
Sotto indagine della Procura anche l’affidamento per le luminarie natalizie.
E poi nel mirino centinaia di contratti e migliaia di delibere.
Esistevano rapporti molto stretti tra dirigenti e imprenditori.
Ggli indagati sono 14, e per tre funzionati del Comune anche l'interdizione dai pubblici uffici
«Oggi qui parliamo di reati particolarmente gravi che riguardano mal funzionamenti nella pubblica amministrazione.
È stato un lavoro assolutamente specialistico, portato avanti con estrema professionalità, con indagini importanti e attente».
Lo ha detto il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo nella conferenza stampa per illustrare gli esiti dell’operazione della Guardia di finanza che ha portato all’esecuzione di quattro interdittive per tre dirigenti e un imprenditore.
«Gli indagati sono in tutto 14, ma i provvedimenti di interdizione riguardano tre dirigenti comunali e un imprenditore – ha aggiunto Spagnolo – e si è trattato di indagini complesse e attraverso lo studio di decine e centinaia di appalti e di contratti, circa cinquemila determine dirigenziali dalle quali si è potuto ricostruire un quadro unitario.
Il modus operandi era sempre il medesimo, veniva attribuita in maniera arbitraria la somma urgenza e spezzettato un singolo lavoro sotto la soglia dei 40mila euro, per eludere quanto imposto dalla legge».
«L’attività parte – ha detto il procuratore aggiunto Marisa Manzini – da un esposto fatto da un senatore della Repubblica e siamo arrivati a scoprire che alcuni dirigenti avevano rapporti molto stretti con imprenditori, che alla fine venivano favoriti».
Il senatore che ha presentato la denuncia è Nicola Morra, del Movimento 5 Stelle.
«È stata svolta una attività di intercettazione telefonica e acquisizioni di atti le imputazioni sono per falso e abuso d’ufficio, per lavori dati in affidamento sempre alle solite imprese, e riguardano vari appalti, l’affidamento per le luminarie natalizie e i canili».
Ecco l’elenco delle persone indagate:
Arturo Bartucci (per il dirigente del Comune di Cosenza è stata decisa dal gip anche l’interdizione dai pubblici uffici per sei mesi);
Carlo Pecoraro (anche per lui interdizione dai pubblici uffici, ma per tre mesi);
Domenico Cucunato (interdizione per tre mesi);
Francesco Amendola (divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per sei mesi);
Francesco Amendola;
Antonio Amato;
Antonio Scarpelli;
Vincenzo Rubino;
Ferruccio Stumpo;
Francesca Filice;
Michele Fernandez;
Renato Cerzosimo;
Pasquale Perri;
Ivan Mandarino;
Pietro Mazzuca.
I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Montalto a seguito di controlli mirati alla prevenzione di reati ambientali hanno posto sotto sequestro per mancata autorizzazione allo scarico due lavatrici industriali all’interno di una lavanderia nel Comune di Montalto Uffugo.
Dai controlli è infatti emerso che la ditta confluiva le acque reflue industriali derivanti dalla lavorazione della stessa in pubblica fognatura attraverso un sistema interno fognario, tutto ciò avveniva senza le dovute autorizzazioni previste per lo scarico delle acque in fognatura.
Si è pertanto deferito all’autorità giudiziaria il proprietario della lavanderia per violazione alla normativa ambientale, posto sotto sequestro le due lavatrici industriali ed i pozzetti interessati agli scarichi delle stesse.
Cosenza 1 novembre 2017
Oliverio revoca l’ incarico di capo ufficio stampa ad Oldani Mesoraca.
«La revoca a Oldani Mesoraca dell'incarico di capo ufficio stampa della giunta regionale
consegue a un esposto del Movimento 5stelle alla magistratura penale e contabile, nonché a una nostra esplicita quanto documentata richiesta al governatore della Regione Calabria».
Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, che aggiunge: «Per la prima volta Mario Oliverio ci ha ascoltato, rimediando a una nomina illegittima di cui avevamo fornito, come sempre, le carte e tutte le argomentazioni giuridiche.
A onor del vero, devo aggiungere che il caso è stato seguito con attenzione anche da una parte della stampa calabrese, che con obiettività e fermezza aveva raccontato i fatti».
«Ci auguriamo – prosegue la parlamentare – che adesso Oliverio faccia altrettanto per la nomina di Franco Pacenza quale suo consulente per le questioni sanitarie, in quanto la medesima è avvenuta in violazione di precise norme di legge, puntualmente segnalata all'autorità giudiziaria e allo stesso presidente della Regione».
«Adesso – conclude Nesci – l'ufficio stampa della Regione dovrà essere riorganizzato secondo le regole.
La nostra costante attività di controllo sta portando i suoi frutti.
Si veda la vicenda della nomina di Santo Gioffrè al vertice dell'Asp di Reggio Calabria, cancellata dall'Anticorruzione nazionale, e quella della modifica, nell'ambito di specifica procedura pubblica, dei punteggi massimi attribuibili ai candidati alla direzione della Cardiochirurgia dell'ospedale di Reggio Calabria».