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cittanovaInarrestabile l’operato del nostro conterraneo Walter Cordopatri Attore Calabrese, fondatore e direttore artistico della SRC- Scuola di Recitazione della Calabria unica in regione che sta formando potenziali artisti in diverse discipline.

Da febbraio i corsi sono attivi per le varie fasce di età, molto positivo è stato il riscontro da chi partecipa direttamente e anche dai simpatizzanti presenti nello svolgere le lezioni, dando una boccata d’ aria nuova per Cittanova e per tutta la regione Calabria.

A scaldare gli animi è l’attesa de film sul sisma d'Emilia del 2012 "La notte non fa più paura" che arriva in Calabria per la prima volta con una proiezione unica e speciale!

 

Lo stesso è stato presentato alla camera dei deputati e al parlamento europeo di Bruxelles. Alla serata parteciperà il Cordopatri sceneggiatore e protagonista del film.

La pellicola è già stata pluripremiata nei vari festival in giro per l’Italia e non; fra i principali: “Premio Gianni di Venanzo 2015” miglior film, miglior fotografia, miglior colonna sonora. “Premio Banca del Valdarno (Cinema Fedic 2016)”.

All’ opera che meglio evidenzia i valori della cooperazione e della solidarietà. Bobbio Film Festival 2016 di Marco Bellocchio, in programma come evento speciale ed infine “Festa del Cinema di Roma Sezione Riflessi”.

Ora sarà il momento tanto atteso nella terra natia dell’ attore, il 21 di maggio corrente alle 21:00 il film sarà proiettato al cinema Gentile di Cittanova sede anche della scuola di recitazione, un momento di gloria e soddisfazioni, tanti sacrifici hanno portato al realizzarsi del lungometraggio che parla di una catastrofe naturale e di speranza come l’ Emilia anche la Calabria terra altamente sismica si rivede in quelle scene toccanti ma non bisogna fermarsi, rimboccandosi le maniche cercando di superare le avversità di madre natura.

 

Infine dopo l’incontro di questi ultimi giorni che ha messo a confronto la scuola di recitazione con il direttore del GFF Giffoni Film Festival ci saranno di consueto degli scenari che verranno svelati dopo la proiezione del film, cosa dire vale la pena recarsi a seguire l’evento, è la Calabria che vuole cambiare, quella che lavora, quella che non abbassa la testa e con caparbietà aspira a traguardi sempre più ambiti.

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Lo dice Iacchitè nell’articolo che vi proponiamo di seguito.

In verità ci sembra non solo difficile, ma perfino incredibile.

La testa della Bruno Bossio sarebbe l’effetto della vittoria di Guccione, in arte il bretellone.

 

Le primarie, infatti, sarebbero state una vera e propria disfida come quella di Barletta nella quale i contendenti si sfidarono in difesa delle parti rappresentate

Da un lato gli Orlandiani rappresentati da Guccione-Bretellone e dall’altra i Renziani rappresentati, secondo GdD, dalla Enza Bruno Bossio.

 

Perché mai la sua non lo comprendiamo, tantomeno comprendiamo perché la sua prima delle altre , ed ancora meno perché la sua prima delle altre.

Forse perché da cavalieri , tipo Ettore Fieramosca, si dà precedenza alle donne?

 

Comunque ecco l’articolo: fate voi!

“Primarie PD: la fine di Madame Fifì e i nuovi amici di Bretellone

Delle primarie del PD non ce ne può fregar de meno. Se non fosse, come già detto, per l’opportunità che il risultato delle stesse porta con se. E ci riferiamo al risultato cittadino. Un dato è certo: l’armata di Madame Fifì è alla frutta e dalla sfida con Bretellone ne esce sconfitta. La scontata vittoria di Renzi non sarà d’intralcio, ne coprirà l’inevitabile analisi locale di questo “voto”. La lacerata situazione del PD calabrese che ben conoscono a Roma, dovrà, ora, necessariamente essere affrontata. E i primi a salire sul banco degli imputati (in tutti i sensi) non possono essere che i renziani dell’ultima ora. Qualche testa dovrà cadere e si può dire con certezza che Enza Bruno Bossio non sarà candidata alle prossime elezioni politiche. La sua parabola politica di parlamentare finisce qui. Potrà continuare a stare nel partito ma non godrà più di nessun privilegio. Addio a lauti stipendi e corsie privilegiate per questo o quel progetto o finanziamento. E soprattutto stop all’immunità parlamentare.

Per ristabilire la pace, e rilanciare il partito in Calabria, Minniti sa bene che dovrà tagliare fuori dai giochi politici chi risulta chiacchierato, non dalle “voci” da bar, ma dai verbali della magistratura. Che prima o poi, checché se ne dica, dovranno trovare “collocazione” giudiziaria. Ed i segnali che ciò realmente accada ci sono. L’istituzione di un pool ad hoc della DDA di Catanzaro che si occupa dei reati contro l’amministrazione pubblica, la riapertura del caso Bergamini che mette in evidenza la corruzione della giustizia dalle nostre parti, il correre ai ripari di marpioni e corrotti.

