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La provincia di Cosenza annovera 155 comuni. Quasi la metà, cioè, ben 74 saranno chiamati alle urne nelle prossime amministrative nel maggio 2014.

Sarà una importante occasione per cambiare.

Cambiare la politica, cambiare gli amministratori, mandare via chi ha mal gestito la cosa pubblica, distrutto il futuro dei giovani calabresi, distrutto l’immagine della calabria, la sua economia, eccetera.

Basta fermarsi un attimo e ricordare.

Basta affacciarsi dalla finestra e guardare .

Importa poco che sia un piccolissimo paese, una cittadina od un capoluogo.

Ci sarà spazzatura abbandonata, marciapiedi sporchi e strade piene di buche

E se proprio non volete affacciarvi per non diventare terribilmente tristi basta vedere la prenotazione a 12 mesi per la vostra mammografia, quella di vostro marito o padre o figlio per lo specialista fra quattro , sei mesi. Una vergogna in un paese c he si dichiara civile.

È questa l’occasione per ripagarvi di quanto male vi stanno facendo

E se poi nontrovate ancora la giusta rabbia guardate le ultime bollette pervenute: il canone dell’acqua, il canone della fognatura, il canone della depurazione, la bolletta del consumo dell’acqua, quella della fognatura e quella della depurazione( e poi pensate al mare), la bolletta della tarsu, della tares, dell’Imu, del passo carraio, eccetera.

Particolare attenzione è chiesta a coloro che votano.

Ecco l’elenco completo dei comuni interessati:

01. Acquaformosa

02. Acquappesa

03. Aiello Calabro

04. Alessandria del Carretto

05. Altomonte

06. Amantea

07. Aprigliano .

08. Belvedere Marittimo

09. Bianchi .

10. Bocchigliero .

11. Buonvicino .

12. Caloveto .

13. Castiglione Cosentino .

14. Celico .

15. Cerchiara di Calabria .

16. Cervicati .

17. Civita .

18. Colosimi .

19. Cropalati .

20. Crosia .

21. Diamante .

22. Domanico .

23. Figline Vegliaturo .

24. Firmo .

25. Fiumefreddo Bruzio .

26. Frascineto .

27. Grimaldi .

28. Lago .

29. Laino Castello .

30. Lattarico .

31. Longobardi .

32. Malito .

33. Malvito .

34. Mandatoriccio .

35. Mendicino .

36. Mongrassano .

37. Montalto Uffugo .

38. Montegiordano .

39. Morano Calabro .

40. Mottafollone .

41. Nocara .

42. Oriolo .

43. Orsomarso .

44. Paludi .

45. Parenti .

46. Pedace .

47. Pedivigliano .

48. Piane Crati .

49. Rende .

50. Rocca Imperiale .

51. Rose .

52. Roseto Capo Spulico .

53. Rota Greca .

54. San Basile .

55. San Benedetto Ullano .

56. San Donato di Ninea .

57. San Giorgio Albanese .

58. San Marco Argentano .

59. San Pietro in Guarano .

60. Santa Caterina Albanese .

61. Santa Domenica Talao .

62. Santa Maria del Cedro .

63. Santa Sofia d'Epiro .

64. Santo Stefano di Rogliano .

65. Scalea .

66. Scigliano .

67. Serra Pedace .

68. Spezzano Albanese .

69. Tarsia .

70. Terranova da Sibari .

71. Torano Castello .

72. Vaccarizzo Albanese .

73. Verbicaro .

74. Villapiana .

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La nota di Loiero a Wanda Ferro

Gentile Presidente, questa mia è per rappresentarLe tutto il mio dissenso nei confronti del tentativo, in questi giorni in atto, di riproporre un'azione già sventata in passato, tendente a realizzare in Calabria una società aeroportuale di gestione unica, che ingloberebbe la lametina Sacal, la reggina Sogas, e la crotonese Sant'Anna.

Nella foto l'aeroporto di Reggio

Sono persuaso che questo sarebbe letale per Lamezia terme: uno scalo ancora attivo, su cui la Giunta regionale di centrosinistra investì in un importantissimo progetto strategico, finanziato con i fondi europei.

Sia chiaro, io non ho nulla in contrario nei confronti della struttura aeroportuale di Crotone, che al contrario va difesa essendo, insieme alla Locride, uno dei due aeroporti più isolati della Regione; né tantomeno nei confronti di quella dello Stretto, benché si tratti d’una società per molte discutibili ragioni oberata di debiti. Anzi, sono persuaso che queste realtà debbano vivere autonomamente. Ma resto fermamente convinto che è inaccettabile, oggi, trasformare una forza com'è quella di Lamezia, riducendola ad indebolirsi complessivamente, col rischio di essere compromessa dai debiti di Reggio e di Crotone.

