Il bambino di 14 mesi è ricoverato all'ospedale Meyer.
Le sue condizioni sono serie, ma la sua vita non è a rischio.
Ha un'intossicazione alimentare e una sindrome emolitico-uremica provocata da Escherichia coli.
Il piccolo, probabilmente, ha mangiato un formaggio a pasta molle contaminato, di origine romena.
Le ispezioni effettuate dall'Asl hanno chiarito che il bimbo aveva consumato formaggi della ditta SC Bradet s.r. l., che già dal il 9 marzo aveva iniziato a ritirare alcuni formaggi proprio a causa della presenza del batterio.
Si invita chiunque sia in possesso di prodotti a base di latte della ditta SC Bradet s.r. l. a non consumarli e riconsegnarli al più presto all'esercizio dove sono stati acquistati".
Secondo Coldiretti lo scorso anno sono raddoppiati gli arrivi in Italia di formaggi dalla Romania, giunti a quota 1,6 milioni di chilogrammi di prodotto, toccando un record storico. L'associazione di categoria chiede "che venga resa immediatamente obbligatoria l'indicazione di origine in etichetta di tutti i formaggi, ma anche l'indicazione delle loro caratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti. Non è un caso che l'89% dei consumatori ritiene che la mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, secondo la consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole che ha coinvolto 26.547 partecipanti".
La sindrome emolitico-uremica provocata da Escherichia coli O26:H11 colpisce in maniera seria i bambini mentre ha una sintomatologia più lieve e prevalentemente intestinale sugli adulti
Winston Churchill scrisse che "In tempo di guerra la verità è così preziosa che bisogna nasconderla dietro una cor tina di bugie".
Sottintendeva , forse, che in tempo di pace, quindi, la verità dovesse essere saputa?.
E’ probabile ma sappiamo che non è sempre così, soprattutto se non si lotta per cercarla ed affermarla , questa verità!.
Lo conferma anche Arrigo Petacco ne “La nostra storia” quando ha detto che “Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità”. Ma, poi, ripetendo il pensiero aristoteliano ha affermato che “ Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate, quelle dei vincitori, diventano Storia”.
Eh, già Goering a Norimberga disse che “La storia la scrivono i vincitori”.
Insomma una delle cose più difficile da conoscersi è la verità. Per conoscerla occorre cercarla e diffonderla.
Ci è sembrata questa la ragione prima del convegno svoltosi in Longobardi nei giorni scorsi e nel corso del quale si è tentato di riaffacciare alla nostra attenzione la “VERA” storia dei briganti calabresi che subirono, insieme al meridione, l’eccidio da parte dell’esercito dei Savoia.
Ben al di là dei passionali interventi dei relatori ( Mannarino, Calderazzo, Parrotta , Santacroce, Cefalì, Gaudio) il convegno ha voluto contribuire a tenere viva la fiammella della dignità di un popolo, quello meridionale,
E non cercate la verità dagli storici perchè tanti di loro sono piegati al potere! Pochi sono quelli che hanno l’onestà di raccontare che “ gli inglesi mollarono il re di Napoli, la mafia e la camorra scesero in campo con Garibaldi e il re sabaudo, così come sarebbero scese in campo con gli americani che risalivano la penisola dalla Sicilia.( da “I conti con la storia di Paolo Miele)
Ogni tanto la verità emerge grazie a chi ha l’onestà di raccontarla!
Parliamo di Eugenio Scalfari che ebbe ad affermare che l’Unità d’Italia fu un’occupazione militare e non un’unione politica: «Non fu Unità! Fu occupazione piemontese, e se l’avesse fatta il Regno di Napoli, che era molto più ricco e potente, sarebbe andata diversamente. La mentalità savoiarda non era italiana. Cavour parlava francese. E gli italiani quel nuovo Stato l’hanno detestato.»
Parliamo di Anita Garibaldi ( pronipote di Giuseppe) che ebbe ad affermare, davanti ad uno sbigottito Bruno Vespa, che Ricciotti Garibaldi, secondogenito “ dell’eroe dei due mondi”, tornato dall’ Inghilterra dopo gli studi "Mio nonno tornato a Caprera, si indignò talmente tanto dello sfruttamento del Meridione da parte della nuova Italia, che andò a combattere con i Briganti".
Vediamo qualche nostro lettore storcere il naso vinto da uno “schizzinoso ribrezzo” per una storia non scritta , ma lo invitiamo a ricredersi.
I briganti falcidiati a migliaia non furono delinquenti ma eroi.
Ed al contrario i supposti eroi della Unità d’Italia appariranno nella loro vera efferatezza.
Il revisionismo storico porterà alla verità che diventerà poi patrimonio comune della gente.
Solo così la nostra dignità di popolo meridionale sarà salva.
Per l’illecita revoca dell’inchiesta “Poseidone” all’ex pm Luigi de Magistris, attualmente sindaco di Napoli, nella requisitoria del processo per illecita avocazione dell’inchiesta “Why Not”, i sostituti procuratori della Repubblica di Salerno Alfano e Minerva chiedono quattro condanne.
I magistrati hanno chiesto tre anni di reclusione per l’ex procuratore aggiunto di Catanzaro Salvatore Murone e per Giancarlo Pittelli, avvocato e parlamentare, ex coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria
Due anni e sei mesi sono stati chiesti dai due pm per Giuseppe Galati, ex sottosegretario alle attività produttive, e per Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria
La notizia è stata resa nota dal collegio difensivo di Luigi De Magistris, composto dagli avvocati Stefano Montone e Elena Lepre.
I quattro sono accusati di corruzione in atti giudiziari insieme all’ex procuratore della Repubblica di Catanzaro Mario Lombardi, nei confronti del quale non si è proceduto perché deceduto.
Il sindaco de Magistris, parte lesa in questa vicenda, si è costituito parte civile nel processo.
Lo stesso De Magistris ha affermato di attendere «con tanta fiducia e sete di giustizia» la sentenza anche se – ha sottolineato – arriverà «con molto ritardo».
Il processo è durato cinque anni e De Magistris, dal 2011 sindaco di Napoli, è stato ascoltato in dibattimento. «In aula – ha evidenziato l’ex pm di Catanzaro – ho ricostruito vicende gravissime e mi auguro che la sentenza possa ricostruire un pezzo di storia e verità. Le due inchieste avrebbero fatto luce su fatti gravissimi accaduti nel nostro Paese».
La prossima udienza del processo in corso a Salerno, nel quale sono coinvolti, a vario titolo, magistrati, imprenditori ed esponenti politici, è fissata per il prossimo 17 marzo. La sentenza è prevista per la fine di marzo.( Da Iacchitè 4 marzo 2016)