Sergio Ruggiero risponde a Giusy Osso.
“Nella Minoranza incriminata ci sono anch’io, avendo abbandonato l’ultimo Consiglio per protesta proprio a causa, tra l’altro, della mancata convocazione delle Commissioni.
Pertanto mi sento interessato dai rilievi mossi dalla Consigliera Osso, precisando che a me le Commissioni non servivano “per non andare a lavorare” dato che svolgo l’attività di architetto libero professionista.
Io volevo semplicemente dare un contributo alla soluzione di tanti problemi di gestione della città e del territorio, sui quali, a mio parere, l’Amministrazione sorvola con leggerezza preoccupante.
E’ proprio questo il punto, altrochè.
E il dramma nel dramma, aldilà di qualche segno di buon senso e ragionevolezza che pure riconosco, è che la Maggioranza ha nominato alla presidenza delle Commissioni tutti propri componenti, neutralizzando di fatto, non so dire quanto intenzionalmente, l’unico strumento operativo di cui può disporre un consigliere d’Opposizione che voglia interessarsi a cose serie.
A questo punto non resterebbe che la rissa politica, territorio che personalmente non gradisco e neppure mi interessa praticare.
Ciò che scrive la Consigliera Osso è un evidente tentativo di mistificare la realtà, bollando come “inconcludente e demagogica” una protesta atta invece a scardinare una pratica politica deteriore, imprigionata in uno schema obsoleto che in nessun modo può rappresentare la tanto agognata svolta, ne la può rappresentare qualche giovane rampante ebbra di un effimero protagonismo, convinta che l’età e l’appartenenza al genere femminile da sole realizzino qualità e garanzia di rinnovamento.
Qualcuno le ha nominate “summastre”, ma non vorrei dare spunto a Caterina Ciccia di accusarmi, come ha fatto l’8 marzo in un pubblico intervento, per una presunta discriminazione di genere all’indirizzo dell’amica Linda Morelli che, ricordo, ho epitetato “zerbino della Maggioranza”.
A Linda ho chiesto scusa per la caduta di stile, ma io avevo fatto un ragionamento politico, e ne avevo chiesto le dimissioni in quanto Presidente del Consiglio, indipendentemente dal genere femminile al quale appartiene degnamente, snocciolando alcune tonnellate di ragioni.
Rilievi gravissimi che, invece di stimolare qualche sana riflessione, hanno scatenato una specie di delirio dell’infallibilità, e così la novella suffragetta Caterina Ciccia, con solidaristica empatia, l’ha sparata grossa citando “parolacce” di cui sarebbero vittime le Consigliere, ohibò! o “una cosa veramente bruttissima da parte di un Consigliere” che sarei io, finendo per confondere vittime e carnefici, l’inettitudine politica con il “sacrificio di santa Maria Goretti”.
Ma mi faccia il piacere!
La critica politica non ha proprio niente di discriminatorio.
Per dire, in quello stesso Consiglio io e Rubino ce le siamo cantate alla grande, ma né io né lui abbiano notificato alcunchè alla Corte suprema dei diritti umani.
E va bene, Caterì: un applauso non si nega a nessuno.
Ho richiesto formalmente la pubblicazione sul Sito comunale di tutte le interrogazioni rimaste senza risposta, gli Atti e le richieste di Commissioni consiliari rimaste puntualmente senza seguito, invitando le altre Minoranze a fare altrettanto, così vediamo se la mia protesta era demagogica o era tesa a mettere in discussione questa mortifera politica del nulla, arrogante, appariscente, raffazzonata e inconcludente, ergo dannosa per sé stessa e per una Comunità che sta andando in frantumi, della quale l’attuale Maggioranza, l’unica a fingere di non essersene accorta, può fornire un discreto campionario d’interpreti perfette. Sergio Ruggiero