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Un fiume in piena. In questi tempi di magra Paolo Furgiuele è forse l’unico fiume in piena in tutta la Calabria.

Parla e non dimentica niente e nessuno, ma è solo!

Racconta negli interrogatori la sua versione sul bando per i mezzi antincendio.

Tira in ballo il capo di Gabinetto di Oliverio («voleva mettere un’altra ditta»).

Parla degli incontri tesi ai piani alti della Regione e l’intervento del governatore («mi compulsava»).

Descrive la cena ad Amantea a casa di Adamo per sostenere il presidente alle primarie e alle regionali 2014 .

Non ci sta Paolo Furgiuele ad essere additato come l’uomo nero dello scandalo che ha travolto Calabria Verde.

In quattro interrogatori, solo in parte coperti da omissis, l’ex direttore generale dell’Agenzia che ha preso il posto dell’Afor ripercorre la sua parabola.

Fa nomi e cognomi.

Ed ora gli atti, confluiti nei faldoni del procedimento coordinato dalla Dda di Catanzaro, sono al vaglio degli inquirenti.

Ovviamente parole potenzialmente esplosive che necessitano di verifiche e riscontri.

Nel giorno del primo interrogatorio Furgiuele racconta di quando «fui contattato da Nicola Adamo dal quale sono amico, in quanto ha la casa estiva vicino la mia ad Amantea e frequentiamo lo stesso lido».

Adamo «Mi chiedeva proprio in ragione della mia qualità di direttore generale di Calabria Verde di appoggiare alle primarie il candidato del centrosinistra Oliverio, che io peraltro neppure conoscevo (“Tra l’altro non è che mi sia molto simpatico…”, avrebbe detto il manager ad Adamo in quella prima telefonata, ndr)».

Furgiuele chiede consiglio all’assessore all’Agricoltura Michele Trematerra, che lo aveva nominato. Ottiene il via libera e incontra «a una cena organizzata a casa di Adamo lo stesso Oliverio».

A quella serata, secondo quanto racconta, avrebbero partecipato anche «l’onorevole Bruno Bossio, moglie di Nicola Adamo, Nicola Adamo stesso, il presidente Oliverio, Guccione e forse anche Iacucci, capostruttura della segreteria di Oliverio».

Furgiuele fiuta l’aria, capisce che Oliverio vincerà e supera indenne lo spoils system.

Gli interessi intorno a Calabria Verde sono enormi.

«Chi mi ha fatto più pressioni di tutti sulla questione dell’antincendio boschivo e che si è inserito nella procedura è stato Pignanelli. (…)

Infine si fu una lite furibonda con Giuseppe Bianco, dg della Presidenza. Ed un chiarimento al cospetto di Oliverio.

Secondo quello che Furgiuele racconta ai magistrati, i toni ai piani alti della Regione si fanno accesi. Oliverio «urla, inveisce contro Pignanelli in presenza di più persone, fu una cosa pubblica».

Poi Furgiuele parla dell’incarico a Magnone.

«Ne parlai con Iacucci e D’Acri. Per tutti gli incarichi mi sarei confrontato con il presidente Oliverio».

Furgiuele sostiene che«Il nome di Magnone mi fu suggerito dalla politica» considerato una sorta di consulente di fiducia dell’ex dg dell’agenzia regionale.

In uno dei suoi interrogatori, il manager prova a difendersi dalle accuse di aver assunto un professionista privo dei titoli necessari. E lo fa coinvolgendo pezzi della politica. Il succo del ragionamento svolto davanti agli inquirenti è: Magnone non l’ho scelto io, mi è stato segnalato. Anche in questo caso le parole di Furgiuele sono sottoposte a una scrupolosa verifica investigativa. L’ex direttore generale spiega: «Magnone mi è stato indicato da Franco Iacucci. Io andai da Iacucci con un elenco di professionisti che componevano la short list che era stata formata da una commissione al cui interno c’era anche Savio (Leandro, un altro dirigente di Calabria Verde, ndr), che all’epoca non aveva sollevato obiezioni sull’inserimento nella stessa di Magnone. Ho sottoposto questa short list a Iacucci, in qualità di capostruttura della Presidenza regionale, e al consigliere D’Acri, in qualità di delegato all’Agricoltura, affinché mi indicassero i nomi all’interno della short list da nominare».

«Anche per i successivi incarichi, di volta in volta avrei seguito sempre la stessa procedura di consultarmi con il mio assessore ovvero il presidente della giunta regionale per avere indicazioni sulle nomine». Il manager ribadisce che «Magnone mi è stato indicato separatamente, ma in maniera convergente, sia da Iacucci che da Mauro D’Acri», consigliere del gruppo “Oliverio presidente” e dunque la scelta «non era dovuta a mio interesse personale».

Sulle tracce Magnone, però, ci sono gli uomini della Guardia di finanza. Cercano di capire se la nomina sia regolare. Si imbattono in un’autocertificazione del perito: dice di essersi laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università Mediterranea nel luglio 2000.

