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Enzo Giacco (Pd Amantea) risponde a Biagio Miraglia
Domenica, 12 Giugno 2016 12:26 Pubblicato in PoliticaPremettiamo come sia impossibile fare una sintesi della nota di Giacco al fine di evitare di fare una sintesi che tale non sarebbe, ma, semmai, una interpretazione, financo, riduttiva.
Per questo abbiamo ritenuto, per chi ha voglia di capire bene le dinamiche politiche dei rapporti tra il PD e l’amministrazione e quelle interne al PD stesso, di pubblicare tutta la nota, nella sua interezza, suggerendo di sforzarsi a leggerla ed addirittura a farla propria.
Eccola:
“Caro Biagio, ho letto con attenzione le tue riflessioni in merito al resoconto dell’ultimo incontro tra la Segreteria del Partito e gli Amministratori iscritti al PD.
Riflessioni, che mi danno l’opportunità di precisare alcune questioni che mi stanno particolarmente a cuore.
Premetto che è mia personale convinzione il fatto che Amantea, mai come oggi, necessiti di riscoprire le basi dialettiche di una cultura politica sofferente e che ha condotto gli attori della vita pubblica ad interpretare il proprio ruolo quasi esclusivamente in una dimensione conflittuale, rinunciando clamorosamente al confronto ed al dialogo. E tutto a danno della città (l’esito è dinnanzi agli occhi di tutti).
Per carità, ritengo che lo scontro sia un elemento spesso indispensabile per far emergere e mettere a nudo le difficoltà e le cose che non vanno in una comunità. Ma allo stesso tempo, sono fermamente convinto che – se, come io penso, compito della politica è innanzitutto quello di produrre benefici alle cittadine ed ai cittadini – quello della discussione nel merito delle questioni sia un momento irrinunciabile. Vale lo stesso per quello della proposta.
Non so per quale ragione tu abbia voluto interpretare la rappresentazione delle istanze, sotto forma di priorità, partecipate agli amministratori iscritti al Partito quale “chiara volontà della Segreteria cittadina del Pd di voler gestire insieme all’attuale amministrazione comunale i processi amministrativi relativi ad alcune importanti problematiche”. Tra l’altro i processi amministrativi riguardano la funzione amministrativa.
Sinceramente, mi sembra una semplificazione forzata al fine di voler vedere quello che non c’è e di dare un significato diverso ad un atto del Partito che invece appare, a mio modo di vedere, chiaro. Non condividere è un diritto, ma non lo è altrettanto rappresentare le cose in maniera differente dalla realtà.
Anche perché, la riunione tenutasi nei giorni scorsi, ha rappresentato la naturale conseguenza di un’Assemblea degli iscritti di inizio aprile - alla quale eri presente - durante la quale l’organismo esecutivo del Partito ha avuto in pratica il mandato di rappresentare delle proposte. Che è quello che un soggetto politico responsabile deve fare.
Stare fermi solo a criticare sarebbe più semplice e forse ci renderebbe più appetibili. Ma quale beneficio ne avrebbe la città? Personalmente ritengo che solo misurandosi sulle questioni e proponendo si possa giocare la partita del benessere.
Tra l’altro, in quella partecipata Assemblea, sono piovute critiche feroci nei confronti dell’attuale Amministrazione. La maggior parte per mia bocca, in verità, perché mi pare tu non sia intervenuto. Non a caso, in quell’occasione è stata ribadita – cito il documento – la considerazione che “costringe – allo stato attuale - il Partito a sentirsi distante dall’azione amministrativa cittadina”.
Repetita iuvant, perciò sottolineo un concetto (spero poi non ce ne sia ulteriormente bisogno) più volte esplicitato e reso noto nell’ultimo anno: “quella in carica non è un'Amministrazione del PD e non c'è il PD alla guida del paese. C'è una lista civica che ha vinto le elezioni ed ha il diritto-dovere di governare” (documento del 10 novembre 2015 trasmesso alla stampa).
