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campora-san-giovanniAmici di Amantea, tenetevi forte. Ci siamo. Il divorzio tra Campora San Giovanni e Amantea si avvicina. E’ alle porte. Infatti l’On. Occhiuto, Presidente della Regione Calabria, ha indetto il referendum consultivo per la modifica dei confini territoriali di Serra d’Aiello e di Amantea per il 22 gennaio p.v. Saranno chiamati al voto gli elettori del Comune di Serra d’Aiello e soltanto gli elettori residenti a Campora San Giovanni. Sono stati esclusi gli elettori di Amantea. Stante così le cose il risultato è scontato. Nascerà un nuovo Comune: Temesa. E Amantea perderà l’importante frazione di Campora San Giovanni. Ma perché Campora vuole staccarsi da Amantea ed unirsi ad un Comune come Serra d’Aiello, così piccolo, che dopo aver perso l’Istituto Papa Giovanni XXIII fondato da don Giulio Sesti Osseo non ha nulla, ma proprio nulla da offrire? I motivi, secondo i residenti camporesi sono tanti. Vogliono l’autonomia. Il sentimento è forte tra gli abitanti della frazione. Per Amantea sarà uno smacco e un danno enorme, perderà oltre tre mila abitanti. Il porto è ubicato nello specchio d’acqua antistante la Frazione, le più importanti infrastrutture sono collocate all’interno dell’area ex Pip. Amantea riceverà danni incalcolabili, Perderà d’importanza e di prestigio. Diventerà tutto ad un tratto un paesello come ce ne sono tanti in Calabria. Addio Campora! Buona fortuna. Forse un giorno gli abitanti si pentiranno del grave errore commesso. Cosa potrà darti Serra d’Aiello? Nulla.

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muuuSono quasi certo di non essere pazzo. Semplicemente ho sentito all'improvviso un bisogno di impossibile. Le cose così come sono non mi sembrano accettabili, perché non hanno in loro ciò che cerco. Prima non lo sapevo. Molto tempo fa. Questo mondo così com'è fatto non è tollerabile. Ho bisogno di Marte, o della felicità o dell'immortalità e sono oggi in perfetta sintonia con un mio antico professore di filosofia molto incazzato con il primo uomo che aveva deciso di morire.

Ho un bisogno vitale di qualcosa che sia demenziale forse, ma che non faccia parte delle banalità di questo mondo mediocre e insopportabile. Non mi riferisco all’espressione: “ Siate realisti, chiedete l’impossibile” tanto decantata dai sessantottardi che conservano i cimeli della loro primavera sotto naftalina e ben curati nei loro armadi, pronti a mostrarli ai loro ospiti, dopo una cena fatta di salmone sockeye affumicato del Pacifico e con del caviale persiano.

Alcuni amici mi chiamano “signor no”! Accetto questo loro modo di esprimere il loro bene, ma devono sapere che il mio “no” è sinonimo di ribellione.

Non so perché ma in questo momento passano davanti a me le immagini di un vecchio film del 50 di Richard Brooks: “Crisis” con Cary Grant e José Ferrer. Il neuro- chirurgo Eugene Ferguson si sposa con Helen e parte per il Sud America in viaggio di nozze. Durante la luna di miele viene arrestato e tenuto in ostaggio da un gruppo di soldati nel pieno di un movimento insurrezionale contro il dittatore Farrago. L'uomo alla fine riesce a liberarsi, ma viene avvisato che il politico è gravemente affetto da un tumore al cervello ed ha bisogno di un'immediata operazione.

Nel frattempo il ribelle Gonzales rapisce la moglie di Ferguson, minacciando di ucciderla se il marito compirà l'operazione. Ferguson opera Farrago e l'operazione riesce. L'esito però viene tenuto segreto mentre il dittatore inizia il suo periodo di riabilitazione e l'opinione pubblica crede che il terribile aguzzino sia morto.

Quando il popolo invade il palazzo, Farrago muore realmente per la paura e Ferguson viene ringraziato dai ribelli. La sua avventura non finisce qui: uscendo dal palazzo Gonzales viene ferito ed implora l'aiuto del chirurgo... Lascio il finale a quei pochi curiosi che vogliono sapere. E’ in loro che mi riconosco.