Completa il documento con il voto: 88 su 110.

Peccato che dall’ateneo di Reggio Calabria non ne sappiano nulla. In una comunicazione del luglio 2016, infatti, «si informa che dalle ricerche effettuate nella Banca dati studenti non risulta il rilascio della laurea» a Magnone, che «è stato iscritto al corso di laurea in Architettura nell’anno accademico 1983-1984 e ha presentato rinuncia agli studi il 28 marzo 1990».

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pubblicitàPubbliemme a capo di Domenico Maduli, dopo diversi ricorsi e con ben 6 sentenze smaschera l’errore clamoroso da parte del Comune di Vibo Valentia, che stava demolendo illecitamente i loro impianti pubblicitari.

Da alcuni anni il comune di Vibo Valentia aveva definito alcuni impianti pubblicitari realizzati e posti dalla Pubbliemme (gruppo nato nel 1999 e che si occupa della gestione delle attività di marketing sull'intero territorio nazionale) illegittimi e per tanto dovevano essere demoliti dal comune.

Dopo diversi ricorsi il Consiglio di Stato ha riconosciuto che non occorre alcun permesso a costruire per l’installazione degli impianti pubblicitari, per tanto le ordinanze di demolizione per gli impianti della Pubbliemme sono state finalmente annullate.

Il Codice della strada del 1993 e i regolamenti comunali prevedono che per la costruzione degli impianti pubblicitari basta la sola autorizzazione da parte del Comune e non il permesso a costruire, la cosiddetta licenza edilizia. Questo è stato ribadito e affermato da ben 6 sentenze diverse con le quali sono state annullate le ordinanze che nel 2011 aveva emesso il Comune di Vibo Valentia per la demolizione di tali impianti pubblicitari.

Alcune ordinanze sono state già eseguite e quindi alcuni impianti sono stati già demoliti senza aspettare il verdetto dei ricorsi presentate sia dalla Pubbliemme e sia da altre due imprese quali la “Ige Comunicazioni” e l’Affitalia Outdoor (aziende dello stesso gruppo). Il comune ora deve risarcire la Pubbliemme per il danno provocato dalle demolizioni definite non legittime dal Consiglio di Stato.

Il presidente del Gruppo Pubbliemme, si ritiene del tutto soddisfatto del verdetto finale in cui è stata riconosciuta la legittimità degli impianti pubblicitari, commentando cosi:

“E’ un grande successo. Un successo sul quale non abbiamo mai nutrito dubbi, consapevoli della correttezza del nostro agire, improntato su solidi presupposti di onestà, legalità e trasparenza. E’ una sentenza che rende giustizia alle nostre ragioni ma che ci ripaga solo parzialmente dell’inconcepibile campagna stampa diffamatoria e strumentale subita e dei gravissimi errori commessi nei nostri confronti da alcuni rappresentanti delle amministrazioni locali, di fronte invece a una condotta – la nostra – assolutamente ineccepibile”.

Inoltre il Presidente Domenico Maduli , ha colto l’occasione per ringraziare tutti i suoi collaboratori e clienti che hanno creduto in loro “insieme alla fiducia dei clienti e, soprattutto, la mia famiglia che in silenzio è sempre stata al mio fianco, nonostante le tante amarezze subite e sopportate ingiustamente”.

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unicalUn gran successo quello di giovedì scorso, presso il Centro Sportivo Universitario durante la Prima edizione della Notte Bianca dello Sport, un evento che ha permesso l'incontro tra la realtà scolastica - con la presenza dei ragazzi della Summer School 2017 - e quella universitaria. Entusiasmanti le dimostrazioni delle attività svolte al CUS durante tutto l'evento e l'intrattenimento non è stato da meno.


"Aggregazione è una delle parole chiave che può caratterizzare l'intero evento" - afferma il Rappresentante degli studenti al Comitato per lo Sport Universitario, Giulio Curcio Terremoto che si dichiara soddisfatto per il Boom di presenze.

"Sono in cantiere già altri eventi, ma giovedì per noi è stato un motivo di grande soddisfazione e di gioia, ma soprattutto di sprono a fare sempre meglio.

Continuerò ad impegnarmi al massimo come Rappresentante, rimane, infatti, meno di anno alla fine del mandato e, sebbene già abbiamo raggiunto molti obiettivi, c'è ancora tanto da fare.

Voglio, infine, ringraziare tutte le persone che hanno permesso la realizzazione di questo evento, ma sopratutto i ragazzi di "Sviluppo Universitario", associazione studentesca di cui sono orgogliosamente presidente, sono sicuro che insieme a questi eccezionali ragazzi, con l'impegno che c'ha sempre contraddistinto, saremo al fianco di tutti gli studenti, tutelandone ogni diritto, continuando a lavorare per un Campus sempre più accogliente e vissuto sotto tutti gli aspetti".

 

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