Anche per questo mi rivolgo ai sindaci e al commissario straordinario della Provincia di Catanzaro, esortandoli a vigilare su questa mole di debiti, in particolare su quelli provenienti da Reggio Calabria, perché qualora questo progetto, che è pura follia, andasse avanti, la massa debitoria potrebbe essere interamente spalmata sulla sola Lamezia.

Già siamo in presenza d'una provincia fortemente indebolita dalla Giunta di centrodestra, laddove invece la nostra attenzione fu a trecentosessanta gradi: dalla mobilità, con il potenziamento dell'aeroporto e la realizzazione della metropolitana ferroviaria, alla realizzazione della Cittadella e del nuovo Ospedale Pugliese a Germaneto, sino alla 106. Ma pensare, oggi, di unificare le tre società in una sola significherebbe, a mio avviso, indebolire quella nostra straordinaria risorsa che è Lamezia. Mercoledì 22 Gennaio 2014 Agazio Loiero

Ndr. Mors tua vita mea. Loiero non spiega chi ci sia dietro il tentativo che lui definisce “folle”. Non solo. Dimentica di evidenziare quali sono i debiti degli aeroporti di Reggio e Crotone che poi dovrebbero essere pagati dai soci dell’aeroporto di Lamezia Terme.

A Loiero chiediamo : l’aeroporto di Scalea finirà nello stesso grande calderone?.

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I giornalisti bocciano l’aumento della quota di solidarietà dal 40 al 60% e l’editore minaccia la chiusura.

RENDE (Cosenza) – “Non è scaricando quasi interamente il costo del lavoro sugli ammortizzatori sociali (finanziati dall’Inpgi, ovvero con il sacrificio ed il sudore degli stessi giornalisti) che si garantiscono stabilità, qualità e, soprattutto, futuro ad un’azienda in crisi. Il rilancio deve necessariamente essere affidato ad un serio piano editoriale che, ad un’altrettanto seria razionalizzazione delle spese (intese come taglio del superfluo e dell’improduttivo), affianchi un adeguato progetto innovativo che consenta alla testata di rimanere sul mercato e magari di intercettare nuove fasce di lettori”.

Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, commenta così l’esito del referendum con il quale l’Assemblea dei giornalisti de “l’Ora della Calabria” ha respinto la richiesta dell’editore di elevare dal 40 al 60 percento la quota del contratto di solidarietà sottoscritto, il 14 gennaio 2013, da Gruppo Editoriale C&C, Sindacato Giornalisti della Calabria, Confindustria Cosenza e dalla delegazione dei giornalisti. Contratto di Solidarietà di durata biennale (dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2014) per 48 unità lavorative, con riduzione (verticale) dell’ orario di lavoro pari al 40% dell ’orario di lavoro previsto dal Cnlg, concordando che eventuali deroghe, per essere valide, devono essere comunque sottoscritte dalle parti firmatarie .

Ricordando che, al di là dell’esito della votazione dell’Assemblea, l’editore avrebbe comunque dovuto attivare (cosa che non è avvenuta) una nuova procedura per il riconoscimento dello stato di crisi, Carlo Parisi invita l’editore Alfredo Citrigno a rispettare la volontà dell’Assemblea dei giornalisti che, con 29 voti contrari, 19 favorevoli e 7 schede bianche o nulle, ha respinto, dunque, con la maggioranza assoluta una proposta che, a fronte di un risparmio quasi irrisorio nell’economia di un quotidiano regionale di queste proporzioni, avrebbe ulteriormente aggravato il taglio dei compensi ai giornalisti. E, soprattutto, con una riduzione dell’orario del lavoro del 60 percento, non avrebbe certamente potuto assicurare qualità e completezza al prodotto che, inevitabilmente, ne avrebbe risentito sia in termini di vendite che di raccolta pubblicitaria.

“Dando per scontato il rispetto della riduzione dell’orario di lavoro, per non incorrere penalmente nel reato di truffa, in buona sostanza – osserva Carlo Parisi – che giornale si può offrire potendo disporre dei giornalisti per soli due giorni a settimana?”.

Il vicesegretario della Fnsi giudica, quindi, “assolutamente seria e responsabile la votazione dei giornalisti” che, riunitisi a Lamezia Terme, nell’Assemblea convocata dal Comitato di redazione (Marco Cribari, Domenico Miceli, Mauro Nastri, Gabriella Passariello) e dal Rappresentante dei collaboratori (Simona Musco), ha espresso la propria contrarietà all’aumento della quota di solidarietà.