Purtroppo il PD, infatti, non ha partecipato alle ultime elezioni comunali.
Ma questo non deresponsabilizza il Partito Democratico dal confrontarsi e discutere – nell’interesse esclusivo della città e dei cittadini – con chi amministra Amantea. A maggior ragione se ci sono amministratori iscritti al Partito Democratico. Sinceramente, troverei bizzarro il contrario.
Sono d’accordo sulla necessità di un “confine fra indirizzo politico e gestione amministrativa”. Il principio è richiamato da diverse norme (che – tra l’altro – hanno introdotto una serie di vincoli: ad esempio, già alcuni anni fa era stato stabilito, in via generale, che gli amministratori locali non potessero far parte delle commissioni di gara per l’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali, proprio in virtù del principio della separazione tra indirizzo e gestione). So che storicamente ci sono stati tentativi di ingerenze reciproche della politica nei confronti della burocrazia e viceversa. Ma non capisco cosa c’entri l’incontro tra la Segreteria del Partito e gli Amministratori. Se, invece, ti riferisci ai differenti ruoli che Partito ed Amministratori devono avere, credo che quello che stiamo cercando di fare è proprio svolgere un ruolo di controllo e di suggerimento della linea politica (agendo, tra l’altro, nell’anomalia rappresentata dal fatto che non essendoci stata una lista del Partito, o alla quale il Partito abbia aderito, gli attuali amministratori potrebbero anche disinteressarsi degli input che provengono dal PD. In tal caso, la reazione non sarebbe la nostra indifferenza).
Chi amministra ovviamente governa. Il fatto se terrà conto o meno degli indirizzi offerti, beh – come più volte ci siamo detti – rappresenterà il metro per misurare la reale volontà di avere un rapporto con il Partito.
Bisogna tenere presente però – in quanto non secondario - che, ciò che si sta facendo fa parte di una linea democraticamente concordata all’interno del Partito. Mi spiace se da un po’ di tempo a questa parte impegni di lavoro - così qualche settimana fa mi hai scritto – non ti hanno consentito di partecipare alle riunioni del gruppo dirigente del PD. Avresti potuto tu stesso cogliere la continuità dell’azione politica rispetto a quanto fatto negli ultimi mesi.
Ti ringrazio però per aver trovato il tempo di scrivere a me ed ai membri della Segreteria e di aver trasmesso le tue riflessioni alla stampa. Questo mi dà la possibilità di concretizzare l’auspicio espresso anche nell’ultimo documento, ovvero “rendere conto a tutti di quelle che sono le dinamiche e le discussioni che si affrontano nel Partito, perché [il PD] crede che la trasparenza abbia un valore e perché ritiene che giudizi e valutazioni non possano che essere conseguenze di ciò che [si] è stati capaci di fare in favore delle cittadine, dei cittadini e della città”.
Se c’è qualcosa rispetto a cui il Partito si vuole caratterizzare è la capacità di produrre benessere per la città ed i cittadini. E sappiamo bene che questo non può essere il risultato solo di uno scontro (che potrebbe altrimenti degenerare nella necessità di mera visibilità), ma anche proponendo soluzioni ai problemi, focalizzando le difficoltà, selezionando priorità, predisponendosi al confronto. Il PD desidera fare le cose “per la gente e tra la gente”. E ciò non è possibile inseguendo il pregiudizio (che è breve e non necessita di argomenti), bensì arricchendo le istanze di ragioni. Per questo predichiamo la normalità e la riconciliazione della vita politica del paese. Perché siamo convinti del fatto che portare una comunità a dividersi a prescindere, non può produrre benefici per la nostra popolazione. Per questa ragione abbiamo cercato il massimo coinvolgimento, giusto a titolo esemplificativo, nella battaglia per l’evoluzione del Poliambulatorio della città in Casa della Salute (il raggiungimento di tale obiettivo avrebbe per i nostri cittadini un valore di gran lunga superiore rispetto alle critiche sui – seppur gravi - errori nel testo di una delibera, ad esempio).
