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Redazione TirrenoNews

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Amantea e' sempre in attesa del nuovo miracolo.

Domenica, 19 Giugno 2016 16:04 Pubblicato in Primo Piano

Amantea ebbe un tempo in cui era davvero facile gettare le reti etrarle sulla barca piene di pesci.

 

In quel tempo le spiagge erano ampie ed i pescatori riuscivano a stenderle facilmente per rammendarle ed evitare, così, di perdere, i pesci, anche se piccoli.

E c’erano molti più pescatori pronti a calare le barche, gettare le reti e raccogliere i pesci.

 

Amantea, oggi, vive una stagione in cui è più difficile pescare, e questo anche se esistono, e possono essere usate, strumentazioni capaci di “sentire” i pesci ed andarli a pescare.

Ci sono meno pescatori, meno barche , meno reti, e , comunque, le reti sono tutte piene di buchi.

Né alcuno che le ripari.

Non solo, ma tra i pescatori si annidano finti riparatori di reti, finti pescatori.

E così i pescecani imperversano nelle acque amanteane mangiando tutto e tutti, anche il presente ed il futuro della città.

 

Anzi i pesci nascosti nelle tane insieme alle loro paure, al massimo si affacciano dalle loro finestre sporgendo fuori la testa per vedere se i barracuda siano nei pressi.

Non mangiano, sopravvivono.

Ed Amantea vive così il periodo più disperato da sempre.

Un momento in cui il mare ed il cielo sono blu ma solo sulle cartoline.

Un momento in cui la gente è come i pesci, spia da dietro le imposte e si affaccia solo quando passano le processioni del potere, da chiunque espresso, ignari che di tal fatta sono costretti a respirare l’aria malsana del potere.

Per fortuna, però, sembra che, da qualche parte si stiano rammentando le reti da usare per una grande pescata.

Solo con nuove reti sarà possibile portare fuori dal mare quei pesci che ne sono al momento padroni.

Anche quei pesci che finora non sono mai rimasti nelle reti, vuoi perché fuggevoli, vuoi perchè protetti dalle acque sporche nelle quali vivono, vuoi perché padroni incontrastati del mare stesso.

La voce corre questa voce dice i pescatori non siano del luogo.

E, soprattutto, corre voce che ormai sia giunto il tempo di mettere in opera le reti che sono state preparate.

Chi sono?

Forse sono figli di Simone e di altri apostoli.

Sembra che siano gli attuali discepoli di Frate Nicola e frate Pierpaolo.

Sembra che siano tutti in attesa che, come avvenne presso il lago di Tiberiade, venga loro dato l’ordine di gettare le reti.

E ci sembra di averne scorto qualcuno di questi neo pescatori in giro per il paese , con gli occhi vigili ad avvertire la luce che romperà il buio della notte dell’apostasia, e, soprattutto, con le orecchie tese e pronte a sentire parole non dette e ragioni non svelate.

Parliamo , ovviamente, della apostasia quale abbandono dei valori di civiltà, del senso della giustizia, della sua ricerca, della sua affermazione nell’agire quotidiano, senza la quale non ci sarà più umanità.

Di quella apostasia che non è solo della ‘ndrangheta , ma anche degli altri poteri politici, massonici, giudiziari.

E questa luce potrà aversi soltanto quando, e se, gli uomini veri risorgeranno dal loro sonno e senza timore alcuno.

Con una tempestività assoluta il mancato consigliere comunale Andrea Ianni Palarchio (Lista Insieme per la Città), stamattina, ha pubblicato una nota nella quale segnala la decisione assunta dal TAR di Catanzaro che ha annullato della delibera 37 del 12 agosto 2015 con la quale il consiglio comunale di Amantea ha determinato le tariffe Tari per l'anno 2015.

 

Nessuna nota di risposta da parte della amministrazione che ora , comunque, potrà ricorrere al Consiglio di Stato per ottenere una decisione contraria.

E stamani ne ha parlato un quotidiano locale.

Oggi ne possiamo parlare anche noi!

Cominciamo segnalando una stranezza, quale è quella che il comune di Amantea non si è costituito presso il Tar.

Certo non si può dire che se lo avesse fatto avrebbe vinto la causa.

Ma la mancata costituzione resta un mistero.

 

Forse sapevano che avrebbero comunque perso la causa e, quindi, opportunamente hanno deciso di non avere spese legali.

Se vero, in tal caso in comune non dovrebbe nemmeno andare al Consiglio di Stato.

Ma andiamo con ordine.

 

Il TAR ha precisato che il Ministero dell’Interno con decreto del 13 maggio ha stabilito al 30 luglio il termine massimo per l’approvazione del bilancio di previsione per il 2015.

Non solo, ma ai sensi dell’art 1 comma 169 della legge 147/2013 il termine fissato per le deliberazioni delle modificazioni di tariffe e tributi ha carattere perentorio.

Poiché la delibera è stata adottata 12 agosto 2015 essa è illegittima e quindi è nulla

Discende da quanto sopra che la tariffa TARI applicabile per il 2015 è quella del 2014.