Alla reazione dell’editore, Alfredo Citrigno, che, appresa la notizia, ha comunicato l’intenzione di chiudere il giornale entro la giornata di domenica, il Comitato di redazione de “l’Ora della Calabria”, ha reiterato la richiesta di “rispettare la volontà dell’assemblea dei giornalisti”, convinto che “il piano di risparmio previsto dall’editore non debba passare anche attraverso l’ulteriore riduzione degli stipendi del personale. Anche perché il mancato risparmio previsto dall’eventuale aumento della solidarietà… non giustifica in nessun modo la chiusura definitiva del giornale”.

Il Comitato di redazione ritiene “piuttosto che la strada da seguire sia quella già tracciata con impegno dall’editore: con la nomina di un nuovo direttore che ha iniziato a porre rimedio a tutti gli errori e alle inadempienze degli ultimi tre anni; con l’apertura di un dialogo costante – che auspichiamo continui – con il Cdr che avvicina la proprietà al corpo redazionale nel perseguimento di obiettivi comuni; con il progetto di rilancio del giornale che, oltre a creare entusiasmo tra i giornalisti, ha come obiettivo l’aumento delle vendite in edicola”.

“È con questo spirito, dunque, che – conclude il Cdr – chiediamo all’editore di partecipare insieme al segretario regionale del sindacato dei giornalisti, Carlo Parisi, al tavolo delle trattative che sarà fissato nelle prossime ore”.

Carlo Parisi ricorda che, l’8 gennaio scorso, aveva inviato all’editore Alfredo Citrigno, al direttore e al Comitato di redazione una lettera nella quale sottolineava, tra l’altro, che “il rinnovo del contratto di solidarietà è legato alla specifica procedura da trattare, comunque, ad un tavolo di confronto che non può essere certamente quello convocato per la presentazione del Piano editoriale del direttore”.

“Confidando nella presentazione di un Piano editoriale che valorizzi la qualità dell ’informazione, ovvero il lavoro dei giornalisti nei confronti dei quali non sono ammissibili ulteriori tagli di sorta”, il vicesegretario della Fnsi aveva, quindi, rinnovato all ’editore l ’appello a “puntare sul prodotto e non sui tagli, per non rischiare di compromettere definitivamente il futuro del giornale”.

Rinnovando “la più totale disponibilità del sindacato dei giornalisti al confronto, serio e costruttivo, come sempre avvenuto finora”, Carlo Parisi aveva, inoltre, sottolineato la “più assoluta contrarietà ad eventuali operazioni finalizzate alla richiesta di ulteriori sacrifici ai giornalisti che, in questi anni, hanno lavorato senza soste e riserve per garantire qualità e professionalità al giornale”, invitando, quindi, “di fare i conti con la crisi senza mortificare la dignità umana e professionale dei giornalisti”.

All’editore de “l’Ora della Calabria”, Alfredo Citrigno, Carlo Parisi chiede, quindi, di “richiedere il secondo anno di contratto di solidarietà nella misura e nelle modalità sottoscritte (40% verticale), senza lasciarsi tentare da scelte avventate che avrebbero come unico effetto la chiusura di una testata che, grazie al serio e scrupoloso impegno di quanti vi lavorano, ha conquistato una importante fetta del debolissimo mercato editoriale calabrese”.

“L’ipotesi della solidarietà al 60% – aggiunge Carlo Parisi – costituirebbe per i giornalisti solo una doppia beffa: la pesante riduzione dello stipendio e il pugno nello stomaco per l’Inpgi (che ricordo finanzia totalmente gli ammortizzatori sociali) che, di questo passo, sarà costretto in tempi brevi a ridurre le prestazioni (si ipotizza già la riduzione del trattamento di disoccupazione da 24 a 12 mesi), mettendo in forse la sua stessa tenuta”.

“In gioco, insomma, – conclude Carlo Parisi – non c’è solo il futuro di una testata che, con la disponibilità dell’editore Alfredo Citrigno – che con il sindacato ha sempre mantenuto corrette relazioni sindacali –, può certamente continuare a vivere senza pensare al risparmio soltanto tagliando il costo del lavoro, ma il futuro prossimo di una professione che non può rinunciare, sempre e comunque, a tutto, anche alla propria dignità. Sul punto, riconosco che l’editore Alfredo Citrigno ha sempre dichiarato di non voler licenziare nessuno, ma nel contempo ribadisco che chi guadagna 300 euro al mese non può sostenere di avere un lavoro, perché un salario così basso non consente neppure di sopravvivere. Non a caso, ho sempre sostenuto – incalza Parisi – che è meglio avere pochi giornalisti ben pagati che molti mal pagati o, addirittura, non pagati. Per rispetto della dignità umana e professionale dei giornalisti e di quegli editori che, pur rispettando i contratti e pagando stipendi e contributi, subiscono la concorrenza sleale di quanti, invece, fanno del rispetto delle regole un optional, nel silenzio di quanti sono deputati a vigilare sul rispetto delle regole più elementari del vivere civile"

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