Mi stupisce il tuo rimprovero rispetto agli interventi del Partito sulle questioni locali. Sinceramente mi sembrano forzature che non fanno onore alla realtà, che ne risulta inevitabilmente e ingiustamente distorta. Tu stesso, fin quando hai potuto far parte della Segreteria, ti sei occupato di pubblicare sui nostri veicoli di diffusione delle informazioni le posizioni espresse e le cose fatte. Riprendendo il tuo esempio sul bilancio (rispetto al quale – uso le tue parole – “non si sarebbe proferito parola”), credo non ti sia sfuggito il paragrafo del documento elaborato ad aprile - sempre dalla Segreteria - dal titolo evocativo “una città senza cassa”, nell’ambito del quale venivano avanzate delle proposte per la gestione del Bilancio (perché anche qui, se c’è un problema, oltre che denunciarlo, vorremmo offrire un contributo nel tentativo di risolverlo). Come ricorderai, io stesso ho voluto incontrare l’Assessore al ramo per prendere contezza del perché del niet della Cassa Depositi e Prestiti. Tra l’altro, anche nel documento elaborato in data 16 maggio (diffuso dalla stampa, e nel quale si parla tra l’altro dell’opportunità di un bilancio partecipato e della necessità di affrontare una valutazione dei ritorni sociali del bilancio dell’ente) è stata evidenziata una “preoccupazione relativa alla capacità di indebitamento. Perché, fuori da qualsivoglia superficiale interpretazione del niet della Cassa Depositi e Prestiti, si ritiene che ciò che emerge sia la ridotta capacità di ricorrervi”. Da ultimo, proprio nell’incontro con gli Amministratori, sono state partecipate delle perplessità al Sindaco della città – che potrà confermare quanto da me sostenuto – sul bilancio dell’ente.
Se c’è un rimprovero che si può fare al Partito, questo forse è che non ha saputo (voluto) dare in pasto al populismo le posizioni espresse. Come ho avuto modo di scrivere qualche giorno addietro, non amo le rendite di posizione. Per produrre un beneficio al cittadino non c'é bisogno di sbandierare ai quattro venti ciò che si é fatto (o si fa). Altrimenti il rischio è quello di passare dal "servizio" alla "propaganda" (e quest'ultima - a parer mio - é tra i mali più pericolosi di cui soffre oggi la politica). Ma il PD non è stato certo intellettualmente timido. Oserei dire, anzi, che è stato giusto. Perché riteniamo che ci sono dei modi per muovere critiche e perplessità, e perché – in quanto siamo convinti che sia necessario – vorremmo anche ingentilire la politica.
I diversi interrogativi, infine, da te posti credo siano tutti legittimi. Ma non è il Partito a poter dare risposte a queste domande, bensì chi oggi amministra. Certo, rispetto agli impegni presi dal Sindaco - ritengo non nei confronti del Partito, ma della città - il PD potrà domani giudicare e valutare: ma su ciò che si è realizzato e su quello che invece non si è fatto.
Un beneficio per la città vale più di mille polemiche. E – ripeto – il PD non vuole esaurire il suo ruolo nella denuncia; vuole, anzi, dare un contributo di idee per produrre benessere collettivo.
Ad ogni modo, spero domani il Partito Democratico possa assumere la responsabilità del governo della città, così da poter rispondere direttamente ad interrogativi come quelli che hai elaborato nella tua missiva.