Ora gli atti della TARI del 2015 notificati dal comune sono nulli e nel caso i cittadini abbiano pagato la tariffa hanno diritto alla restituzione delle somme corrisposte.

Dovranno, quindi, essere notificati i nuovi atti TARI calcolati con le tariffe del 2014.

Niente di particolare, quindi, salvo un maggior lavoro per l’ufficio o per la ditta incaricata

 

Intanto viene da chiedersi: come mai la TARI non sia stata adottata entro il surriferito termine massimo?

Una domanda destinata a restare senza risposta.

E poi un’altra domanda.

Quale è la tariffa legittima del 2014?

La prima o quella ricalcolata successivamente?

Andrea Ianni Palarchio ricorda che la prima Tari del 2014 venne calcolata su una popolazione non reale , da cui la necessità del suo ricalcolo.

Nessun problema invece può derivare alla giunta Sabatino dal fatto che nella TARI del 2015 esistono almeno 400 nuovi utenti sui quali spalmare i costi del servizio.

 

Il problema reale resta sempre quello di conoscere la tariffa legittimamente applicabile, il ricalcolo delle somme dovute dalle famiglie e dalle aziende, la stampa e la notifica.

Marginale è infine il problema dell’addebito al responsabile del costo della stampa e notifica della TARI del 2015, salvo che non sia ipotizzabile come qualcuno ha fatto la malafede dell’ente.

Noi non ci crediamo.

Siamo convinti di una semplice sottovalutazione del problema e della supposizione che il MEF MAI avrebbe portato il nostro comune in Tribunale.

Longobardi: La maggioranza contesta la minoranza

Sabato, 18 Giugno 2016 23:51 Pubblicato in Longobardi

Alla luce dell’articolo apparso nelle giornate del 16 e 17 Giugno su vari quotidiani locali e su vari siti di informazione del comprensorio, a firma del Capogruppo Nicola Bruno e del Consigliere Francesco Cicerelli, sono doverose delle considerazioni e delle precisazioni, da chi come me svolge il ruolo di Consigliere di Maggioranza e di Capogruppo del gruppo politico che amministra il Comune di Longobardi.

 

Quel che più dispiace, mio malgrado, è intervenire ancora una volta, per iscritto, nei confronti di questo gruppo politico di opposizione (Progetto Longobardi), che ancora ha molto da imparare.

 

Se è pur vero che l’Assise Cittadina del 16/06/2016 si è svolta in tempi brevi, è pur vero che il consiglio comunale è stato convocato con circa 20 giorni di anticipo.

 

Ebbene, il gruppo politico in questione era assente ingiustificato in Consiglio, infatti solo il consigliere Bruno annunciava la sua assenza la sera prima, mentre il collega Cicerelli arrivava con quasi un ora di ritardo ed a Consiglio già ultimato (specifichiamo, ore 9:30 inizio consiglio comunale, tutti i consiglieri presenti hanno atteso la consueta mezz’ora di tolleranza dopodiché hanno iniziato i lavori).

 

Consiglio preparato dal gruppo di maggioranza già da qualche giorno, come di consueto, con vari incontri pre-consiliari.

Ora, sebbene a “Progetto Longobardi” piace esaminare la materia contabile direttamente in consiglio, provando a dare lezioni che, in molta sincerità, si potrebbero risparmiare, a noi membri della maggioranza i compiti piace farli a casa per poi arrivare preparati nel civico consesso.

Ma vi è di più!

Questo tipo di interventi, oltre a denotare inconsistenza ed evanescenza del loro operato, palesano ancor di più una loro totale assenza nella vita attiva dell’Ente Locale.

 

Infatti, oltre alla loro mancata partecipazione nella seduta del 16 Giugno, hanno disertato ben due commissioni bilancio.

Consentitemelo, è vergognoso disattendere il mandato elettorale in modo così manifesto.

A distanza di due anni, non stanno esercitando nessuna azione di proposta e di stimolo amministrativo (stendo un velo pietoso sulle circostanze, che vi assicuro essere molte), men che meno aver proposto anche un singolo emendamento ai bilanci, cosa che ci si aspetterebbe da una mediocre opposizione.

Per chiudere, ma non meno importante, continuano imperterriti ad estrapolare e liberamente interpretare numeri.

Parlano di spese che sono state incrementate di circa 300 mila euro nel 2015.

 

Bastava guardare per bene i documenti contabili nella loro interezza, per scoprire che la corrispondente colonna delle entrate riporta riscossioni in aumento per circa 700 mila euro.

Stanno abdicando dai propri ruoli, senza assumersi alcuna responsabilità, ci troviamo di fronte ad una gestione approssimativa e pasticciata del ruolo di opposizione.

Ma la cosa più grave è che continuano a non mostrare rispetto per quel luogo sacro dove si svolge il mandato che gli è stato conferito. Il Consiglio Comunale è una cosa seria!

Il Capogruppo di Maggioranza, Consigliere Antonio Costabile.

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