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"In Italia ci sono 3,3 milioni di lavoratori invisibili"

Domenica, 08 Luglio 2018 13:51 Pubblicato in Italia

Cgia di Mestre: Sono 3,3 milioni i “lavoratori invisibili” che ogni giorno si recano nei campi, nei cantieri, nei capannoni o nelle case degli italiani per prestare la propria attività lavorativa.

 

 

Pur essendo sconosciuti all’Inps, all’Inail e al fisco, gli effetti economici che producono questi soggetti sono importanti e pesantissimi.

Secondo le ultime stime elaborate dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, questo esercito di irregolari genera 77,3 miliardi di fatturato in nero all’anno, sottraendo al fisco un gettito di 42,6 miliardi di euro.

A rimetterci non sono solo le casse dell’erario, ma anche le tantissime attività produttive e dei servizi, le imprese artigianali e quelle commerciali che, spesso, subiscono la concorrenza sleale di questi soggetti.

I lavoratori in nero, infatti, non essendo sottoposti ai contributi previdenziali, a quelli assicurativi e a quelli fiscali consentono alle imprese dove prestano servizio, o a loro stessi, se operano sul mercato come falsi lavoratori autonomi, di beneficiare di un costo del lavoro molto inferiore e, conseguentemente, di praticare un prezzo finale del prodotto/servizio molto contenuto.

Prestazioni, ovviamente, che chi rispetta le disposizioni previste dalla legge non è in grado di offrire.

“Nel Sud, ad esempio, dove la presenza è diffusissima", afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo, "possiamo affermare che il sommerso è anche un vero e proprio ammortizzatore sociale.

Sia chiaro, nessuno vuole giustificare il lavoro nero legato a doppio filo con forme inaccettabili di caporalato, sfruttamento e mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Tuttavia, quando queste forme di irregolarità non sono legate ad attività controllate dalle organizzazioni criminali o alle fattispecie appena richiamate, costituiscono, in momenti difficili, un paracadute per molti disoccupati o pensionati che altrimenti non saprebbero come conciliare il pranzo con la cena”.

Tre milioni di persone, dunque, costituite da lavoratori dipendenti che fanno un secondo o terzo lavoro, da cassaintegrati o pensionati che arrotondano le magre entrate o da disoccupati che in attesa di rientrare nel mercato del lavoro sopravvivono “grazie” ai proventi riconducibile a un’attività irregolare.

Per contrastare questo fenomeno la reintroduzione dei voucher potrebbe essere una prima risposta.

“I voucher", afferma il segretario della CGIA Renato Mason, "erano stati concepiti dal legislatore per far emergere i piccoli lavori in nero.

Se in alcuni settori c’è stato un utilizzo del tutto ingiustificato di questo strumento, paradossalmente il problema dei voucher non è ascrivibile al loro eccessivo ricorso, ma, al contrario, per essere stati impiegati pochissimo in particolar modo al Sud, dove la disoccupazione è molto elevata e l’abusivismo e il sommerso hanno dimensioni molto preoccupanti.

Eliminarli, quindi, è stato un errore.

Pertanto, vanno assolutamente reintrodotti, in particolar modo nell’agricoltura, nel turismo, nei settori dove è forte la stagionalità e tra le micro imprese artigiane”.

Oltre ai voucher, ovviamente, per contrastare questo fenomeno c’è la necessità, in particolar modo, di abbassare le tasse e i contributi previdenziali, di ridurre il carico amministrativo e di incentivare le misure dissuasive e di stimolo all’emersione, sostenendo, soprattutto, l’attività di controllo eseguita dagli organi preposti.

Senza contare, infine, che è necessario mettere in campo una grande operazione educativa in tutti gli ambiti sociali per promuovere la cultura della legalità.

Ritornando alle cifre emerse dall’elaborazione, la regione più a “rischio” è la Calabria che presenta 146 mila lavoratori in nero.

Questa situazione, secondo l’elaborazione della Cgia si traduce in quasi 1,6 miliardi di euro di mancate entrate per lo Stato dalla Calabria.

Segue la Campania che con 382.900 unità di lavoro irregolari

Le tasse che mediamente vengono a mancare in Campania ammontano a 4,4 miliardi di euro all’anno.

Al terzo posto di questa particolare graduatoria troviamo la Sicilia, con 312.600 irregolari.

Le imposte e i contributi non versati sfiorano i 3,5 miliardi di euro all’anno.

Il territorio meno interessato dalla presenza dell’economia sommersa è il Veneto con 199.400 lavoratori in nero che sottraggono al fisco quasi 2,9 miliardi di euro.

I maggiori evasori fiscali sono quindi

La Campania con 4,4 miliardi di euro all’anno.

La Sicilia con 3,5 miliardi di euro all’anno.

Il Veneto con quasi 2,9 miliardi di euro

La Calabria con 1,6 miliardi di euro:

 

Sottomarina. Ecco il mare vicino a Venezia

Domenica, 08 Luglio 2018 13:02 Pubblicato in Italia

Se fosse successo in Calabria tutti i giornali ne avrebbero parlato e per più giorni.