Voglio concludere, ricordando ad entrambi che tutti insieme, con grande affiatamento e fiducia reciproca, da un anno a questa parte – e non senza sacrifici – stiamo aiutando il Partito Democratico a mettere radici in città. E per crescere devono essere innaffiate con passione, entusiasmo, voglia di fare e saper fare. Devono trovare terreno fertile in un modo nuovo di fare e di intendere la politica che non porti i cittadini a dividersi, ma ad unirsi, a generare senso comunitario, a curare e rigenerare i beni comuni, a riconoscere l’interesse collettivo. Questo si può fare parlandosi (“il calabrese vuol essere parlato”, scriveva Corrado Alvaro). Solo in questo modo il Partito Democratico di Amantea potrà rappresentare quel soggetto politico in cui tutti possano riconoscersi. Perché, io ritengo, nessuno di noi desideri costruire l’ennesimo e inutile “comitato elettorale” (che compare e scompare al ricorrere di un’elezione). Certo questo non è quello che desidero io e, mi sento di dire, non è quello che desiderano i tanti amici, le compagne ed i compagni del Partito.
Tra le ultime parole pronunciate da Enrico Berlinguer sul palco di Piazza della Frutta c’è un invito al dialogo, ovvero alla capacità di parlarsi con sincerità. Un po’ come stiamo facendo adesso io e te. Ed io sono convinto che in questo mondo, in questo terribile, intricato mondo di oggi difficilmente si possa costruire qualcosa di buono per le persone se si rinuncia al dialogo ed al confronto.
Mi auguro che queste mie parole servano a fugare le tue perplessità.
Con i saluti più cari,
Enzo.
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La famiglia Campaiola di Amantea. Una storia lunga un secolo
Domenica, 12 Giugno 2016 09:23 Pubblicato in Primo PianoIeri l’altro in un noto ristorante amanteano (Hotel la Tonnara di Gabriele Perri), è stato festeggiato il centenario della Famiglia Campaiola di Amantea, dove giunse giusto 100 anni fa, nell’estate del 1916.
A tenere le fila delle molte famiglie, originatesi da quel ceppo e qui convenute, il signor Gaetano Campaiola, impareggiabile commerciante della nostra città.
Gaetano ha voluto che tutto si svolgesse in una atmosfera di totale solidarietà fra i partecipanti, riuscendovi pienamente, non foss’altro per il fatto che lui stesso può inoltre vantare una vita ottuagenaria della sua attività attuale, in quanto detentore di una delle più antiche rivendite della nostra città.
Coadiuvato dai cugini Tonino Morelli e Roberto Musì, Gaetano ha messo in moto un’organizzazione che ha coinvolto un grandissimo numero di persone, grandi e piccoli, finanche molti componenti delle famiglie Bonavita-Aloe, provenienti dalla lontana America, precisamente da Ambridge (Pennsylvania).
L’intero evento è stato punteggiato da alcuni momenti che hanno dato colore e significato alla cosa. Nella locale Chiesa Matrice, la celebrazione di una S. Messa in memoria dei nostri genitori, officiata da padre Andrea del convento di S. Bernardino, ha segnato la prima fase di una giornata indimenticabile.
L’ottimo padre, informato per bene da chi di dovere, ha più volte sottolineato il valore profondo della storia centenaria della famiglia che, nella sua lunga vicenda, ha sempre offerto di sé esempi pregnanti di sana religiosità e di devozione alla Chiesa Cattolica.
Insomma l’intera omelia ha avuto quasi per oggetto, senza esagerare, il nome della famiglia Campaiola.
Non era mai accaduto che in una chiesa della nostra città, fosse risuonato reiterate volte il nome di una famiglia del luogo, per giunta di origine squisitamente popolare, per dire quanto di religioso ci sia in un episodio del genere che fino a quasi il secolo scorso, poteva dirsi appannaggio delle classi nobiliari.
A padre Andrea e a padre Francesco Celestino, suo diretto superiore che lo ha sottilmente ispirato, va il nostro plauso e il nostro più sentito ringraziamento.
Una volta giunti in Hotel è seguita, in una saletta apposita, la proiezione di un filmato che, a grandi linee, ha cercato di raccontare una “Storia lunga un secolo” come recita il titolo del video stesso e che ha snocciolato, attraverso una serie di immagini significative, i momenti-clou dell’intera famiglia nelle diverse fasi della sua esistenza centenaria.
