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Belvedere marittimo: ecco il volto del presunto assassino di Iolanda Nocito.
Martedì, 09 Luglio 2013 17:26 Pubblicato in Alto TirrenoSi tratta di Filippo D'Aprile, 52 anni, piccoli precedenti penali, titolare del distributore di benzina Agip nei pressi di Belvedere.
Alla base dell'omicidio dell'anziana ci sarebbe stato, quindi, un tentativo di rapina attuato con la minaccia di un'arma da taglio. Successivamente il D’Aprile avrebbe stretto le mani al collo per farsi rivelare il posto in cui nascondeva le chiavi della cassaforte contenente un consistente quantitativo di denaro contante e depositi bancari e postali.
Sono stati trovati, infatti, all'interno della cassaforte a muro 37.950,00 euro, oggetti in oro e documentazione bancaria e contabile, attestante tra l'altro la stipula di polizze vita, acquisti obbligazionari e investimenti in diamanti.
Stando alle informazioni da parte degli investigatori sarebbero stati 2 i tentativi di rapina.
Il primo il giorno 26 ottobre 2012 quando con il viso coperto da un passamontagna, avrebbe tentato di introdursi nell'abitazione del parroco per svaligiare la famigerata cassaforte di cui l'uomo conosceva esattamente l'ubicazione ma quando a causa di un ritardo imprevisto si sarebbe scontrato con il sacerdote pestandolo a sangue per poi darsi alla fuga.
Il secondo finito tragicamente per la signora Iolanda.
La soluzione del dilemma e l 'identificazione del responsabile dell'omicidio grazie al RIS di Messina che ha confrontato un campione di saliva prelevato da una tazza di caffè bevuta da D'Aprile con il DNA presente nei capelli ritrovati sul passamontagna e nelle tracce di sangue rivenute nell'appartamento.
Il D’Aprile era pratico del palazzo perché nello stesso abitava la suocera che, al momento, sembra estranea alle vicende in quanto nei giorni degli eventi pare fosse fuori casa.
La nota finale di “Longobardi Domani” sulla lettera aperta al sindaco Mannarino
Martedì, 09 Luglio 2013 17:22 Pubblicato in LongobardiRiceviamo e pubblichiamo la nota del movimento politico "Longobardi Domani" che fa chiarezza del rapporto tra il movimento stesso e Nicola Aloe:
Caro direttore, a seguito di quanto pubblicato nel suo giornale nei giorni scorsi, è doveroso far conoscere all'opinione pubblica il nostro pensiero.
La lettera aperta oggetto del nostro dire è stata presentata dal movimento politico "Longobardi Domani" e non dal gruppo consiliare. Detto questo crediamo sia logico nonché doveroso, da parte di un gruppo politico, dire la sua su vicende che riguardano la vita del Comune, come ha sempre fatto in questi ultimi anni. In questo caso il Sindaco di Longobardi è stato raggiunto da un rinvio a giudizio sicuramente non accostabile alla quotidiana gestione amministrativa del comune, ma comunque rilevante, proprio perché esposto per la sua figura di primo cittadino. In tutti i Comuni ed enti d'Italia, quando un amministratore riceve un rinvio a giudizio, o addirittura solamente un avviso di garanzia, la parte politica avversa commenta, in alcuni casi pesantemente, l'evento. Il politico, Il sindaco o l'amministratore di un Comune ecc. è e deve essere sotto la lente d'ingrandimento costante anche per quanto riguarda l'aspetto strettamente personale, in questo caso non si tratta di pettegolezzi e altre cose private ma di un provvedimento giudiziario. Noi siamo fiduciosi che il Sindaco dimostrerà la sua estraneità rispetto all'accuse ricevute e proprio per questo, il movimento politico "Longobardi Domani" ha inteso differenziarsi da quanto accaduto in alcuni comuni della zona non affiggendo manifesti e quant'altro che sotto certi aspetti avrebbe potuto rappresentare una condanna già scritta, ma elaborando una lettera aperta che è un semplice invito allo stesso a valutare azioni che alcuni, in altri e più alti contesti, hanno considerato e che avrebbero un alto senso di nobiltà soprattutto per la persona alla quale va tutta la nostra stima. Per quanto riguarda la coerenza al collega Aloe ricordiamo che il movimento politico "Longobardi Domani" del quale lo stesso a condiviso, almeno fino a qualche giorno addietro, ideali e strategie, ha fatto propria e prioritaria la battaglia sulla legalità e la trasparenza e che nei dibattiti politici e non, ha sempre assunto posizioni precise e nette sul comportamento che ministri, assessori regionali, politici ecc. dovrebbero tenere a seguito di provvedimenti giudiziari, anche e soprattutto per azioni che non riguardavano il loro mandato, condividendo quello che sistematicamente avviene in molti paesi civili del'intero nostro pianeta.
Se invece si vuole offuscare la realtà e creare un paradosso incredibile si può dire, come si è detto, che se un amministratore, un rappresentante della gente, riceve un provvedimento giudiziario chi ne parla o commenta fa speculazione politica.
Longobardi, li 09/07/2013
I Consiglieri C.li
Gaudio Franco
Osso Giovanni
Garritano Mario
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Cosenza fa festa, nel mentre sfrattano gli Uffici del Giudice di Pace per morosità
Martedì, 09 Luglio 2013 09:26 Pubblicato in CosenzaE’ davvero strana questa Italia. Ed al suo interno niente sembra faccia eccezione, soprattutto i comuni. È il caso del Comune di Cosenza ma anche del Ministero della Giustizia.
Sono felici i cosentini perché il Times Europe ha attenzione al progetto dell’Amministrazione comunale di Cosenza, relativo alla realizzazione di un museo sulla storia e sulla leggenda di Alarico e del suo tesoro.
Sono felici e dichiarano che “Cosenza è una città social, cool&trendy, cattolica, inclusiva”.
Sono felici quando affermano che “…se il ‘Times Europe’ decide di parlare di noi e del nostro progetto significa che siamo davvero una città europea. Una città da visitare. Da vivere. Un tesoro di città”
Già! Nel frattempo però leggiamo che il comune di Cosenza non ha pagato “gli ultimi 900 mila euro di fitto” al proprietario dell’immobile nel quale hanno sede gli uffici del Giudice di pace che ha deciso di sfrattarli per “grave morosità”
E’ vero che il comune anticipa e poi chiede il “rimborso” allo Stato, ma è anche vero che lo Stato non paga o paga con ritardi abnormi.
Chissà se Times Europa ha conoscenza di tale situazione che vede a rischio il perfetto funzionamento della macchina giudiziaria( si pensi alle notifiche) nel mentre si gioisce per il museo di Alarico!
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