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La stazione ferroviaria di Amantea è sempre più l’emblema della nostra città

Un grande passato, un presente incerto, un futuro senza luce.

E mi piace ogni tanto andare a visitarla. E qualche volta le sorprese non mancano.

L’altro giorno, per esempio, vicino alla vasca dei pesci rossi trovo un attempato signore dai lunghi favoriti che osservava con attenzione i pochi pesci rimasti dopo che qualcuno li aveva mangiati tutti.

Solleva lo sguardo e mi osserva con occhi attenti.

“A chi cacchio somiglia” mi domando?.

“Sembra uscito da un libro del XVIII secolo” mi dico, forse sentito da lui.

Poi insisto “ Ma state girando un film? “Può darsi” è la risposta.

Ed ecco l’intuizione giusta. “Ma lei mi sembra Alessandro Manzoni!”

Sorride , lievemente.

Ed è obbligatorio fare la domanda” Un film sui Promessi Sposi?. Ma perchè ad Amantea?”

Poi la risposta.

“Lei ha letto i Promessi Sposi? Conosce Lucia? Don Abbondio? Don Rodrigo? Fra Cristofaro?”

Il silenzio sembra durare tantissimo, ma non è affatto così.

Poi all’improvviso mi porge un libriccino dei Promessi Sposi con due segnalibro e mi dice “Apri!”

Al primo segnalibro trovo la storia di Don Abbondio ed i Bravi

“Signor curato, – disse un di que’ due, piantandogli gli occhi in faccia.

– Cosa comanda? – rispose subito don Abbondio, alzando i suoi dal libro,che gli restò spalancato nelle mani, come sur un leggìo.

– Lei ha intenzione, – proseguì l’altro, con l’atto minaccioso e iracondo di chi coglie un suo inferiore sull’intraprendere una ribalderia, – lei ha intenzione di maritar domani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella!

– Cioè... – rispose, con voce tremolante, don Abbondio: – cioè. Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno queste fac-ende. Il povero curato non c’entra: fanno i loro pasticci tra loro, e poi...e poi, vengon da noi, come s’anderebbe a un banco a riscotere; e noi...noi siamo i servitori del comune

– Or bene, – gli disse il bravo, all’orecchio, ma in tono solenne di comando, – questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.

– Ma, signori miei, – replicò don Abbondio, con la voce mansueta e gentile di chi vuol persuadere un impaziente, – ma, signori miei, si degnino di mettersi ne’ miei panni. Se la cosa dipendesse da me... vedon beneche a me non me ne vien nulla in tasca

– Orsù, – interruppe il bravo, – se la cosa avesse a decidersi a ciarle, lei ci metterebbe in sacco

Noi non ne sappiamo, né vogliam saperne di più. Uomo avvertito... lei c’intende”.

Ritorna a guardarmi e sorridendo lievemente dice “ Ecco perché Amantea. Questa città è come Lucia . anche essa vuole sposare il suo uomo nuovo, per vivere il suo nuovo futuro, ma tanti glielo impediscono o tentano di impedirlo!”

Ma Amantea è piena di tantissimi don Abbondio…..

Con un dito mi indica di andare avanti

Il secondo passo è quello di padre Cristoforo che vuole indurre don Rodrigo a compiere un atto di giustizia e a far trionfare la forza del diritto e della superiore giustizia divina, di cui il frate profetizza l’infallibile trionfo.

Eccolo:

È meglio che abbiate parlato così, che abbiate fatta a me una tale proposta. Avete colmata la misura; e non vi temo più.

– Come parli, frate?...

– Parlo come si parla a chi è abbandonato da Dio, e non può più far paura. La vostra protezione! Sapevo bene che quella innocente è sotto la protezione di Dio; ma voi, voi me lo fate sentire ora, con tanta certezza, che non ho più bisogno di riguardi a parlarvene.

Lucia, dico: vedete come io pronunzio questo nome con la fronte alta, e con gli occhi immobili.

– Come! in questa casa...!

– Ho compassione di questa casa: la maledizione le sta sopra sospesa. State a vedere che la giustizia di Dio avrà riguardo a quattro pietre, e suggezione di quattro sgherri

Voi avete creduto che Dio abbia fatta una creatura a sua immagine, per darvi il piacere di tormentarla!

Voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla!

Voi avete disprezzato il suo avviso! Vi siete giudicato.

Il cuore di Faraone era indurito quanto il vostro; e Dio ha saputo spezzarlo.

Lucia è sicura da voi: ve lo dico io povero frate; e in quanto a voi, sentite bene quel ch’io vi prometto.

Verrà un giorno... “

“Si” disse Manzoni. “ Amantea non perda la speranza! Amantea non abbia paura di Don Rodrigo! Prima o dopo verrà il colera…… E prima o dopo verrà Fra Cristofaro”.

Non mi vedo ma capisco che sto sorridendo.

