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Finalmente!. Ed occorre ringraziare il consigliere regionale del PDL Giovanni Nucera.

Un atto di onestà intellettuale. Finalmente ( insistiamo) dopo migliaia di “pagliette” non solo estive che hanno addormentato la pubblica opinione e compromesso( speriamo irrimediabilmente) quella stampa piegata al potere od ai poteri e che ha sostanzialmente fatto finta che il problema non ci fosse o che fosse politico. Niente di meno vero. Il problema c’è. Lo sanno tutti e tutti hanno fatto finta di non vederlo

Ora però dopo liti tra partiti responsabili ( tutti ed in egual modo) , dopo liti tra territori tutti pronti a litigare per avere confermato od ampliato il proprio ospedale , ora si diceva esce qualche verità

E’ il caso della signora di 93 anni che è andata a Paola per togliersi il gesso e non ha trovato disponibilità in tal senso! Roba da terzo mondo!

Ora anche il consigliere Nucera, il quale dice: ''I recenti casi di malasanità emersi dalla cronaca di questi giorni rivelano una difficoltà strutturale che va oltre l'impegno che medici e personale sanitario svolgono quotidianamente negli affollati reparti dei nosocomi calabresi, a cominciare dai Pronto Soccorso, alcuni dei quali, come sta avvenendo agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, sono ormai al collasso ''.

''Non e' in discussione la professionalità e la preparazione dei nostri medici, e la dedizione con cui svolgono il loro lavoro. La carenza di personale medico - prosegue - ha costretto i più volenterosi ed eroici a turni estenuanti ed insopportabili. Ma c'e' il rischio che gli errori, le disattenzioni siano sempre in agguato. Circola voce, addirittura, che 9 medici su 12 di quel reparto abbiamo presentato certificati medici di malattia''.

''Se di emergenza si tratta allora bisogna agire con misure d'emergenza e l'utilizzo, in Calabria, nei reparti più delicati e impegnativi, di personale medico e di ausiliari del Corpo sanitario dell'esercito, mi sembra, al momento la cosa migliore da fare''.

Conclude sempre Nucera: ''Lo Stato non può solo imporre, come e' giusto, regole e prescrizioni riguardanti il rientro del debito, o la regolarità e coerenza delle spese, ma deve fare la sua parte per assicurare, in questa fase di profonda e complessiva ristrutturazione della sanità calabrese, la piena ed efficace funzionalità dei servizi''.

In tale grave situazione Nucera chiede ''l'istituzione di una task-force governativa, per superare l'emergenza del momento, causata da carenza di personale, e processi di riorganizzazione che, seppure avviati ed ormai a pieno regime, non riescono a superare le criticità che derivano da decenni di gestione superficiale ed approssimativa di un comparto così importante''.

Non sappiamo se questa sia la soluzione ( visti i commissariamenti da parte dello Stato), ma certamente si imporrebbe un cambiamento radicale di TUTTA la CLASSE POLITICA REGIONALE che HA DETERMINATO TALE GRAVE SITUAZIONE, USANDO(in questo caso si) L’ESERCITO SE NON SE NE VANNO TUTTI!.

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Incredibili i dati dell’Arpacal. Incredibili nella loro incredibilità ed inutilità.

Se accedete al sito “segnalazioni SOS mare” leggerete che le segnalazioni sono distribuite nel numero di 37 in provincia di Cosenza, di 36 in Reggio Calabria e di 42 in provincia di Catanzaro,Crotone,Vibo valentia

In realtà non è il numero delle segnalazioni ma le località; un dato di fatto inutile perché non rende nemmeno la intensità delle segnalazioni medesime

Bisogna accedere in ogni località per percepire, almeno a livello teorico, gli eventi. Si scopriranno così almeno 3 tipologie di intensità. Quella con una o due segnalazioni, quella con 8-10 segnalazioni e quelle con 10 ed oltre venti segnalazioni.

Ed è una sorpresa scoprire tra le prime località non tanto Rossano, quanto Tropea! E poi ancora Nicotera e Falconara Albanese.

Viene allora da chiedersi da cosa dipende tale differenza. Da maggiore o minor sensibilità ecologico- ambientale?. Dal minor e maggior numero di presenze? O da che cosa? Ed ancora, si tratta di scarichi abusivi, forse? Ed infine ad ogni segnalazione corrisponde un accesso?

Ma ecco cosa dice l'Arpacal.

 

La presenza di rifiuti a mare e di schiume, che nella maggior parte dei casi è stata accertata quale mucillagine o proliferazione algale, sono le principali emergenze segnalate al Numero Verde dell’Arpacal (800.33.19.29) dai cittadini presenti su pressoché l’intera costa calabrese.

