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cerco lavoroA giugno scende leggermente il tasso di d i s o c c u pa z i o n e , che si attesta al 12,3% dal 12,6% di maggio.

Livelli comunque altissimi, e in salita dello 0,1% rispetto a un anno fa, con un aumento di 50mila posti di lavoro che potrebbe spiegarsi soprattutto con fattori stagionali. Inoltre nella fascia 15-24 anni la disoccupazione è volata al 43,7%, in crescita di 0,6 punti su maggio di 4,3 punti rispetto a giugno 2013. Ma a destare allarme è un altro dato pubblicato ieri dall' Istat: l' indice dei prezzi, che è ormai a un passo dalla deflazione. Il tasso di inflazione a luglio è stato infatti dello 0,1% annuo contro lo 0,3% di giugno. Alcune categorie di beni, come gli alimentari, sono già in deflazione con il carrello della spesa - cioè il paniere dei prodotti acquistati con maggiore frequenza - in picchiata dello 0,6% su anno. Col diretti sottolinea che i prezzi della frutta sono crollati del 10,3% e quelli della verdura dell' 8,9%. Non sono buone notizie. La deflazione è un fenomeno particolarmente insidioso poiché si autoalimenta: i consumatori tendono a rimandare gli acquisti, sulle attese di prezzi ancora più bassi, mentre le imprese sono colpite sul lato dei ricavi e degli investimenti. Un quadro di questo tipo deprime l' economia e rischia di compromettere anche la stessa occupazione. Ciò spiega i commenti preoccupati di diversi operatori economici. «Scendere in territorio negativo, ormai, potrebbe essere solo que stione di tempo: se continuiamo così, il tasso di inflazione potrebbe essere sotto lo zero già ad agosto», commentano a Confesercenti. L' ulteriore rallentamento del tasso di inflazione a luglio, per quanto atteso, sottolinea l' associa zione, «rimane comunque un dato preoccupante. Il Paese naviga ai margini della deflazione. Il calo è dovuto principalmente agli energetici regolamentati, ma comunque la dinamica dei prezzi appare ancora in discesa, in particolare quella degli alimentari. Spiragli positivi arrivano solo dall' ab bigliamento, complici i saldi, ma è davvero troppo poco. Dal dato dell' inflazione arriva dunque un segnaleserio dell' estrema debolezza dei consumi: le famiglie italiane sono ancora in difficoltà e la spesa non riparte». «L' inflazione sta per diventare un ricordo a cui già si associa, però, il timore della deflazione», sottolinea Confcommercio commentando i dati dell' Istat. Tra gennaio 2013 e giugno 2014, infatti, rileva, «la frazione beni e servizi che hanno presentato variazioni negative dei prezzi al consumo è quasi raddoppiata (dal 14,8 al 27,8%)». I presupposti favorevoli osservati sul mercato del lavoro, secondo Confcommercio, «potrebbero trovare nell' attuale dinamica dei prezzi una solida sponda per la ripartenza dell' economia, se soltanto si riducesse l' eccessivo carico fiscale gravante su famiglie e imprese. Questo servirebbe anche a scongiurare il pericolo di una deflazione cattiva e duratura, che influenzerebbe negativamente aspettative e comportamenti di famiglie e imprese». In allarme anche le associazioni dei consumatori, solitamente preoccupate per il fenomeno opposto, cioè l' inflazione. Secondo il Codacons «siamo in pieno allarme deflazione, e l' eco nomia italiana sta rischiando un vero e proprio infarto. Il tasso di crescita dei prezzi oramai azzerato è lo specchio dello stato disastroso in cui versano le famiglie: il potere d' acquisto è in picchiata libera, l' occupazione ancora a livelli altissimi, la povertà relativa in continuo aumento specie nel sud Italia. Tutti fattori che impediscono ai cittadini di comprare e creano un crollo della domanda».

fonte notizia: www.codacons.it

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Chiude l'Unità, per la terza volta in verità dalla sua nascita, dal 1 Agosto salvo "miracoli" dell'ultim'ora non troveremo più in edicola la storica testata di Sinistra.

ROMA - Dal primo di agosto L'Unità non sarà in edicola. Lo comunica Nuova iniziativa editoriale spa in liquidazione, società editrice del quotidiano in crisi da tempo. «I liquidatori di Nuova Iniziativa Editoriale Spa in liquidazione, società editrice de L'Unità, a seguito dell'assemblea dei soci tenutasi in data odierna comunicano che il giornale sospenderà le pubblicazioni a far data dal 1° agosto 2014» si legge nel comunicato. La notizia campeggia nell'apertura del sito online del giornale sotto il titolo «L'Unità sospende le pubblicazioni».

«Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l'Unità», si legge nella nota diffusa dal comitato di redazione. «I lavoratori sono rimasti soli a difendere una testata storica. Gli azionisti non hanno trovato l'intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio un'ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi dell'editoria. I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti. Al tempo stesso, con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui. Avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell'Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico».

«iostoconlunita perché con sue idee, passioni e battaglie ha contribuito a cambiare l'Italia. Una storia che dobbiamo salvare».

Così, in un tweet, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti.