Fin da ragazzino ho sempre voluto sapere tutto o nulla. Niente compromessi. A questa mia rigida posizione passionale, la ragione è sempre stata impotente nel cercare di rispondere. Questa mia richiesta è forse all’origine della mia meridionale “malinconia”, che cerca e non trova.

Il mondo di oggi è purtroppo lo specchio di questi signori dell’irrazionale che lo “dirigono”, probabilmente verso il nulla. Se i “creativi” che, attraverso il loro “fare” da una parte, pensano di contestare la realtà, sanno, (è auspicabile) che dall’altra, ad essa si sottopongono. Meglio abbandonarmi all’oblio come fa Robert De Niro in una scena indimenticabile di “C’era una volta l’America” di Sergio Leone.

De Niro che entra in una sala di fumatori d’oppio e si toglie con grande dignità quel suo cappotto sgualcito e quel cappello sfoderato, prima di sdraiarsi e perdersi nell’oblio. Ciò che mi rimane addosso è l’odore di quel tessuto e del vissuto che i suoi occhi socchiusi e il suo incredibile sorriso mi hanno trasmesso. Null’altro.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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CamporaGraziano: «Saranno i cittadini di Serra d’Aiello e Campora San Giovanni a decidere sul futuro della nuova realtà civica»

SERRA D’AIELLO/AMANTEA – Giovedì 22 Settembre 2022 – «Saranno i cittadini di Serra d’Aiello e della frazione di Campora San Giovanni (Amantea) a decidere la nascita del futuro comune di Temesa. Il Tar Calabria ha rigettato il ricordo contro la proposta di Legge regionale istitutiva della nuova realtà municipale che vede inglobate sotto un unico emblema civico le comunità serrese e camporese accomunate da sempre da un’unica radice storica, culturale e identitaria».

È quanto dichiara il Presidente del Gruppo UDC in Consiglio regionale e firmatario della proposta di legge regionale n.54/12° recante la “Modifica dei confini territoriali dei comuni di Serra d’Aiello e Amantea della provincia di Cosenza”, Giuseppe Graziano.

«Saluto con soddisfazione – dice Graziano - la decisione del Tribunale amministrativo regionale della Calabria che, attraverso il presidente e l’estensore della Prima sezione, i giudici Giancarlo Pennetti e Arturo Levato, proprio stamani (giovedì 22 settembre) si è pronunciato rigettando il ricorso avanzato dal Comune di Amantea contro l’effettuazione del referendum consultivo obbligatorio deliberato dal Consiglio regionale della Calabria il 6 giugno scorso».

«Sono soddisfatto perché grazie a questa decisione, di fatto, non si sovverte un principio cardine della democrazia che è quello della partecipazione popolare. Alle istituzioni, infatti, spetta il compito della proposta, delle scelte e del governo; ai cittadini, invece, quello del giudizio. Ed è questo principio che ispira non solo la proposta regionale di modifica dei confini territoriali dei comuni di Amantea e Serra d’Aiello e la nascita del nuovo comune di Temesa, nata proprio raccogliendo le istanze dei cittadini; ma anche la scelta finale su questa decisione. Che spetta appunto al popolo. E questa – ribadisce Graziano – è l’unica vera cosa che conta».

«Dispiace – aggiunge – che in questa battaglia alcune parti delle istituzioni e dell’opinione pubblica abbiano scelto la via del boicottaggio, alle volte praticando anche la via della mistificazione dei fatti. La proposta di legge che è stata licenziata favorevolmente dal Consiglio regionale diventerà strumento irreversibile qualora la consultazione delle urne darà esito favorevole all’iter normativo tracciato. Ma non possono essere le oligarchie politiche a decidere su un passaggio delicatissimo per il futuro delle due comunità, tantomeno ad impedire il naturale iter democratico previsto dalle regole costituzionali. Bene ha fatto, allora – conclude Graziano – il Tar Calabria ha tenere alta la barra della legalità e della giustizia garantendo ai cittadini di esprimere un parere autorevole, libero e di

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