Del resto Minniti non ha scelta: o si dà da fare anche contro i corrotti che indisturbati da decenni, come lui ben sa, girano nella pubblica amministrazione, e non solo contro i poveri profughi e morti di fame, o rischia di perdere tutto l’appeal che in questi pochi mesi si è guadagnato, agli occhi della gente comune, come ministro. Prima che il governo Gentiloni finisca deve assestare qualche seria operazione contro la corruzione in Calabria e per la precisione a Cosenza. Città mai toccata da nessuna inchiesta.

L’isola felice della Calabria, terra di brogli e intrallazzi. La lavatrice di tutti i fondi europei frodati dai politici mafiosi. Tra Rende e Cosenza ci sono più banche che bar. La città dove l’impunità, dietro rilascio di sostanziosa bustarella, è garantita a tutti (i fratelli). Intervenire su Cosenza con tutto il materiale a disposizione della DDA significa aprire una sorta di tangentopoli calabrese che “rivoluzionerà” gli apparati di potere, sconvolgendone ogni assetto. Salta il banco. Il tutto ovviamente va letto in chiave politica/affaristica/marpionesca: togliere i vecchi potentati per metterne di nuovi. Non sarà una liberazione, ma solo la sostituzione di un potere con un altro.

 

In questo quadro non ha scampo Madame Fifì: o se ne va con le buone o se ne va con le cattive. Renzi sarà ben contento di sacrificare Nicola, Palla Palla e tutti i loro compari, pur di fare un favore al suo amico Orlando che del nostro territorio ne rivendica la reggenza.

Dunque, se Cosenza è di Orlando, non potrà mai essere che ci siano altri candidati in questo territorio al di fuori dei suoi. Gli eventuali capolista, come si sa, si discutono a Roma, e nessuno si sogna minimamente di pronunciare il nome di Madame Fifì. Su questo, oramai, non ci piove.

Questo è l’unico dato che ci interessa analizzare di queste primarie del PD, e poi fin quando si scannano tra di loro, lasciamoli fare, senza farglielo capire però.

2 maggio 2017 Da Iacchite - GdD

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La Calabria ha tutti parametri ed indicatori negativi-

A parte il mare che seppur non sempre eccezionale ( come i dati dell’Arpacal che lo vede pulito mentre non lo vediamo talvolta sporco) è lì.

A parte il sole che è sempre pendulo nel cielo, spesso azzurro, a dispetto di una politica che non può comprometterlo più di tanto.

A parte il clima che da sempre ( salvo qualche periodo glaciale ed interglaciale) è temperato e aiuta la nostra sopravvivenza e la meravigliosa produzione agricola da cui trae origine la famosa dieta mediterranea.

Tutto il resto va male

Un paese ed un popolo che non hanno anima, abituati come sono, da sempre, ad essere schiavi degli occupatori o dominatori di turno, ieri popoli del Mediterraneo oggi politici ed imprese .

L’ultimo è il primato europeo di disoccupazione.

Questo il comunicato stampa del m5s

«La necessità di garantire un lavoro stabile e dignitoso ai giovani calabresi resta la priorità politica». Lo affermano in una nota i deputati Dalila Nesci e Paolo Parentela, nel commentare gli ultimi dati Eurostat sui livelli di disoccupazione nelle regioni europee. Secondo Eurostat, la Calabria è in cima alla classifica, con una disoccupazione giovanile al 58,7% e una disoccupazione generale al 23,2%. «Sono cifre impressionanti – osservano i due parlamentari 5stelle – che confermano l'inutilità delle politiche occupazionali attuate trasversalmente dal vecchio regime, il quale agendo secondo logiche clientelari non ha mai preso in considerazione le possibilità di lavoro nell'ambito delle fonti energetiche alternative e del riciclo dei rifiuti».

«In Calabria l'esperienza di governo di Oliverio – incalzano i parlamentari 5stelle – è stata la fotocopia della precedente, benché propagandata come discontinua.

Di più, sotto la gestione Oliverio si sono moltiplicate pratiche familistiche rovinose, favorite da un accentramento di potere evidente quanto sbagliato. Lo dimostra, per esempio, la gravissima vicenda dei fondi per il teatro».

«Ancora, la sepoltura di ogni sviluppo turistico e culturale – proseguono i parlamentari – si deve alla miopia di Oliverio, il cui singolare apparato burocratico è tra le cause prime della paralisi della Regione».

«A farne le spese – concludono Nesci e Parentela – sono soprattutto i giovani, tenuti sotto scacco da promesse illusorie e da logiche politiche che, mortificando intelligenze e risorse umane, determinano crescente emigrazione di non ritorno».

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