«È sorprendente che il Pd non sia riuscito a trovare una soluzione per L'Unità: avrebbe almeno potuto appoggiare il progetto di Fago», socio di maggioranza della Nie in liquidazione, che aveva proposto di affittare e poi acquistare il ramo d'azienda. È il j'accuse del direttore Luca Landò.

«I segnali arrivati dal Pd sono stati non di aperto sostegno, ma un po' ambigui: il riferimento all'Unità come brand - sottolinea Landò riferendosi alle recenti dichiarazioni del premier Renzi - contenevano

l'indicazione di un interesse più al nome che al contenuto. Se si voleva che L'Unità restasse in vita, c'era la possibilità di appoggiare la soluzione proposta da Fago attraverso la società Editoriale 90,

l'unica che garantiva un futuro al giornale e alla quale si era detta favorevole anche la redazione. L'assemblea degli azionisti ha deciso di non accettare l'offerta e dunque i liquidatori, non essendoci a loro giudizio le condizioni per continuare, hanno deciso la sospensione delle pubblicazioni: il primo agosto sarà l'ultimo numero dell'Unità».

Per la terza volta nella sua storia - la prima durante il fascismo per motivi squisitamente politici, la seconda tra il luglio 2000 e il marzo 2011 per questioni economiche - il quotidiano fondato da Antonio Gramsci è costretto a lasciare le edicole: «Ora vediamo che cosa succede: la vertenza passerà nelle mani di un commissario che valuterà se ci sono le condizioni per andare avanti - dice Landò - o chiudere tutto. Il rischio è che si faccia avanti qualcuno che vuole prendere soltanto il marchio e non il resto. Spero che il Pd ci pensi: cin sono 80 lavoratori che da oltre tre mesi non prendono lo stipendio».

Intanto domani il giornale «uscirà con un numero speciale vuoto, in bianco: dimostreremo come sarà l'informazione senza L'Unità, un'informazione senza voce», annuncia il direttore.

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Quattro anni circa di passione.

Tutto inizia il 26 ottobre 2010 quando la stampa svela l'inchiesta per concussione e prostituzione minorile che coinvolge Silvio Berlusconi.

Protagonista principale Karima El Mahroug, in arte Ruby, fermata per furto il 27 maggio e consegnata dalla Questura di Milano, dopo una telefonata del premier, al consigliere regionale Nicole Minetti.

È l'allora minorenne, presunta nipote di Mubarak, a rompere il silenzio con i magistrati sulle "cene eleganti" e a parlare di "bunga bunga".

Il 15 febbraio 2011 il gip di Milano Cristina Di Censo rinvia a giudizio con rito immediato il leader di Forza Italia

Il 6 aprile inizia il processo davanti ai giudici della quarta sezione penale di Milano.

4 marzo 2013 Il pm Antonio Sangermano parla di «collaudato sistema prostitutivo» di cui «Karima è parte integrante». Poi continua “ad Arcore va in scena «un mercimonio del corpo lesivo della dignità delle donne».

Il 13 maggio 2013 "riparte" il processo. Ilda Boccassini chiede sei anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per Berlusconi.

3 giugno 2013. «Per noi la soluzione deve essere l'assoluzione perché il fatto non sussiste». Così i difensori Niccolò Ghedini e Piero Longo chiedono l'assoluzione del loro assistito. «Sono 50 i testimoni che dicono tutti le stesse cose su quanto accadeva ad Arcore, il resto è fantasia», affermano nell'arringa.

24 giugno 2013. I giudici della quarta sezione penale condannano Berlusconi a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. L'ex premier è colpevole di concussione per costrizione e per il reato di prostituzione minorile. Il verdetto è superiore alla richiesta dell'accusa.

20 giugno 2014. Inizia davanti ai giudici della seconda Corte d'Appello di Milano il processo di secondo grado a carico di Berlusconi, il quale sta scontando l'affidamento in prova dopo la condanna in via definita per il processo sui diritti tv.

11 luglio. ll pg Piero De Petris chiede la conferma della condanna a 7 anni per Berlusconi perché non c'è «ragione alcuna» per concedergli le attenuanti generiche sia «per i fatti di reato contestati, sia per il complessivo comportamento tenuto dall'imputato». La «severità» della pena in primo grado «è innegabile» ma corretta: l'ex premier ha avuto rapporti sessuali con Ruby ed era consapevole della sua minore età. La telefonata in Questura, con cui ha commesso «concussione per costrizione», è un «abuso colossale» con un'«inequivoca portata intimidatoria».

15 luglio. «Nessun ordine» impartito da Berlusconi, «nessun vincolo costrittivo» verso gli uomini della Questura. «Noi reclamiamo una sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto», dice in aula la difesa rappresentata da Franco Coppi e Filippo Dinacci. Nessuna prova di rapporti sessuali tra Karima e l'ex premier, né certezza che conoscesse la sua minore età.

 

18 luglio. Si chiude, dopo solo quattro udienze, il processo d'appello. Il collegio presieduto da Enrico Tranfa, al termine di una camera di consiglio durata tre ore capovolge la sentenza di primo grado

 

Berlusconi è assolto dal reato di concussione perché il fatto «non sussiste», ed è assolto dall'accusa di prostituzione minorile perché il fatto «non costituisce reato»

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