Un saluto ai presenti nella saletta, da parte degli organizzatori, ha, subito dopo, sancito un incontro così caloroso da produrre ondate di commozione per tutti.
Infine un ricco pranzo, servito da un’efficientissima equipe di camerieri, ha coronato un momento di serena convivialità, per grandi e piccini.
Il taglio della torta realizzato simbolicamente da Gaetano e da Costanza Bonavita-Aloe, la più anziana tra i cugini, presenti in sala, ha segnato il gran finale della festa con la consegna di un ricordino, quadretto raffigurante i nostri genitori, su cavalletto e le numerosissime foto di gruppo, per sottolineare ancora una volta quanto importante sia il valore sacrosanto della partecipazione, dell’identità e dell’appartenenza familiare.
Il Comitato organizzatore Gaetano Campaiola Tonino MorelliRoberto Musì
Amantea lunedi 6 giugno 2016
BREVE DISCORSO PER IL CENTENARIO
Eccoci qui riuniti a festeggiare il centesimo anniversario della famiglia Campaiola giunta in Amantea nel lontano 1916, in quella che doveva essere l’ultima tappa del nostro progenitore, quando, da poco promosso Maresciallo della locale caserma della Guardia di Finanza, sita, allora in Vittorio Emanuele (quartiere Cappuccini), vi era arrivato con moglie e tre figli.
Ho detto ultima tappa perché qui in Amantea, nel giro di pochi anni, in poco più che un decennio, doveva vedere accresciuta la famiglia di altri tre figli, conseguire la pensione, aprire un’attività commerciale, approvare il fidanzamento della primogenita e poi morire così all’improvviso senza cogliere quei frutti che danno il giusto sapore alla vita, come fa ogni buon padre di famiglia che coltiva con amore e dedizione i sogni e le attese della prole che gli è toccato in sorte.
Purtroppo per lui non fu così.
Il nonno muore all’età di cinquantaquattro anni lasciando dietro di sé una lunga serie d’impegni e di responsabilità per la vedova, con il mare agitato della vita che le sta di fronte: sei figli, quattro femmine e due maschi, alcuni in età impubere.
Ma è proprio qui che si misura la forza di una donna. Quando tutto sembra crollare, la nonna prende la barra del timone e naviga per acque non sempre tranquille.
Sono anni difficili, un dopoguerra segnato da una quasi guerra civile per il paese, il passaggio da un regime parlamentare a uno eminentemente dittatoriale con l’avvento del fascismo, poi la tregua, anche con un po’ di benessere, fino all’altra guerra, quella del 40-45.
Sono anni in cui la famiglia cresce entro questo quadro, ora calmo, ora fosco. Poi d’un tratto con l’esplosione della guerra tutto è messo a repentaglio, quando la vita non vale più niente e tutto va alla deriva senza nessuna speranza di potere rinascere.
Per fortuna anche in questi momenti assai tristi delle vicende belliche attraversate, la famiglia rimane coesa, unita, pur nelle ristrettezze che è giocoforza sopportare.
La famiglia è tutta raccolta intorno alla matriarca che è la nonna, tutto fa capo a lei, nonostante lo scorrere degli anni: matrimoni, poi famiglie già avviate e altri in preparazione, proprio nel cuore degli ultimi anni della guerra.
Poi la fine di tutto, il paese che risorge, una vita nuova che si apre verso prospettive più vaste. Quante esperienze si sono consumate intanto!
Gioie e dolori che si sommano, nascite e morti che si alternano, in questo groviglio di eventi, ora lieti, ora tristi, diventano la trama ininterrotta di una vicenda che si colora di tanti momenti vissuti insieme che abbiamo il dovere di ricordare e di trasmettere, se possibile, alle generazioni a venire. Poi, come in tutte le cose del mondo, il protagonista assoluto della vita di ognuno di noi che è il Tempo, cioè quel dio, sicuramente l’unico, nell’intero universo, che non ha devoti, ci prende e ci mette davanti agli occhi il conto.