E’ questo l’esito del primo report interno di valutazione dell’iniziativa “SOS Pronto intervento per il Mare 2013”, operativa a seguito di un accordo siglato tra l’assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, la Direzione Marittima regionale e l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal).

“E’ su gran parte della costa calabrese – afferma la dr.ssa Francesca Pedullà, responsabile scientifico dell’iniziativa - che le criticità evidenziate dai cittadini, nella maggior parte dei casi, riguardano la presenza di rifiuti a mare e schiuma, percepita come inquinamento causato dallo sversamento in mare di acque reflue non depurate, ma spesso risultanti quali mucillagine o proliferazione algale di specie non tossiche non associate alla presenza di coliformi ed enterococchi intestinali, e quindi non di origine fecale”.

“A riguardo – continua Pedullà - occorre precisare che già lo scorso anno, dagli interventi effettuati nella campagna SOS Mare 2012, è emerso che lo specchio acqueo antistante molti comuni costieri è stato interessato dal fenomeno dell’insorgere periodico di schiume dense e persistenti lungo la fascia costiera sia ionica che tirrenica. Il fenomeno delle mucillagini è la manifestazione di un complesso meccanismo biologico e fisico influenzato da molti fattori. Primi fra tutti la circolazione delle acque, l’intensità dei venti, la geomorfologia della linea di costa, l’incremento dei nutrienti nel periodo estivo e la presenza di fonti di impatto antropiche e da apporti fluviali. Il meccanismo fisico che determina la formazione delle schiume è infatti influenzato da una particolare circolazione delle acque che in associazione a venti di modesta intensità e alla temperatura stagionale, permette al plancton naturale di risalire in superficie per concentrarsi in aggregati schiumosi, anche molto estesi, dovuti all’attività metabolica naturale dello stesso fitoplancton”.

“Le analisi microbiologiche sulle schiume che hanno effettuato i laboratori Arpacal – conclude la dr.ssa Pedullà - non hanno evidenziato contaminazione fecale. L’analisi microscopica in alcuni casi ha rilevato presenza di fioritura algale come nello specchio acqueo antistante il comune di San Ferdinando (RC), interessato dalla presenza della microalga “Gymnodinium spp”, referto confermato anche dagli esperti del Centro di Ricerche Marine di Cesenatico. Si tratta di cloroficee che non appartengono alle specie produttori di tossine”

L’incredibile sta nel fatto che questi fenomeni di aggregati schiumosi( anche colorati) sono così normali che ci si vuol far credere che bisogna preoccuparsi se non li vediamo!!!!

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Ecco il comunicato dell’Arpacal

Mentre l’operazione denominata “Calipso”, condotta dal Corpo forestale dello Stato e dalla Capitaneria di Porto di Corigliano Calabro, ha portato al sequestro di dieci depuratori di comuni dello ionio cosentino, le segnalazioni raccolte dal Numero Verde dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (ARPACAL), nell’ambito dell’iniziativa “SOS Pronto intervento per il Mare 2013”, già dai primi giorni di luglio avevano acceso una spia sull’area jonica cosentina.  

Nell’edizione del 2012, infatti, sul totale delle segnalazioni ricevute, la costa jonica cosentina occupava soltanto l’1,47% del totale, mentre in questa prima fase dell’edizione 2013, la stessa area interessa l’11,66% delle complessive segnalazioni raccolte.

“La spia che la situazione stesse presentando qualche emergenza nell’area jonica cosentina – commenta il direttore scientifico dell’Arpacal, dr. Oscar Ielacqua - era stata accesa già dagli operatori del nostro Numero Verde, raffrontando i dati 2013 con quelli del 2012. Al di là dell’esito delle analisi scientifiche, che hanno standard e tempi da seguire, e di quelle giudiziarie, la percezione da parte dell’utenza che qualcosa non stesse andando per il verso giusto è stata pressoché immediata”.

Anche un nuovo aggiornamento delle statistiche registra, più in generale, la provincia di Cosenza balzare al comando della classifica delle province maggiormente segnalate al Numero Verde Arpacal (800.33.19.29). La provincia bruzia, infatti, sale al primo posto, passando dal 32 al 38% delle segnalazioni totali; Catanzaro scende di una posizione, occupando il secondo posto della classifica con un 26%, mentre nel precedente monitoraggio aveva il 33%. Vibo Valentia si mantiene stabile al 16%; leggero calo per Reggio Calabria, che passa dal 12 all’11%, mentre Crotone sale dal 7 al 9% sul totale delle segnalazioni ricevute.

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