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Il comune interviene per la tutela del chiostro del convento di San Bernardino

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Chiunque accede nel chiostro di San Bernardino può vedere le strutture lignee apposte dal comune di Amantea per integrare la azione di sostegno svolta dagli archi ogivali che sostengono i corridoi al piano superiore ed il soprastante tetto.( vedi prima foto)

Si tratta, come tutti, sanno di arcate in arenaria la cui esposizione agli eventi atmosferici ha concorso a determinare la loro fessurazione.

Ad aggravare poi il quadro fessurativo un irrazionale intervento compiuto a metà del secolo scorso che ha tentato di mettere in sicurezza la struttura interponendo barrette metalliche nelle originarie fessure con il drammatico risultato che la ossidazione del metallo ha comportato l’ampliamento delle fessure medesime.

Si tratta del fenomeno ossidativo che si nota in gran parte del cemento armato delle abitazioni amanteane ( in particolare pilastri, balconi, tetti) e che è responsabile della caduta di calcinacci

Lo strano è che gli interventi condotti nel 1995 non hanno dato attenzione al problema che già al tempo era probabilmente di tutta evidenza.

Poi nel dicembre 2012 della Sovrintendenza regionale per i beni culturali della Calabria ha inviato una nota al comune di Amantea con la quale , si legge fortunatamente e solo nella nota dell’ente( ma non nel testo della delibera) , si evidenzia “l’indefferibilità della messa in sicurezza del chiostro, considerato l’evidente quadro fessurativo delle strutture e lo stato di degrado del materiale lapideo”.

Ed ora allo scadere dei due anni il comune ha deciso di intervenire.

Peraltro in occasione della presentazione della mostra dell'artista Vigliaturo ( vedi foto grande) gli amministratori hanno avuto occsione di verificare "de visu"la gravità della situazione statica del complesso monumentale di San Bernardino.

Ed hanno chiamato a soccorso il professor ed ingegnere Renato Olivito, lo stesso specialista che venne a risolvere il problema dei muri della Chiesa Matrice che cadevano uno dopo l’altro.

Urge, infatti, definire nel più breve tempo possibile, la tipologia di intervento strutturale da attuare per risolvere la questione. Secondo la convenzione stipulata tra l’organo locale e l’ateneo di Arcavacata sarà compito del Dipartimento di ingegneria civile dare seguito “ad uno studio approfondito che preveda l’analisi conoscitiva relativa alla statica e alle condizioni di degrado degli elementi portanti del chiostro e la progettazione di idonei interventi di consolidamento da eseguirsi sugli stessi”

Da qui l’affidamento al Dipartimento di ingegneria della Università della Calabria di un incarico che provveda “alla analisi conoscitiva relativa alla statica e alle condizioni di degrado degli elementi portanti del chiostro del Convento di San Bernardino “ nonché la “progettazione di idonei interventi di consolidamento strutturale da eseguirsi sugli stessi con l’obiettivo di contrastare efficacemente i dissesti in atto e ripristinare la piena funzionalità statica delle arcate del chiostro”

Siamo certi che il professore Olivito come nel caso del muro della Statale 18 antistante la Chiesa Matrice saprà trovare la migliore soluzione all’ennesimo dei tanti problemi di staticità di una “Amantea che cade”

Redazione TirrenoNews

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