All’età di novanta anni muore la nonna, un pezzo fondamentale di noi che sparisce, poi man mano, se ne vanno i figli, le figlie, anche loro piene di anni che ci lasciano e che sembrano fare il vuoto attorno.
Guardando dunque all’indietro vediamo che è passato un secolo, un secolo di presenza su questo territorio, fatto di gente che ha sempre svolto il proprio dovere, che ha lavorato onestamente, che si è distinto nei mestieri, nelle professioni e nelle diverse attività lavorative intraprese.
Nel compiersi di questo centesimo anno, facciamo voti che i valori di cui ci siamo nutriti, incontrandosi dialetticamente con i nuovi di cui intravediamo i segni, possano produrre condizioni di sviluppo per tutti, concrete speranze di rinascita per i nostri figli.
Questa in sintesi, la storia centenaria della famiglia Campaiola, il cui festeggiamento, oggi, ci vede qui tutti riuniti, o meglio, ad onor del vero, una cospicua parte, nella quale hanno la preponderanza, nonostante la distanza che da noi li separa, gli Americani, i nostri parenti, i cugini, residenti oltre oceano.
A loro tutti va il nostro più sentito ringraziamento per avere affrontato un lungo viaggio, spese e sacrifici, sicuramente ripagati dal piacere di volere stare insieme e condividere con noi questo particolare magnifico momento che ricorda i nostri cari Genitori.
Grazie di cuore, grazie per averci onorato della vostra presenza, grazie.
Ma altrettanto grazie a chi non è presente. Molto probabilmente altri impegni non hanno consentito la loro partecipazione. Con questi ci auguriamo di festeggiare, almeno, il secondo centenario! Grazie a tutti da parte degli organizzatori. (RM)
Gaetano, Roberto ed Antonio
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ROTONDA (PZ), 10 Giugno 2016: Li hanno sorpresi mentre di notte andavano a caccia nel Parco del Pollino.
Due persone di Castrovillari sono così state deferite per attività venatoria e introduzioni di armi all’interno di un’area protetta dove tale attività è assolutamente vietata.
I due cacciatori sono stati sorpresi dagli uomini del Corpo Forestale di Morano e Saracena in località “Pavone-Rotondella” mentre dall’interno di un fuoristrada con l’ausilio di potenti fari illuminavano a zona alla ricerca di fauna selvatica da abbattere.
Tecnica usata per abbagliare l’animale che rimane immobile per poi abbatterlo con l’arma da fuoco.
Il personale Forestale a seguito di un servizio di appiattamento e controllo ha intercettato l’automezzo bloccandolo.
Si è subito verificato che il conducente aveva con se un faro e il passeggero al suo fianco una carabina pronta all’uso.
I fari inoltre erano collegati alla batteria dell’automezzo attraverso alcuni cavi elettrici che dall’abitacolo giungevano al vano motore.
Si è quindi provveduto al sequestro dell’arma, delle munizioni e dell’automezzo usato per tale attività. Altra operazione degli uomini del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente è stata svolta nei giorni scorsi dal personale di Civita a Castrovillari in contrada Galluccio.
Questa volta le persone deferite all’autorità giudiziaria dovranno rispondere di smaltimento illecito di rifiuti. Durante un controllo in tale zona infatti si è accertato che due persone stavano attraverso la bruciatura provando a smaltire irregolarmente rifiuti speciali (Materiali di risulta, ferrosi, e plastici), speciali pericolosi (oli esausti).
Dopo aver fatto spegnere il fuoco e fatto i dovuti accertamenti il personale intervenuto ha proceduto al sequestro dell’area e al deferimento delle due persone, un uomo di Frascineto e uno di nazionalità Ucraina.
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