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Il cardinale Bernard Law, l’ex arcivescovo statunitense coinvolto nell’inchiesta Spotlight sui casi di pedofilia nella diocesi di Boston, è morto nella mattinata del 20 dicembre a Roma.

L’annuncio è arrivato tramite una nota diffusa dalla Santa Sede.

Era malato da tempo e da poco era stato ricoverato in un ospedale romano.

Al culmine della sua lunga carriera, Law è stato uno dei più influenti rappresentanti della Chiesa cattolica, molto stimato da Papa Giovanni Paolo II.

Tuttavia, nel 2002 fu costretto a rassegnare le dimissioni da arcivescovo di Boston dopo le rivelazioni di un’inchiesta del “Boston Globe” riguardo il suo ruolo attivo in una serie di insabbiamenti di casi di pedofilia all’interno della diocesi.

Abusi mai denunciati da Law che, come emerso dal reportage vincitore del premio Pulitzer, si limitò a spostare di parrocchia in parrocchia i sacerdoti colpevoli.

Nonostante le resistenze iniziali, nel dicembre 2002 le dure accuse del “Boston Globe” costrinsero l’importante arcivescovo alle dimissioni e alle scuse: “A tutti coloro che hanno sofferto delle mie mancanze e dei miei errori, chiedo perdono”.

Tra mille polemiche poco più di un anno dopo Bernard Law arrivò a Roma, dove dal maggio 2004 al novembre 2011 è stato arciprete della Papale Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore.

Negli Stati Uniti il cardinale non è mai stato incriminato per le omesse denunce relative agli abusi di minori emersi dall’inchiesta denominata Spotlight, resa celebre a livello mondiale dall’omonimo film del 2015 diretto da Tom McCarthy e vincitore di due premi Oscar.

Tuttavia, le responsabilità dell’ex arcivescovo sono sempre state palesi: “Ha voltato le spalle a creature innocenti e ha permesso che fossero abusati sessualmente”, ha detto Mitchell Garabedian, un avvocato di Boston che ha assistito legalmente decine di persone che hanno denunciato molestie da parte di religiosi.

I funerali di Bernard Law, ai quali parteciperà anche Papa Francesco, si svolgeranno giovedì 21 dicembre nella Basilica di San Pietro in Vaticano.

Una decisione contestata con veemenza dallo Snap, il network delle vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti: “Dubitiamo fortemente che il funerale di qualsiasi vittima di violenze sessuali avrebbe ricevuto la stessa attenzione da parte del Pontefice.

Ogni singolo cattolico dovrebbe chiedere al Papa e al Vaticano perché Law è stato un personaggio tanto celebrato nonostante la sofferenza di chi è stato abusato a Boston.

Perché Law è stato promosso mentre i bambini cattolici di Boston venivano violentati, ignorati e messi da parte di volta in volta?”

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Kurz contro la Ue: «Costringere ad accettarli non aiuta»

«Costringere i Paesi ad accogliere i rifugiati non aiuterà l'Europa».

Lo ha affermato il neo cancelliere austriaco Sebastian Kurz alla guida di una coalizione di destra e ultradestra in un'intervista al quotidiano tedesco Bild am Sonntag, opponendosi alle quote Ue per la ripartizione del migranti.

«Se continuiamo così divideremo l'Unione europea e gli Stati membri decideranno ognuno per conto proprio quante persone accogliere», ha aggiunto.

Le discussioni sulle quote sono in larga parte prive di senso, ha aggiunto Kurz perché «i migranti che intendono venire in Europa non vogliono andare in Bulgaria o Ungheria, bensì in Germania, Austria o Svezia».

Kurz ha poi proposto all'Ue di sostenere una politica che aiuti i migranti nei loro Paesi di origine. Ad opporsi al sistema di ripartizione deciso da Bruxelles i Paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia). 

Per Sebastian Kurz, nuovo cancelliere austriaco, la ripartizione degli immigrati che hanno raggiunto l'Europa secondo quote fisse da imporre ai paesi Ue è un errore.

In un'intervista pubblicata dalla Bild am Sonntag, Kurz - a capo di una coalizione tra il suo partito conservatore e il populista di destra Fpoe - si dice convinto che «obbligare gli stati ad accogliere rifugiati non porterà nulla all'Europa».

«Se continuiamo su questa strada divideremo ancora di più l'Unione Europea. Gli stati membri dovrebbero decidere da soli se vogliono accogliere persone, e quante».

Per Kurz il dibattito sulle quote è senza senso, «posto che i migranti che si mettono in strada verso l'Europa non vogliono andare in Bulgaria o Ungheria.

Vogliono andare, principalmente, in Germania, Austria o Svezia».

Per il cancelliere austriaco è necessario correggere urgentemente la politica migratoria e dei rifugiati della Ue: «il confine che separa asilo e migrazione economica è attualmente del tutto labile». Si tratta di aiutare le persone nei rispettivi paesi di origine.

E quando questo non è possibile, negli stati ad essi confinanti. «E se neanche questo è possibile allora all'interno di territori sicuri nei rispettivi continenti.

Questo dovrebbe avere l'appoggio dell'Ue, forse anche essere organizzato dall'Ue e garantito militarmente».
Infine si potrebbe stabilire sul posto quanti potranno venire in Europa: «Tuttavia non possiamo continuare ad accogliere chi riesce ad arrivare illegalmente grazie ai trafficanti di uomini».

Insistiamo:

Non abbia nessuna paura presidente . Parola di Minniti. Leggi:

https://www.laltrocorriere.it/minniti-dallo-stop-agli-sbarchi-ai-corridoi-umanitari/

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«Era carina, aveva una gonna molto corta e ho pensato che violentarla sarebbe stato facile visto che era straniera».

È quanto ha confessato agli inquirenti - rivelano fonti al britannico Mail online - l'uomo arrestato per avere violentato e ucciso Rebecca Dykes, una funzionaria britannica che lavorava nell'ambasciata del Regno Unito a Beirut, il cui corpo senza vita venne trovato sul ciglio di un'autostrada lo scorso 17 dicembre.

Tarek Hawchiech, autista, arrestato dalla polizia libanese circa 48 ore dopo l'omicidio, ha confessato di avere ucciso la donna.

Ad identificarlo le immagini delle telecamere per il controllo del traffico, che hanno mostrato il percorso seguito dal suo mezzo.

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