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notaioCi sono piattaforme in cui i notai online rispondono in poche ore alle richieste di consulenze urgenti. Ma avere più tempo a disposizione può restare un vantaggio.

Quanto tempo ci vuole per trovare il notaio online? Non esiste una risposta assoluta a questa domanda. Vero è che, in generale, la ricerca del notaio online, rispetto a strade tradizionali come il passaparola, ha accelerato i tempi medi per contattare il professionista per un atto. Ma i tempi che occorrono in concreto dipendono anche dagli strumenti utilizzati e dal tipo di atto che si deve redigere.

Come ottenere il preventivo del notaio online in poche ore

Ci sono alcuni notai online che hanno un loro personale sito web: se già conoscete il nominativo e dovete solo verificare indirizzo o recapito, questo può essere un comodo metodo di contatto. Se invece state ancora cercando il notaio per un atto, grazie alle piattaforme di ricerca notai su internet si possono impostare luogo e tipo di atto, inserire alcuni dati utili e chiedere un preventivo notarile gratis online in poche ore.

Quanto tempo occorre per l’atto notarile?

In poche ore quindi, il notaio online può fornire un preventivo per l’atto.

I tempi per la firma possono variare invece in base al tipo di atto. Vediamo i più richiesti e le variabili che ne influenzano la preparazione dilungando le tempistiche.

Nel caso di acquisto immobiliare, a volte la data entro cui deve essere firmato il rogito è specificata nel contratto preliminare di compravendita. La firma del rogito può essere subordinata alla concessione del mutuo casa. I tempi della compravendita immobiliare si possono allungare se la casa è entrata a far parte del patrimonio del venditore per eredità o per donazione. In questo caso infatti i controlli che il notaio deve fare sono più numerosi.

Anche per quanto riguarda l’atto costitutivo di una società, la firma in sé dura un’oretta ma è la redazione dell’atto, con la verifica dei dati inseriti e dell’identità delle parti, che richiede tempo al notaio.

Contattando il notaio online, è possibile velocizzare questa fase preparatoria del documento, inserendo i dati necessari nel modulo di richiesta inviato tramite internet. Questo dà modo alle parti di arrivare all’appuntamento presso lo studio notarile più consapevoli di quali siano i dati e i documenti da portare al notaio e di quali saranno gli effetti dell’atto dopo la firma. In caso di qualsiasi dubbio è assolutamente meglio chiedere preventivamente una consulenza al notaio online o presso lo studio. Che si tratti di acquisto immobiliare, testamento, costituzione società etc. bisogna infatti sempre tener conto che alla base ci sono interessi rilevanti sotto il profilo personale, economico o professionale. Non bisogna mai temere di fare domande stupide o fuori luogo.

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I periodi dei saldi sono sempre molto attesi perché permettono di acquistare prodotti, che magari si desiderano da molto tempo, a un prezzo più basso e quindi più accessibile.

La corsa agli affari però non prenderà il via ovunque nella stessa giornata.

 

 

Secondo il calendario non in tutte le regioni si partirà in contemporanea.

Comincia la Basilicata il 2 gennaio seguita dalla Valle d’Aosta il 3. L’ultima la Sicilia il 6 gennaio

Tutte le altre regioni italiane inizieranno il 5 gennaio.

Ecco le date dei saldi invernali 2019 suddivise regione per regione.

Abruzzo: dal 5 gennaio 2019 al 5 marzo 2019

Basilicata: dal 2 gennaio 2019 all’1 marzo 2019

Calabria: dal 5 gennaio 2019 al 28 febbraio 2019

Campania: dal 5 gennaio 2019 al 2 aprile 2019

Emilia Romagna: dal 5 gennaio 2019 al 5 marzo 2019

Friuli Venezia Giulia: dal 5 gennaio 2019 al 31 marzo 2019

Lazio: dal 5 gennaio 2019 al 28 febbraio 2019

Liguria: dal 5 gennaio 2019 al 18 febbraio 2019

Lombardia: dal 5 gennaio 2019 al 5 marzo 2019

Marche: dal 5 gennaio 2019 all’1 marzo 2019

Molise: dal 5 gennaio 2019 al 5 marzo 2019

Piemonte: dal 5 gennaio 2019 al 28 febbraio 2019

Puglia: dal 5 gennaio 2019 al 28 febbraio 2019

Sardegna: dal 5 gennaio 2019 al 5 marzo 2019

Sicilia: dal 6 gennaio 2019 al 15 marzo 2019

Toscana: dal 5 gennaio 2019 al 5 marzo 2019

Umbria: dal 5 gennaio 2019 al 5 marzo 2019

Valle D’Aosta: dal 3 gennaio 2019 al 31 marzo 2019

Veneto: dal 5 gennaio 2019 al 31 marzo 2019

In Alto Adige i saldi prenderanno il via il 5 gennaio 2019 e termineranno il 16 febbraio 2019. Eccezioni per alcuni comuni turistici dove invece si terranno dal 16 febbraio al 30 marzo 2019.

Osservando il calendario si può notare che la data di fine dei saldi varia da regione a regione.

I più brevi sono in Liguria, dove termineranno il 18 febbraio e in Alto Adige (16 febbraio).

In Campania invece i più lunghi con lo stop previsto per il 2 aprile.

