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Stanno arrivando a migliaia, in fuga dai propri paesi. Non vengono più solo dalla Libia, ma anche dall’Egitto e dalla Siria.

E non ci stanno ad aspettare non si sa bene che cosa chiusi in una scuola adattata alla bisogna, senza un destino certo, senza speranze.

Ed allora così come sono fuggiti dai loro paesi fuggono anche da questo nuovo “recinto”.

Siamo a Roccella Ionica dove ci sono circa 150 immigrati di nazionalità siriana ed egiziana sbarcati sabato scorso.

Si sono sparsi per le vie della cittadina e molti si sono diretti verso la stazione ferroviaria gridando «freedom, freedom» (libertà, libertà).

Ma subito sono scattate le ricerche e gli emigranti sono stati riportati nei locali di accoglienza

Per ora la situazione sembra sotto controllo. Ma per quanto?

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Domenico Princi, 41 anni, stava andando al lavoro come ogni mattina. Era geometra del comune di Calanna.

Calanna è un paesino di meno di 1000 abitanti sulle colline aspro montane.

Domenico Princi era incensurato e non aveva mai avuto problemi.

A Calanna lo descrivono come una persona tranquilla e sempre cordiale con tutti.

Erano le 8 del mattino. L’omicida ( ma forse erano in due) lo aspettava sulla strada che porta al comune di Calanna e gli ha sparato con un fucile a pallettoni.

Il geometra ha tentato di fare marcia indietro ma ha urtato contro il muro

Ed allora l’omicida gli ha sparato il colpo di grazia in pieno volto sfigurandolo

Poi ha fatto perdere le sue tracce. Gli investigatori stanno indagando su possibili connessioni dell’omicidio con il lavoro di geometra del Princi

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Il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, e' intervenuto questa mattina a un convegno promosso dall'Aiga sul tema delle ''Azioni di contrasto alle infiltrazioni della 'ndrangheta nella P.A. e nei circuiti economici locali''.

Non poteva non mancare il suo prezioso contributo. E così è stato.

''Io sono a Reggio Calabria dal 2006 -ha detto- e in questi anni le notizie di reato che hanno consentito accertamenti per reati contro la pubblica amministrazione sono rarissime''.

Una affermazione “tosta” della quale valeva e val bene chiedersi la ragione!

E la risposta il PM l’avrebbe trovata nelle “omesse denuncie”.

''L'omessa denuncia -ha affermato, che- diventa sintomo di contributo e questo equivale al reato del concorso esterno''.

I dialoghi pericolosi registrati tra politici e 'ndranghetisti nel corso di alcune indagini sarebbero dovuti essere denunciati perche' e' come ''un attentato a pubblico ufficiale'', ha detto ancora Lombardo secondo il quale ''il politico che riceve la promessa di un pacchetto di voti da uno 'ndranghetista dovrebbe subito denunciare quanto si e' materializzato davanti ai propri occhi''.

In sostanza Lombardi ha parlato dell'istituto dell'autodenuncia come primo passo per intervenire in tempo sul rischio delle infiltrazioni e delle connivenze con il malaffare.

Ma forse non basta fermarsi alla ‘ndrangheta come l’universo dei problemi della Pubblica Amministrazione.

Forse l’autodenuncia è importante per tutto quello che avviene nelle regioni, nelle province e nei comuni, in specie quei comportamenti border line che appaiono come esercizio del potere mentre dietro nascondono non mera arroganza ma scambio di voto vero e proprio.

E’ verissima la sua affermazione e cioè che ''L'intervento della magistratura nelle amministrazioni e' problematico. Incide nella separazione dei ruoli e non deve sconfinare nella supplenza della magistratura in certi contesti''.

Ma è altrettanto vero, ci sembra, che gli ‘ndranghetisti VOTANO SEMPRE e determinano la politica scegliendo spesso nella lista vincente i “propri” rappresentanti. Rappresentanti che poi DEVONO ricambiare i voti.

Ci sembrerebbe incredibile che gli “’ndranghetisti omettano di usare i voti per paura che poi qualcuno denunci le connivenze con i politici: e chi? Gli stessi che denunciano abusi, omissioni ed altro da loro stessi compiuti o sollecitati?

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