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221 deputati e 73 senatori hanno sottoscritto la proposta di legge “ Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati”.

 

Tra i firmatari tanti parlamentari del PD , del M5s, di SEL.

Nel mentre in Calabria vengono scoperte, in ogni dove, tantissime piantagioni di marijuana.

 

 

Della legge si parlerà lunedi 29 agosto ore 20:30 in Piazza Calavecchia.

Ecco una sintesi dalla proposta legislativa avente primo firmatario Civati:

Il possesso

Si stabilisce il principio della detenzione lecita di una certa quantità di cannabis per uso ricreativo – 5 grammi innalzabili a 15 grammi in privato domicilio – non sottoposta ad alcuna autorizzazione, né ad alcuna comunicazione a enti o autorità pubbliche. Rimane comunque illecito e punibile il piccolo spaccio di cannabis, anche per quantità inferiori ai 5 grammi. È inoltre consentita la detenzione di cannabis per uso terapeutico entro i limiti contenuti nella prescrizione medica, anche al di sopra dei limiti previsti per l’uso ricreativo.

 

L’autocoltivazione

È possibile coltivare piante di cannabis, fino a un massimo di 5 di sesso femminile, in forma sia individuale, che associata. È altresì consentita la detenzione del prodotto ottenuto dalle piante coltivate. Per la coltivazione personale è sufficiente inviare una comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli competente per territorio e non è necessaria alcuna autorizzazione. I dati trasmessi sono inseriti tra i “dati sensibili” del Codice Privacy (opinioni politiche, tendenze sessuali, stato di salute…), e non possono essere né acquisiti, né diffusi per finalità diverse da quelle previste dalla procedura di comunicazione.

 

I cannabis social club

Per la coltivazione in forma associata, è necessario costituire una associazione senza fini di lucro, sul modello dei cannabis social club spagnoli, cui possono associarsi solo persone maggiorenni e residenti in Italia, in numero non superiore a cinquanta. Ciascun cannabis social club può coltivare fino a 5 piante di cannabis per ogni associato. È possibile iniziare a coltivare decorsi trenta giorni dall’invio della comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli competente per territorio. Anche in questo caso le comunicazioni sono protette dalle norme previste per i “dati sensibili” dal Codice Privacy.

 

La vendita

È istituito il regime di monopolio per la coltivazione delle piante di cannabis, la preparazione dei prodotti da essa derivati e la loro vendita al dettaglio. Per queste attività sono autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli anche soggetti privati. Sono escluse esplicitamente dal regime di monopolio la coltivazione in forma personale e associata della cannabis, la coltivazione per la produzione di farmaci, nonché la coltivazione della canapa esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi industriali. Per le attività soggette a monopolio sono previsti principi (tracciabilità del processo produttivo, divieto di importazione e esportazione di piante di cannabis e prodotti derivati, autorizzazione per la vendita al dettaglio solo in esercizi dedicati esclusivamente a tale attività, vigilanza del Ministero della salute sulle tipologie e le caratteristiche dei prodotti ammessi in commercio e sulle modalità di confezionamento, ecc. ecc.), la cui attuazione è delegata a tre decreti ministeriali. La violazione delle norme del monopolio comporta, in ogni caso, l’applicazione delle norme di contrasto alla produzione e al traffico illecito di droga.

 

Per curarsi meglio

Sono previste norme per semplificare la modalità di individuazione delle aree per la coltivazione di cannabis destinata a preparazioni medicinali e delle aziende farmaceutiche autorizzate a produrle, in modo da soddisfare il fabbisogno nazionale. Sono inoltre semplificate le modalità di consegna, prescrizione e dispensazione dei farmaci contenenti cannabis. L’obiettivo è quello di migliorare una situazione, come quella attuale, in cui il diritto a curarsi con i derivati della cannabis è formalmente previsto, ma sostanzialmente impedito da vincoli burocratici, sia per l’approvvigionamento delle materie prime per la produzione nazionale, sia per la concreta messa a disposizione dei preparati per i malati.

Fuori, no!

Si stabilisce un principio generale di divieto di fumo di marijuana e hashish in luoghi pubblici, aperti al pubblico e negli ambienti di lavoro, pubblici e privati. Sarà possibile fumare solo in spazi privati, sia al chiuso, che all’aperto.

 

Se fumi, non guidi

Come per l’alcol, la legalizzazione della cannabis non comporta l’attenuazione delle norme e delle sanzioni previste dal Codice della strada per la guida in stato di alterazione psico-fisica. Nel caso della cannabis, rimane aperta comunque la questione relativa alle tecniche di verifica della positività al tetraidrocannabinolo (THC) che attestino un’alterazione effettivamente in atto, come per gli alcolici, e non solo un consumo precedente che abbia esaurito il cosiddetto effetto “drogante”.