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Già 20 anni fa Bettino Craxi, durante il suo esilio a Hammamet profetizzò un futuro per niente roseo per l’Italia nell’UE:”l’Italia nella migliore delle ipotesi finirà in un limbo, ma nella peggiore andrà all’inferno”.

 

 

Unione Europea uguale: declino, per l’Italia, la prima vittima dell’euro, grazie a un certo Romano Prodi.

E il contesto è chiaro: si scrive globalizzazione, ma si legge impoverimento della società e perdita di sovranità e indipendenza. Sono alcune delle “perle profetiche” di quello che Vincenzo Bellisario definisce «l’ultimo statista italiano», ovvero il vituperato Bettino Craxi, spentosi 17 anni fa nel suo esilio di Hammamet.

Un uomo che «bisognava eliminare a tutti i costi», scrive Bellisario, sul blog del “Movimento Roosevelt”, ricordando alcuni punti-chiave del vero lascito politico del leader socialista, eliminato da Mani Pulite alla vigilia dell’ingresso italiano nella sciagurata “camicia di forza” di Bruxelles, i cui esiti si possono misurare ogni giorno: disoccupazione dilagante e crollo delle aziende, con il governo costretto a elemosinare deroghe di spesa per poter far fronte a emergenze catastrofiche come il terremoto.

«C’è da chiedersi perché si continua a magnificare l’entrata in Europa come una sorta di miraggio, dietro il quale si delineano le delizie del paradiso terrestre», scriveva Craxi oltre vent’anni fa. Con questi vincoli Ue, «l’Italia nella migliore delle ipotesi finirà in un limbo, ma nella peggiore andrà all’inferno».

«Ciò che si profila, ormai – profetizzava Craxi – è un’Europa in preda alla disoccupazione e alla conflittualità sociale, mentre le riserve, le preoccupazioni, le prese d’atto realistiche, si stanno levando in diversi paesi che si apprestano a prendere le distanze Bettino Craxida un progetto congeniato in modo non corrispondente alla concreta realtà delle economie e agli equilibri sociali che non possono essere facilmente calpestati».

Il governo italiano, visto l’andazzo, «avrebbe dovuto, per primo, essendo l’Italia, tra i maggiori paesi, la più interessata, porre con forza nel concerto europeo il problema della rinegoziazione di un Trattato che nei suoi termini è divenuto obsoleto e financo pericoloso». Rinegoziare Maastricht? Nemmeno per idea: «Non lo ha fatto il governo italiano. Non lo fa l’opposizione, che rotola anch’essa nella demagogia europeistica. Lo faranno altri, e lo determineranno soprattutto gli scontri sociali che si annunciano e che saranno duri come le pietre».

A tener banco, ancora, saranno «i declamatori retorici dell’Europa», ovvero «il delirio europeistico che non tiene conto della realtà». Sbatteremo contro «la scelta della crisi, della stagnazione e della conseguente disoccupazione», un disastro che – secondo il “profeta” Craxi – è stato quindi accuratamente programmato.

L’euro? No, grazie: «Affidare effetti taumaturgici e miracolose resurrezioni alla moneta unica europea, dopo aver provveduto a isterilire, rinunciare, accrescere i conflitti sociali, è una fantastica illusione che i fatti e le realtà economiche e finanziarie del mondo non tarderanno a mettere in chiaro». Già, il mondo globalizzato: «La globalizzazione non viene affrontata dall’Italia con la forza, la consapevolezza, l’autorità di una vera e grande nazione, ma piuttosto viene subita in forma subalterna in un contesto di cui è sempre più difficile intravedere un avvenire, che non sia quello di un degrado continuo, di un impoverimento della società, di una sostanziale perdita di indipendenza».

Questo mortificante mutamento, aggiunge Craxi, si colloca «in un quadro internazionale, europeo, mediterraneo, mondiale, che ha visto l’Italia perdere, una dopo l’altra, note altamente significative che erano espressione di prestigio, di autorevolezza, di forza politica e morale». Non è certo amica della pace Romano Prodiquesta «spericolata globalizzazione forzata», in cui ogni nazione perde la sua identità, la consapevolezza della sua storia, il proprio ruolo geopolitico.

«Cancellare il ruolo delle nazioni significa offendere un diritto dei popoli e creare le basi per lo svuotamento, la disintegrazione, secondo processi imprevedibili, delle più ampie unità che si vogliono costruire». Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione, aggiunge Craxi, si avverte «il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare», opportunamente “accolti” da politici perfettamente adatti a questo nuovo ruolo di maggiordomi.

Un nome? Romano Prodi. «Nel vecchio sistema – scrive Craxi – il signor Prodi era il classico sughero che galleggiava tra i gruppi pubblici e i gruppi privati con una certa preferenza per quest’ultimi ed una annoiata ma non disinteressata partecipazione ai palazzi dei primi». Come presidente dell’Iri non era nient’altro che «una costola staccata dal sistema correntizio democristiano» e, lungo il cammino, si era dimostrato «poco più di un fiumiciattolo che rispondeva sempre, sulle cose essenziali, alla sua sorgente originaria». Il “signor Prodi”, come leader politico? «Nient’altro che il classico bidone». Infatti se ne sono accorti tutti. Vent’anni dopo.

Posted on gennaio 25, 2017 Fonte Libreidee.org

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