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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa del PARTITO DEL SUD

“Il Partito del Sud presenta sabato 16 febbraio alle ore 11 alla Città dell’Altra Economia, Largo Dino Frisullo zona ex Mattatoio al quartiere Testaccio di Roma, la sua lista di candidati alle elezioni politiche nazionali del 24 e 25 febbraio 2013, al Senato Lazio.

Siamo l’unica lista autenticamente meridionalista ed autonoma dagli altri schieramenti, da non confondere con altre liste che parlano genericamente di Sud e poi si trovano in coalizione con la Lega Nord, cosa che per noi è un tragicomico paradosso.

Il Partito del Sud vuole invece mostrare il volto autentico del meridionalismo, sulla base delle lezioni di grandi meridionalisti del passato come Dorso e Salvemini, basato sull’identità meridionale e sulla verità storica della “malaunità” del 1861 che per noi è stata la vera origine della questione meridionale. Questo non per nostalgici ritorni al passato o separatismi, ma per guardare al futuro ritrovando l’orgoglio di essere meridionali e lottando per la piena applicazione di quell’articolo 3 della nostra Costituzione, per un paese più uguale e più giusto dove i giovani meridionali abbiano le stesse probabilità di trovare un lavoro senza dover per forza emigrare e dove la mobilità dei cittadini e delle merci non venga limitata al Sud da Trenitalia o da strade disastrose come la SA-RC, mentre c’e’ chi pensa ad inutili ponti e altre cattedrali nel deserto, tutto ciò è colpa dello Stato italiano e non certo del popolo meridionale….dopo 152 anni di “prima il Nord”, è venuto il momento di ripartire da Sud.

Ripartire da Sud perché dopo 20 anni di berlusconismo, con intervalli dei governi Prodi, siamo arrivati al capolinea, sia con l’illusione della “locomotiva del nord” sia con un modello liberista che affidava tutto al ruolo salvifico del mercato. C’è invece bisogno di una buona politica lontana dall’esempio dei partiti tradizionali, sia di destra che di centro che di sinistra, che riporti i cittadini ad interessarsi della cosa pubblica superando il disgusto che oggi dilaga dopo gli ultimi scandali.

Serve un nuovo modello di sviluppo che riporti l’Italia in Europa per gli investimenti nella ricerca e nell’educazione, serve investire nelle nuove tecnologie come la banda larga e serve difendere i nostri prodotti tipici e le nostre ricchezze culturali e naturali e non nuovi condoni o altri abusi edilizi. Infine serve difendere le nostre piccole e medie industrie e non le FIAT che privatizzano i profitti e socializzano le perdite o le ILVA che portano alla drammatica scelta tra salute e lavoro a Taranto.

Sul fronte della legalità tolleranza zero con le mafie e con l’intreccio tra queste e le lobbjes economiche e finanziarie, ricordando che devono essere inasprite le leggi contro la corruzione e reintrodotto il falso in bilancio anche per combattere le mafie che non sono più quelle con la lupara ma proprietarie di società e di banche.

Non a caso, quindi, vogliamo presentare la nostra lista, fatta non da professionisti della politica ma da professionisti, dipendenti, pensionati, commercianti, cassintegrati…tutte persone innamorate della propria terra, alla Città dell’Altra Economia ed invece delle promesse da televenditore o il rigore da professore della Bocconi, noi preferiamo presentare la nostra passione e il nostro impegno civile per un paese più unito, più equo e più giusto.”

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Pronto come pochi Paolo Orofino aveva anticipato che per il PM di Nocera Inferiore Giovanni Francesco Izzo non ci sono gli elementi per la riapertura del caso Natale De Grazia.

Sempre Orofino notiziava che il procuratore Giovanni Francesco Izzo ritiene che non vi siano gli elementi che potrebbero giustificare una rivisitazione del caso, chiuso quindici anni fa e per questo ha presentato al gip una richiesta di archiviazione rispetto ai dati contenuti nella perizia medico-legale inviatagli dalla commissione parlamentare.

