L’ex tronista Confida a Stefano che nel confessionale gli hanno detto di non parlare sempre di Giulia De lellis. Arriva al punto di chiedere ad Elenoire se in bagno ci fossero le telecamere perché aveva bisogno di piangere senza farsi vedere. "Tutte le donne hanno dei difetti... Per me Giulia é perfetta.". Inutile il pensiero é sempre lì. Asia mostra le sue prime crisi di gelosia e dice ad Andrea: "Tu devi fare da motivatore soltanto a me.. Io sono la tua sorellina". Sembra che non veda di buon occhio il rapporto stretto con Mariana. Riuscirà a conquistare il suo cuore?
Parliamo del concorrente amatissimo Stefano Bettarini definito il piú bello della caaa, dalla simpaticissima Alessia Macari detta "la ciociara". L'ex calciatore si sfoga sul rapporto con l'ex moglie Simona Ventura, dichiara: "Simona ,da quando é tornata dall'isola é un pò cambiata, mi ha scritto un'email dove mi invitava ad essere piú morbido e a diventare nuovamente interlocutori diretti senza terze persone tra di noi.. Le cose sembrano essere tornate a posto. Vediamo quanto dura.. Lo faccio per i miei ragazzi..." . In un confessionale Alessia Macari dichiara di avere un debole per Stefano Bettarini così l'ex calciatore accetta la sfida lanciata dalla conduttrice Ilary Blasi agli uomini della casa ovvero di provare a rubare un bacio ad Alessia Macari che sulla possibilità di baciare qualcuno al grande fratello Vip é sempre stata categorica. La sfida si rese al quanto facile. Tra i due concorrenti si é instaurata una certa simpatia ma l'amore non é ancora sbocciato. Gioco o inizio di un flirt?
L'uomo del dialogo tra laici e cattolici
Il pluralismo culturale ed educativo a Torino ha nel Centro “Pannunzio”, diretto dal prof. Pier Franco Quaglieni, un punto essenziale di riferimento, contrastando ogni tendenza “monocolore”, anche se “laica, di sinistra” dei tempi della Giunta Bresso e del collegato “Circolo dei lettori”.
Tre punti essenziali di referimento: la fedeltà alla Repubblica nata dalla Resistenza (esemplare la rivalutazione del “partigiano bianco” Valdo Fusi con il sostegno intelligente alla riedizione del celeberrimo Fiori rossi al Martinetto); il dialogo laici-cattolici, con un interesse non formale alla dimensione religiosa della nostra storia; il rilancio del filone liberaldemocratico, come una delle colonne delle istituzioni e della società civile.
L’impegno del prof. Quaglieni (cui l’Ordine dei Giornalisti ha assicurato una collaborazione significativa e non formale) s’inscrive nella linea di una minoranza intelligente, mai rassegnata o rinunciataria, fedele alla “mission” del suo grande fondatore, Mario Pannunzio, leader carismatico nel mondo intellettuale e giornalistico, con un foglio che “pesava”, anche se non aveva i numeri del “Corriere della Sera” o de “La Stampa” di Giulio De Benedetti.
Peraltro la storia c’insegna che Cavour promosse l’unità d’Italia con una pubblicazione che non superava le 1.500 copie (“Il Risorgimento”), ma molto più incisiva della “Gazzetta del Popolo” di Botero (25 mila copie).
L’iniziativa torinese del “Pannunzio” del prof. Quaglieni è come “la goccia che scava la pietra”, con una permanente disponiblità al confronto, mai alla subalternità ai “poteri forti”, industriali finanziari o politici. Questo filo ininterrotto, che ha superato la prima e la seconda Repubblica, prosegue il suo percorso anche nella terza, che sta per aprirsi con la XVII legislatura repubblicana. In una “politica politicante”, in un giornalismo che sembra premiare chi urla di più, ove l’apparenza sembra dominare sul contenuto delle idee e dei valori, la serietà, la concretezza e il senso dello Stato del “Pannunzio” permangono un essenziale punto di riferimento. Per questo l’augurio di “buon lavoro” al prof. Quaglieni è sincero e valido, come 45 anni fa, nonostante l’apparente trionfo dei populismi, di destra e di sinistra. La fede nel dialogo e nella ragione appare ancor più essenziale per il futuro democratico del Paese.