
Redazione TirrenoNews
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Suicidio a Rende. Asfissiato da debiti e problemi economici. Sarebbe questo il motivo che ha spinto un imprenditore cinquantenne di Rende, proprietario di un negozio a Roges, a suicidarsi nella sua attività commerciale.
Il corpo senza vita dell’uomo, molto noto nell’area urbana, è stato scoperto stamattina intorno alle 7.30. Sul posto sono intervenuti il medico legale che ha constatato il decesso e i Carabinieri della compagnia di Rende per i rilievi di rito.
Secondo quanto appreso, l’uomo sarebbe stato oberato da debiti con banche ed enti di riscossione che lo avrebbe stretto in una morsa fatale senza ritorno, la stessa che pressa molte imprese e famiglie a pagare debiti talvolta inesigibili.
Non riuscendo a vedere luce in fondo al tunnel per mantenere in vita la sua azienda, l’imprenditore ha deciso di porre fine alla sua esistenza.
Amanteano nota fenditure nei muri perimetrali della palazzina e chiama i pompieri
Martedì, 14 Giugno 2016 13:45 Pubblicato in Primo PianoLa storia di Aman tea segna la ripetuti casi di le sioni an che gravi, se non addirit tura di crolli, in abitazioni e mura di sostegno
Sarà probabilmente questa la ragione sociale che ha indotto un amanteano abitante in Via Dogana nelle palazzine cosiddette “Dei Ferrovieri”, ad allarmarsi ed a chiamare i Vigili del Fuoco, prontamente intervenuti.
L’amanteano ci ha parlato di fenditure orizzontali da collasso strutturale, tipiche dei fenomeni di subsidenza naturali , del tipo indotto dall’abbassamento delle falde freatiche, o creato da scavi delle fondamenta.
La squadra dei Vigili del Fuoco guidata dal caposquadra Romito ha proceduto all’accesso al quale è seguito un accurato sopralluogo della zona nella quale sono state segnalate le lesioni.
Il responso finale è stato tranquillizzante, anche perchè si tratta di una palazzina a 2 piani.
Ovviamente anche in questo caso la precauzione non è mai troppo.
E proprio per questa ragione il proprietario della casa provvederà ad apporre una specifica apparecchiatura atta a segnalare ampliamenti anche minimali delle lesioni
Ovviamente sarà massimizzata la attenzioni degli abitanti la palazzine sulle ragioni di queste lesioni onde porvi fine e/o rimedio.
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La vicenda di Calabria Etica arriva in Tribunale. 12 inquisiti ed un sistema sotto accusa
Martedì, 14 Giugno 2016 08:56 Pubblicato in CalabriaIl sostituto procuratore Graziella Viscomi e il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri della Procura di Catanzaro hanno chiesto il processo per 12 persone accusate di svariate ipotesi di abuso d'ufficio e peculato.
Ecco i nomi
Pasqualino Ruberto, ex presidente della fondazione Calabria Etica, ente in house della Regione Calabria
Vincenzo Caserta già dirigente generale reggente del dipartimento "Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e Politiche sociali;
Tadiana Gabriele, presidente della commissione selezionatrice dei progetti "Responsabilità sociale delle imprese in Calabria", "Potenziamento del servizio di accompagnamento per rendere accessibile l'informazione sociale nelle aree interne" e "Sostegno politiche integrate a favore della famiglia";
Sonia Libico componente della commissione selezionatrice di tali progetti
Ulisse Mancari, componente della commissione selezionatrice di tali progetti;
Michele Parise, presidente della commissione selezionatrice del progetto "Piano di comunicazione istituzionale";
Patrizia Nicolazzo componente della commissione selezionatrice del progetto "Piano di comunicazione istituzionale";
Maria Francesca Cosco, e componenti della commissione selezionatrice del progetto "Piano di comunicazione istituzionale";
Antonello Catanese, membro del collegio dei revisori dei conti della fondazione
Domenico Pisano, membro del collegio dei revisori dei conti della fondazione
Maurizio Scerra, membro del collegio dei revisori dei conti della fondazione;
Caterina Ferrante, amministratore unico e legale rappresentante della Crc Consulting.
Ma sotto accusa c'è tutto il sistema
Si parla di
Progetti generici e fumosi, ma molto costosi, per dare lavoro e stipendi a fini clientelari, e a ridosso delle elezioni regionali.
Di Procedure di selezione fittizie e discrezionali.
Di Finanziamenti prosciugati a danno delle politiche sociali per i Comuni.
Di Incarichi professionali affidati agli amici.
Secondo i magistrati, gli indagati, in particolare Ruberto, Caserta, Gabriele, Libico, Mancari, Parise, Nicolazzo, e Cosco, venendo meno al proprio dovere di pubblici ufficiali e trasgredendo all'articolo 97 della Costituzione che prescrive il dovere il dovere di imparzialità nella Pubblica Amministrazione, avrebbero illecitamente favorito l'assunzione di 251 collaboratori per quattro progetti «dal contenuto fumoso, privi di concretezza e di riferimenti alle modalità di attuazione nonché carenti di accordi con le autorità collegate cui i lavoratori erano destinati».
Pasqualino Ruberto, che si avviava a candidarsi a sindaco alle amministrative di maggio 2015 a Lamezia Terme (è stato poi eletto consigliere comunale) è accusato di avere assunto, intenzionalmente e a fini clientelari un numero abnorme di collaboratori a progetto (tra i quali persone a lui molto vicine: Daniela Cappelli, Floreana De Sarro, Tadiana Gabriele, Filomena Silvana Maglia, Carlo Marino, Miriana Paola, Simona Pizzonia, Bianca Maria Vitalone, Daniela Vitalone, Giuseppe Vitalone, Alessandro Cordiano, Antonio Cannone, Luca Gatto, Maria Pia Labate, Sonia Libico, Antonio Mazza, Giuseppe Vittorio Marino, Patrizia Nicolazzo, Pasquale Scaramuzzino, Monica Scicchitano, Licia Soreca, Antonella Torchia, Annamaria Tropea, Ivan Vavalà, Francesco Venuti, Carolina Caruso) per realizzare progetti «generici, fumosi e privi di riferimenti alle modalità operative».
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