Ma visto che succede nel Veneto silenzio o quasi.

Di cosa si tratta? Di mucillagine.

 

Una massa gelatinosa, generata dall'accumulo di materiale organico di origine fitoplanctonica che ingloba qualsiasi particella si trovi in sospensione (batteri, plancton d'ogni genere e detrito inorganico), si estende almeno dall'altezza della bocca di porto di Chioggia nel veneziano, fino a Goro.

I pescatori ne hanno notato grandi quantità, ad una decina di miglia dalla costa.

Si tratta di un fenomeno naturale, noto da secoli.

Nel 18esimo secolo lo chiamavano “bronto del mare”.

Ma allora nessuno faceva i bagni

I pescatori, però, lo temono perché sanno che quando il conglomerato semigalleggiante imputridisce, precipita inesorabilmente sul fondo provocando gravi morie.

Ne fanno le spese soprattutto le specie che vivono a diretto contatto con la sabbia ed il fango, come le sogliole, le triglie ed i rombi.

Per molto tempo la comparsa della mucillagine soprattutto nell’Adriatico è stata classificata come un fenomeno naturale, poco gradevole per i bagnanti ma senza pericoli.

Ora sembrerebbe che tutto ciò debba essere riconsiderato in base ad uno studio dell’equipe del professor Roberto Danovaro, direttore del Dipartimento di Scienze del mare dell’Università politecnica delle Marche.

Studio che non farà certo felici chi sulle vacanze al mare ci vive.

Infatti la notizia ha già fatto il giro del mondo.

Poi è stato dimenticato

Secondo questa ricerca il fenomeno della mucillagine si allarga e assume carattere ricorrente in coincidenza con i fenomeni di riscaldamento anomalo dell’acqua marina, in estate come in inverno.

«Il fenomeno – avverte il prof. Danovaro – è palese sulle coste del Mediterraneo, dove le mucillagini sono più frequenti ed estese; ma comincia a verificarsi anche sulle coste di terre bagnate dagli oceani».

L’analisi, condotta prevalentemente in Adriatico e nel Mediterraneo, rivela che nell’arco di 5-10 anni, sta diventando costante, parallelamente all’estensione, l’aumento della ricorrenza di mucillagine.

Ma ancora più preoccupante appare la scoperta, per la prima volta, che le mucillagini sono portatrici di microrganismi patogeni dannosi per l’uomo e che non esistono normalmente in mare.

L'armatore Doriano Maistrello riferisce che, nel corso degli ultimi giorni, la zona interessata al fenomeno si è notevolmente ampliata.

Possiamo solo sperare commenta che presto si verifichi qualche evento atmosferico di una certa entità, in grado di bloccare la proliferazione della specie che determina la mucillagine.  Sarebbe davvero grave aggiunge - qualora il culmine del fenomeno finisse per coincidere con l'ormai imminente periodo del fermo biologico, che tutti i pescatori rispettano affinché le specie locali possano riprodursi.

Ad Amantea corre voce che il PM di Paola avrebbe chiesto non 6 ma 12 arresti.

Ovviamente è solo una voce,  possibile , se non attendibile.

Non sappiamo chi possano essere questi altri 6 per i quali il PM avrebbe chiesto gli arresti

 

 

Né sappiamo le ragioni per le quali il GIP non li avrebbe concessi.

Appare credibile , però, che alla base del mancato arresto possa esservi il fatto che questi 6 non avrebbero potuto in alcun modo inquinare le prove a loro carico.

Prove intangibili invero se tutti gli arresti sono stati convalidati.

Se vero potrebbe trattarsi forse di ex amministratori……

Se vero, appare anche logico pensare che la nominanda commissione di indagine di cui Signorelli ha parlato potrebbe far partire la sua indagine dai fatti occorsi durante la passata giunta Sabatino.

La commissione di indagine ovviamente avrebbe a base quanto accertato dalla procura di Paola per la “Multiservizi” da cui sono derivati gli arresti e gli avvisi di garanzia.

Accertamenti dei quali si sa molto poco.

Praticamente quel poco che hanno riportato alcuni quotidiani.

Ma le voci che circolano “dicono” molto altro.

Sembra, infatti, che le “cimici” abitassero il comune da molto tempo e che quindi abbiano registrato tanto altro ancora allo studio della Procura.

E forse questo altro che non ha permesso , ancora, altri arresti od indagati, potrebbe essere alla base della indagine delegabile alla commissione prefettizia.

Ad Amantea però non si da molto credito all’arrivo della Commissione.

Intanto perché la Giunta Pizzino potrebbe dimettersi in blocco prima od al suo arrivo, stante la grave situazione nella quale versa l’ente, sia per l’aspetto finanziario, sia- e forse soprattutto- per la mancanza di un apparato numericamente e qualitativamente sufficiente alla bisogna.

Ed ancora non è escludibile che il ministero possa non approvare il bilancio riequilibrato.

E poi si dice che ci sia ancora molto altro…

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