 

La prevenzione

I proventi derivanti per lo Stato dalla legalizzazione del mercato della cannabis sono destinati per il 5% del totale annuo al finanziamento dei progetti del Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga. Inoltre, i proventi delle sanzioni amministrative relative alla violazione dei limiti e delle modalità previste per la coltivazione/detenzione di cannabis, sono interamente destinati ad interventi informativi, educativi, preventivi, curativi e riabilitativi, realizzati dalle istituzioni scolastiche e sanitarie e rivolti a consumatori di droghe e tossicodipendenti.

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Ci scrive un nostro lettore:

“Dalla data successiva a ferragosto non si vede piu' la consueta postazione dei vigili in localita' Principessa.

 

 

Mi sono posto perciò alcune domande ed ho fatto alcune riflessioni :

1: ma la frana che ha colpito tale tratto del manto stradale si è fermata? non c'è alcun rischio crollo?

2: forse ci hanno spennato abbastanza e adesso oltre ai 40 mila per l'appalto sono entrati abbastanza soldini?

3: dato che alcuni vigili hanno risposto che era una disposizione del prefetto è possibile vedere un documento, che ne accerti l'autorizzazione e la disposizione?

4: e sempre se di disposizione del prefetto si dovesse trattare , il Prefetto ha deciso che dopo ferragosto la strada è sicura, oppure l'assenza è dovuto alla diminuzione del numero di autovetture che percorrono la statale; oppure dall'assenza dei turisti, quasi del tutto scomparsi dalle nostre spiagge?

5: Mi domando se i signori vigili sono a conoscenza che vengono pagati con le nostre tasse!?!? e che devono dare risposte, ai cittadini quali tutori della legge, oppure pensano di essere le "camice nere" o si comportano come ausiliari del traffico, meglio chiamati "avvoltoi" pronti a sparare sulla povera gente ?

 

ps Giusto per precisare, alla domanda , chi è responsabile di tale disposizione ogni vigile ha dato una risposta diversa e cioè' : “è una disposizione del prefetto , alcuni, è una disposizione dell’ amministrazione , altri, è il comandante che deciso e noi eseguiamo, gli ultimi”.

Decidetevi, e comunque, la prossima volta fate una riunione tutti insieme.”

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Che cosa avrà pensato San Francesco di Paola al momento della investitura a Sindaco di Amantea è difficile ipotizzarlo, molto difficile.

Lui certamente pensa in modo diverso da noi mortali peccatori.

 

 

 

 

Ma San Francesco di Paola, dice la sua storia, non era uomo di mezze parole.

Cioè non le mandava a dire. Non aveva timore di nulla e di nessuno, nè rifiutava il confronto con i potenti ai quali non lesinava critiche e reprimende. Affatto!.

Allora deve essere rimasto molto sorpreso.

A ben vedere, salvo Campora San Giovanni che del santo ha fatto il proprio santo, per quanto riguarda il capoluogo, se non erro, se non fosse stato per Aldo Andreani e la sua associazione culturale gli amanteani si sarebbero dimenticati di lui al punto che non gli è stata mai intestata nemmeno una strada.

Non solo ma non si sa nemmeno dove fosse ubicata la chiesa scomparsa di San Francesco di Paola, salvo il dato molto parziale che era ubicata all’ingresso della antica città.

Non solo ma la sua immagine è stata conservata talmente bene che non è stata mai portata in giro per il paese negli ultimi70 anni.

Ma certamente la maggiore sorpresa del Santo deriva dal fatto che Paola, la SUA Paola non gli ha mai fatto dono della fascia di sindaco.

Evidentemente ci sarà una ragione.

La notazione ci è stata fatta da un paolano che vive ad Amantea.

Sicuramente apprezzato dagli amanteani, invece, il gesto , meramente simbolico, del sindaco Monica Sabatino che si è spogliata dal simbolo del potere locale per farne dono al santo paolano.

Non una abdicazione, come taluni hanno voluto intenderlo il gesto, ma al più una dichiarazione di pochezza di un sindaco umano rispetto ad un sindaco santo.

Molti si sono chiesti, infatti, se Amantea possa essere governata da un uomo o se invece ci sia bisogno di un santo.

Altri, ancora, in questo gesto hanno voluto vedere una indicazione per le prossime elezioni.

Non solo e tanto per la candidatura a sindaco del Santo, ma per la presentazione di liste taumaturgiche.

Ma in tutta la vicenda e mentre gli amanteani elevavano il loro pensiero al santo paolano il suo viso restava serio, impassibile, estraneo alle vicende di una Amantea che lo riscopre per l’occasione, quasi una dichiarazione del forte bisogno che ha di un intervento del taumaturgo.

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