Cassano allo Ionio.5 pregiudicati, una donna e quattro uomini si sono introdotti abusivamente all’interno di una azienda agricola del cassanese
Dalla azienda stavano asportando circa 8 quintali di pesche già raccolte.
La donna è B.S ed ha 38 anni
Gli uomini sono
D.R.L di 40 anni, M.D. di 43 anni, N.P di 39 anni e D.R.M di 36 anni.
I ladri sono stati fermati dai Carabinieri e portati agli arresti domiciliari nelle proprie abitazioni
La merce è stata restituita al legittimo proprietario
Ecco una bella notizia.
Ed era ora.
La azione giudiziaria è stata effettuata dagli uomini della capitaneria di porto di Cetraro.
Gli interventi sono stati effettuati nei comuni di Cetraro, Fuscaldo, Bonifati e Fiumefreddo Bruzio.
L’equipaggio della motovedetta CP705 della capitaneria di porto di Cetraro ha i sequestrato nei pressi del litorale di Fiumefreddo Bruzio una rete da posta ad imbrocco, lunga all’incirca 150 metri, rinvenuta non segnalata in un tratto di mare riservato alla balneazione.
Nove attrezzi da pesca abusivi del tipo “frasche” sono stati poi sequestrati dallo stesso equipaggio che li ha rinvenuti nascosti sotto il livello del mare nelle acque antistanti i Comuni di Cetraro, Fuscaldo e Fiumefreddo Bruzio.
Il personale del battello pneumatico GC135 ha invece sequestrato a Cittadella del Capo del Comune di Bonifati una rete da traino che era stata nascosta da ignoti sotto il livello del mare insieme a due piccoli divergenti in ferro, cime e catene, con il fraudolento obiettivo di procedere successivamente al suo recupero una volta riempitasi di pesce novellame.
Simili attività operative risultano particolarmente importanti in quanto l’uso di attrezzi da pesca non segnalati, che ovviamente non è consentito, può comportare seri rischi per le unità navali in navigazione e qualora gli stessi vengono posizionati in zone di mare riservate alla balneazione anche per la sicurezza dei bagnanti.
Ora tocca anche ad Amantea dove da tempo vengono denunciate reti non segnalate poste vicino alla riva e quindi pericolose per chi vi nuota.
I sequestri a suo tempo predisposti dalla Dia sono stati trasformati in confisca dopo la condanna definitiva del noto imprenditore cosentino a quattro anni ed otto mesi di reclusione per il reato di usura aggravata nell’ambito del processo "Twister.
Il provvedimento di confisca, è stato adottato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Cosenza e riguarda gli stessi beni oggetto dei due decreti di sequestro emessi tra gennaio e febbraio di quest'anno dalla stessa autorità giudiziaria e rappresenta, secondo l’accusa, «un’importante conferma della fondatezza delle investigazioni patrimoniali condotte dagli investigatori della Dia e confluite nella proposta di sequestro predisposta in base al nuovo codice antimafia (decreto legislativo n. 159/11) dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Arturo De Felice.
Oltre ai beni già sottoposti a sequestro, tra cui diverse strutture sanitarie, società edili e immobiliari, 35 fabbricati, 4 terreni, 9 auto e cinque rapporti finanziari il provvedimento di confisca ha riguardato anche il "Centro clinico Ortensia srl" di Cosenza.
In sostanza la confisca riguarda il capitale e l’intero compendio aziendale della Edera srl dedita alla costruzione e commercializzazione di immobili, della Meridiana srl con oggetto la realizzazione e gestione di strutture ricettiva alberghiere, ospedali e case di cura.
35 fabbricati, tra i quali spiccano le cliniche Villa Gioiosa di Montalto Uffugo (Cosenza) e Villa Adelchi di Longobardi (Cosenza), entrambe strutture sanitarie accreditate dal servizio sanitario calabrese, con circa 50 posti letto ciascuna.
Sono stati confiscati
-il 23,33% del capitale sociale della Moncachelle srl con sede a Rossano (Cosenza) e dedita a realizzazione e gestione di case di cura, di laboratori, di centri diagnostici, di stabilimenti termali Rsa,
-il 25% del capitale sociale della "San Francesco srl" con sede in Cosenza e dedita gestione di strutture pubbliche e private per ogni forma di assistenza riabilitativa per anziani e di tipo socio-assistenziale;
-il 50% del capitale sociale della "Vela latina srl" con sede in Cetraro e dedita alla gestione, manutenzione, ristrutturazione di immobili;
-il 100% del capitale sociale del "Centro clinico San Vitaliano srl" con sede in Catanzaro, struttura sanitaria accreditata dal servizio sanitario calabrese, con circa 35 posti letto per pazienti affetti da patologie neuromuscolari.
Infine la confisca ha colpito anche l’85% del capitale sociale della Pieffe Holding srl con sede a Cosenza e dedita all’assunzione e gestione di partecipazioni societarie nonché al controllo di altre società;