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Per raccontare quanto succede in Amantea devi avere gli occhi e le orecchie aperte, la macchina fotografica sempre in tasca e talvolta, come oggi, anche un pizzico di fortuna.

I carabinieri fanno il segno dell’alt alle auto che si infilano su Via Nuova, nel tratto tra Via della Libertà e via Margherita di tornare indietro. Non si passa. Qualche auto torna indietro.

Non si passa perché l’auto della pattuglia dei carabinieri di Amantea è stata tamponata.

E’ bastato un attimo di distrazione e la signora Palmieri Maria Pia alla guida della Fiat Punto è andata a tamponare l’auto dei carabinieri ferma su Via Nuova un po’ prima dello stop che regola l’accesso su via Margherita.

Impossibile andare avanti per i CC che si sono visti pertanto piombare addosso la punto della signora Maria Pia senza possibilità di fuga.

Una botta tosta, ma soprattutto inaspettata.

Vediamo ambedue i CC che si toccano le spalle doloranti probabilmente per la posizione assunta nell’automezzo prima dell’improvviso ed inatteso tamponamento. Avranno sicuramente bisogno di un controllo radiografico nel vicino ospedale di Paola.

Sembra per fortuna stare meglio la signora Maria Pia la quale alla domanda dei CC postale immediatamente dopo l’incidente “ Come state, signora” , risponde “Bene” e chiede dove si trovi.

Deve avvertire i figli perché la soccorrano. Gli astanti dinanzi alla edicola di Gaetano Campaiola segnalano la forte botta udita ed il frastuono del motore della Punto che era rimasto accelerato.

Intanto i Carabinieri avvertono la caserma ed il Comando della Polizia Municipale per gli accertamenti del caso.

Passano pochi minuti e tempestivamente vediamo (foto grande) sia il maresciallo Antonino Claudio Vivona ed i vigili Bazzarelli ed Aloe che prima bloccano con la propria auto l’accesso auto veicolare su Via Nuova e poi eseguono i rilievi del caso e gli accertamenti di routine.

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Il 12 novembre 2003, dieci anni fa, alle 10:40 ora locale( le 08:40 in Italia), “un camion cisterna kamikaze imbottito di 300 chili di esplosivo si lancia a folle velocità contro la base, forza il cancello d’entrata e prosegue la sua corsa impazzita e disumana sino alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano.

Un impatto violentissimo che fa crollare gran parte dell'edificio, danneggia un secondo palazzo dove ha sede il comando.

I vetri delle finestre del complesso vanno in frantumi.

Nel cortile davanti alla base molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche la santabarbara, deposito delle munizioni della base. Le forti esplosioni provocano una carneficina di colpi impazziti in qualunque direzione.

In una manciata di secondi muoiono 28 persone, diciannove italiani tra militari e civili, nove iracheni e cinquantotto feriti. I primi soccorsi furono prestati dai carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo.

Per la deflagrazione vengono distrutti anche gli uffici di un edificio dove aveva sede una ong americana, la International Medical Corps. Scoppi e esplosioni dappertutto. Fumo e morte. Un’ecatombe. Una carneficina di resti umani sparsi dappertutto. Una colonna di fumo nera e acre nel cielo. Vite amputate, sogni di vita spezzati, bambini rimasti orfani. Dolore e strazio”.

Un decennale che l’amministrazione comunale di Amantea ha perfino dimenticato di ricordare, non dico di celebrare.

Normale. La stessa amministrazione è rimasta avvolta da un incombente ed ingombrante silenzio perfino sulla brillante operazione portata avanti ad Amantea dall’Arma dei carabinieri e che ha dato luogo alla scoperta di armi,

E questa dimenticanza ci sembra perfino più grave delle parole aberranti, cariche di odio e di ignoranza contenute nel duro slogan «Dieci, cento, mille Nassiriya», che veniva gridato qualche tempo fa dai manifestanti di estrema sinistra quando marciavano in corteo per le proteste sociali.

Si vede che manca Tonnara ! Lui, pensiamo, non avrebbe perso l’occasione per dire grazie, peraltro anche in un modo elegante, all’Arma che come ieri difendeva la pace nel mondo, oggi difende la sicurezza degli amanteani.

Speriamo che qualcuno del “comune” veda qualche foto. Chissà che non ricordi la prossima volta!

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I finanzieri della Tenenza di Amantea, in esecuzione di specifico decreto emesso dalla Procura della Repubblica di Paola, hanno sequestrato in via preventiva un capannone sito in Mangone (CS) e conti bancari riconducibili ad una società in accomandita semplice esercente attività di installazione impianti con sede in Amantea (CS) per un valore complessivo di 350.000,00 euro.

L’attività di servizio trae origine da una verifica fiscale condotta nei confronti di una società, i cui esiti hanno consentito di denunciare nr. 7 soggetti per i reati previsti e puniti dagli artt. 2, 8 e 11 del D. Lgs. 74/2000 e constatare la sottrazione al fisco di redditi imponibili per € 610.000,00 e oltre € 160.000,00 di I.V.A., nonché l’emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo di circa € 1.000.000,00.

La società verificata, per non pagare le imposte e permettere a terzi di evaderle, emetteva sistematicamente ed utilizzava fatture palesemente fittizie, riguardanti inverosimili ed antieconomiche operazioni di manutenzione di automezzi ed immobili.

Inoltre, l’attività investigativa ha permesso di accertare che due degli indagati, marito e moglie, durante le operazioni di verifica, hanno tentato di simulare la vendita dell’immobile sottoposto a sequestro, per evitare che lo stesso fosse aggredito dalla eventuale procedura esecutiva dell’Erario. Proprio in virtù della significativa evasione e delle investigazioni effettuate dalla Fiamme Gialle, il G.I.P. del Tribunale di Paola ha convalidato la misura del sequestro preventivo per equivalente d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Paola, preordinato alla successiva confisca delle risorse patrimoniali illecitamente accumulate fino alla concorrenza delle imposte evase dal contribuente.

Quello applicato dall’Autorità Giudiziaria è uno strumento particolarmente efficace ed incisivo a garanzia delle ragioni dell’Erario, introdotto dalla legge finanziaria per il 2008, che consente di aggredire i beni degli evasori fiscali per l’“equivalente” delle somme sottratte al Fisco.

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