Già, penso “Amantea è piena di tantissimi don Rodrigo, uomini ( senza offesa per i veri uomini) malvagi, ma mediocri e di mezza tacca, uomini che fanno il male per sentirsi importanti, onnipotenti”.

Sembra avermi letto il pensiero ed ora è lui che sorride e dice “ …e prima o dopo anche questa antica città vedrà il suo fra Cristofaro. Auguri a questa città che conserva ancora un po’ della sua atavica bellezza”

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Ad albero caduto, accetta, accetta! Così diceva Giovanni Verga

Ma potremmo anche dire “ U canu muzziche allo strazzatu”

C’è comunque da chiedersi perchè Amantea sia caduta e chi se non la ha aiutata a cadere non la ha nemmeno sorretta?

O perché sia “canu strazzatu”?

Una cosa è certa che dove non ci sono carabinieri e i padroni si può prendere impunemente

Serve un medico?

Lo prendiamo ad Amantea.

Ma poi non riusciamo a rendere i servizi?

E chi se ne frega, tanto gli amanteani non parlano. Al massimo belano e fanno selfie!

Serve un tecnico di laboratorio?

Lo prendiamo ad Amantea.

Ma poi non riusciamo a rendere i servizi?

E chi se ne frega, tanto gli amanteani non parlano. Al massimo belano e fanno selfie!

Serve un infermiere qualificato?

Lo prendiamo ad Amantea.

Ma poi non riusciamo a rendere i servizi?

E chi se ne frega, tanto gli amanteani non parlano. Al massimo belano e fanno selfie!

Ve lo avevamo detto che stavano attaccano il servizio dialisi

E come Cassandra non siamo stati creduti

Ora arriva la lettera del dr Giovanni Amendola

Una lettera con la quale si chiude il turno pomeridiano della dialisi di Amantea.

Perché?

Tutti lo sanno ma nessuno fa finta di sapere

Era un servizio che andava male?

No era un gioiello della sanità calabrese, dove professionalità ed attenzione ai pazienti lo facevano scegliere anche ad ammalati che venivano dal lametino.

Ed allora?

Forse manca ( mancherà) qualche medico o qualche medico non fa il medico ma altro, come ci dicono ?

Può essere.

D’altro canto la storia è nota, da Amantea puoi prendere tutto “ tanto gli amanteani non parlano. Al massimo belano e fanno selfie!”

Forse manca il personale infermieristico e di assistenza?

No, anzi chiudendo i pomeriggio qualcuno di loro dovrà andare a lavorare altrove!

E poi, ancora?

Vero è che sappiamo che Amantea non è difesa( ed i briganti non ci sono più!), ma chi la attacca?

Chi sono i politici ( e non solo) che fanno queste vergognose differenze?

No lo sospettiamo ed i sospetti diventano sempre più certezze.

Solo un cosa non comprendiamo .

Possibile che la politica ad Amantea si differenzi per i belati e non per le azioni politiche?

Mah!

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«Il chiarimento della Funzione pubblica sulla possibilità di prorogare i contratti degli Lsu-Lpu conferma in pieno le osservazioni in materia già espresse da sindaci, segretari comunali e Movimento 5stelle».

Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, in replica alla deputata del Pd Enza Bruno Bossio.

«Primo, la Funzione pubblica – prosegue la parlamentare 5stelle – ha esplicitato che sono prorogabili i contratti per i soli lavoratori stabilizzabili, cioè per quelli che rientrino nel fabbisogno ufficiale degli enti territoriali e che gli stessi enti possano stabilizzare con le proprie risorse.

Secondo, i 50milioni trasferiti dal governo alla Regione per il 2018 sono la quota parte dello Stato per il completamento del percorso di stabilizzazione di quegli Lsu-Lpu che potranno essere assunti dagli enti territoriali a tempo indeterminato.

Quelli che rimarranno esclusi, cioè la maggioranza, rientreranno nel bacino regionale di provenienza, per cui la Regione dovrà indicare se potrà stabilizzarli, come potrà stabilizzarli, quando potrà stabilizzarli e con quali risorse».

«In sintesi – precisa la parlamentare 5stelle – la proroga dei contratti a tutti i lavoratori, anche a quelli non stabilizzabili, espone gli amministratori locali al rischio di danno erariale da risarcire in proprio.

Invece, il futuro dei lavoratori esclusi dalle stabilizzazioni è del tutto incerto e la Regione di Oliverio, che ha spinto molti sindaci a prorogare i contratti, non ha ancora un piano per evitare un dramma sociale di proporzioni enormi e per risolvere un precariato che non può essere perpetuato, ogni volta, con la Legge di Stabilità».

«A questo punto – conclude Nesci – lasciando a Bruno Bossio e al governatore Oliverio le loro evidenti fake news, è fondamentale che i sindacati esercitino pressione e che le forze politiche, tutte, prendano coscienza della realtà e della necessità di provvedimenti risolutivi».

Della serie#s’odeadestraunosquilloditrombasinistrarispondeunosquillo#. O cacchio!

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