanno sugli uomini.
In aggiunta l’uso di creme da parte delle donne per renderle morbide e seducenti.
Inoltre, le donne indossano calze o collant, che donano ad esse un ancora più liscia, una chiara consistenza, nascondendo difetti minori, suggerendo una perfezione fisiologica. Indossano anche scarpe col tacco alto, che fanno flettere i muscoli delle gambe ad ogni passo, sottolineando la loro forma e fitness.
E, a volte, indossano gonne corte o abiti con lo spacco o qualsiasi altra cosa che attiri gli occhi sulle gambe enfatizzandole.
Un ragazzo che cresce circondato da tutto questo può essere perdonato per avere una piccola ossessione con le gambe delle donne. Un esempio su tutti, il film di Francois Truffaut “L’uomo che amava le donne”.
E che cosa c'è che non va?
Le gambe si appellano a molteplici sensi: in particolare vista e tatto.
Alla vista delle gambe di una donna, un uomo potrebbe anche sognare di fare scorrere le proprie mani su di esse, ecc..
Questa loro “scorrevolezza”, a sua volta suggerisce ed evoca cosa?
Ebbene, l’origine del mondo...
Quindi non è un caso che gambe ben rasate con indosso calze di nylon, sono miglioramenti culturali che consentono, ancora più marcatamente, alle gambe, l’evocare la sessualità femminile e migliorandone la forza seducente.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Etichettato sotto