Il PM ha dichiarato «La conclusione a cui sono pervenuto in realtà è contenuta nella stessa consulenza, laddove si afferma esplicitamente che da un punto di vista medico-legale il caso deve essere considerato chiuso».

In sostanza secondo il procuratore la relazione del consulente medico legale della Commissione parlamentare di inchiesta sui ciclo dei rifiuti «rappresenta una situazione di fatto contrassegnata dalla più totale incertezza e, per di più, irrimediabilmente lontana da ogni possibilità attuale di concreto accertamento».

Sulla notizia ritorna Legambiente la quale dichiara che si tratta di “Una scelta affrettata e assai discutibile che lascia francamente sconcertati».

Dichiara Nuccio Barillà, della segreteria nazionale di Legambiente «L'orientamento del procuratore Izzo, che ci auguriamo non venga accolto dal gip è stato espresso senza aver ancora ricevuto la relazione conclusiva della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti dedicata al caso De Grazia, approvata lo scorso 5 febbraio. Nella relazione, oltre al contenuto della perizia medico-legale (che smonta le conclusioni di morte naturale e avanza l'ipotesi di un decesso causato da sostanze tossiche, anche se non più accertabile), viene delineato, attraverso episodi precisi e circostanze dettagliate, il clima di pressioni, minacce e di esposizione in cui operava il pool, di cui Natale De Grazia era il motore investigativo, poi smembratosi dopo la sua morte. Allegata alla relazione vi è tra l'altro una mole impressionante di documenti, finalmente desecretati, che possono essere in ausilio nuovo e importante al lavoro dei magistrati».

Insiste anche Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente «Per quanto difficile possa essere, dopo tanti anni è dovere dello Stato tornare a indagare in modo approfondito, sulla base di nuovi indizi, su quella tragica morte, sul contesto entro cui è maturata e sui motivi che l'hanno ispirata, per tentare di giungere finalmente alla verità. Ci auguriamo che il giudice per le indagini preliminari, a cui tocca pronunciarsi sul caso, rigetti la richiesta d'archiviazione e disponga l'approfondimento delle indagini, a cominciare dall'acquisizione della Relazione conclusiva sul caso De Grazie e di tutti gli allegati. In questa vicenda pesano, secondo la stessa Commissione, superficialità, inadeguatezze, errori che hanno condizionato gli esiti della stessa perizia medico-legale e che richiedono oggi il massimo del rigore».

Non resta che attendere.

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Non sappiamo se Rosy Bindi e Domenico Scilipoti abbiano prestato il loro servizio militare( al tempo era obbligatorio) nei paracadutisti. Se lo prestarono può anche darsi che anche allo loro non più giovane età possano aver conservato la freschezza fisica per essere paracadutati.

Di paracadutismo ne parlano loro, almeno a giudicare le parole delle loro reciproche dichiarazioni delle quali presentiamo l’ultima( in ordine di tempo) di Scilipoti.

Eccola:"E' veramente paradossale che l'On. Rosy Bindi continui ad attaccare la mia candidatura in Calabria definendomi un paracadutato da Roma proprio lei, che certamente calabrese non e', che pur di rimanere attaccata alle poltrone romane non ha esitato dopo oltre 20 anni di presenza in Parlamento a chiedere una deroga al suo partito per essere ricandidata, Sarà l’ennesimo caso di qualcuno che, una volta eletta, andrà a Roma e si dimenticherà degli elettori calabresi. Io, se eletto, sono pronto a lasciare il 40% del mio stipendio in Calabria e a trasferire in questa regione la mia residenza".Poi sempre Domenico Scilipoti, candidato al Senato per il PDL in Calabria, continua: "La Bindi che ormai, politicamente, e' piu' vecchia delle poltrone di Montecitorio farebbe bene, invece di attaccare gli altri, a mostrare piu' rispetto verso gli italiani mettendosi in disparte"

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