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Sergio Ruggiero: Ecco i motivi per cui mi candido

Sabato, 22 Marzo 2014 22:44 Pubblicato in Politica

Riceviamo e pubblichiamo :

Ho scelto di accettare questa candidatura all’esito di una profonda e meditata riflessione. Ho dato la mia disponibilità avvertendo di non sentirmi solo, grazie ad un valido gruppo di persone che si impegnano e mi sostengono, mi pungolano e mi stimolano, e che continueranno a farlo anche qualora dovessi diventare sindaco, ma con l’imperativo condiviso di invertire rotta. Esiste una città e un comprensorio ricco di talenti, colpevolmente inespressi, talvolta emarginati, e tanto potenziale umano, che possa rendere fecondo l’impegno di agevolare buoni propositi e costruire valide speranze per le famiglie, per la comunità, per il territorio.

Accetto la candidatura con l’intenzione di imprimere una svolta alla politica locale, immaginando una forma di governo aperto al confronto, ai migliori contributi e alle migliori idee. Amantea e Campora San Giovanni possono esprimere, lavorando insieme, e nel reciproco riconoscimento delle rispettive peculiarità, quella forza utile al rilancio economico e produttivo dell’intero Basso Tirreno cosentino, e alla costruzione di un contesto attento ai temi del lavoro, dell’occupazione e alle problematiche di carattere sociale.

La fioritura del nostro territorio non può prescindere, dunque, da una svolta. Non può prescindere da una pratica politica e amministrativa attenta a ricercare e cogliere, con rinnovata competenza e sollecitudine, le opportunità e le risorse disponibili. In questa visione strategica, assume rilevanza l’attenzione ai bandi europei, nazionali e regionali, al fine di cogliere le offerte del quadro generale di sostegno, con l’obiettivo di stimolare l’economia, difendere la qualità della vita e rendere competitivo il nostro territorio.

Occorre rinvigorire lo spirito di comunanza tra Amantea e Campora San Giovanni, quello spirito e quella rinnovata volontà di fare fronte comune rispetto alle sfide del presente e del futuro, affinché la nostra comunità possa ambire ad una prospettiva migliore rispetto a quella che oggi drammaticamente “percepiamo”. In questo scenario risulta irrinunciabile assicurare risposte e sostegno, nei limiti del possibile, a chi attraversa momenti di difficoltà reale, anziani, famiglie, giovani. Abbiamo il gravoso ma imprescindibile compito di recuperare il senso della dignità legata all’appartenenza, e di stimolare la volontà del fare. Dobbiamo farci carico di un impegno chiaro circa la proposta di una classe politica che lavori a vantaggio della comunità e dei cittadini tutti, rompendo gli schemi spartitori del passato, ma con l’occhio attento al merito e alle competenze.

Immagino la politica come impegno personale, imperniato al buon senso e alla legalità, qualcosa a cui profondere lo stesso impegno che ho sinora riservato alla mia professione e alla cultura, nella convinzione che anch’essa rappresenti un’arma da utilizzare per far fronte all’oblio dell’identità e alla mortificazione delle coscienze. Da impiegare, ad esempio, per la valorizzazione della nostra storia, lavorando per tradurla finalmente in un formidabile punto di forza, facendo leva sull’orgoglio, sulle competenze, e sull’esistenza delle tante e trascurate, ancorché preziose, testimonianze e vestigia di un passato glorioso. Da impiegare anche sul centro storico della nostra antica e nobile città, orgoglioso custode di una storia plurimillenaria che attende solo di essere studiata, conosciuta, vissuta, amata, mostrata, offerta.

Inoltre, intendo attivare e trasmettere ai compagni di viaggio la mia sensibilità per le politiche legate alla tutela dell’ambiente. La raccolta differenziata, vera, organica ad un piano di riciclo e valorizzazione dei rifiuti, che coniughi salute collettiva, decoro ambientale ed opportunità lavorative; le nuove forme di energia, le nuove tecnologie, la tutela del verde, del decoro e della dignità urbana; la tutela del mare e dalle spiagge, delle campagne. Di tutto quello che, in sintesi, possa rappresentare elemento di ricchezza, che oggi più che mai s’impone di difendere e promuovere. Occorre, dunque, lavorare sulla qualità del contesto, con azioni congiunte e coordinate tra pubblico e privato, al fine di creare, ad esempio, un ambiente favorevole allo sviluppo del turismo, che non può crescere senza la giusta attenzione alla godibilità ambientale e all’identità del territorio. Non può crescere il turismo, e rischia invece l’agonia, se si continua a lasciare da soli i pur coraggiosi operatori del settore. Con questo spirito m’impegno a non produrre manifesti e materiale cartaceo inutile, invitando i futuri candidati a fare altrettanto, perché più di un voto vale il decoro dell’ambiente, per tutti, da subito e per sempre.

Sono queste, in breve, le idee di fondo che sorreggono i programmi da proporre durante la campagna elettorale, e che intenderò attuare con pragmatismo e concretezza qualora dovessi diventare Sindaco.

Concludo con un appello a tutti i cittadini, candidati e non, affinché la prossima campagna elettorale non diventi pretesto litigioso su fatti, fatterelli e chiacchiericcio di paese, ma divenga piuttosto momento di sano confronto democratico sui temi riguardanti il futuro della nostra comunità.

A tutti i candidati a Consigliere e a Sindaco, auguro una buona e serena campagna elettorale.

Magari alla lettura i soliti benpensanti storceranno il naso; magari si lasceranno andare a commenti scomposti ed affrettati, scomodando Fedro, Esopo ed altre antiche scritture. Od invocando l’onore cittadino violato per la mia definizione del Luogo Geografico-Politico esplicitata già nel titolo. E della quale definizione ne assumo, io soltanto, ogni responsabilità. Ma qui la storia della volpe e dell'uva non c'entra. E non c’entra neanche la disquisizione sull’opportunità della definizione; che diciamo così, sarà anche un po’ cruda se volete, ma che, in fondo, è del tutto evidente molto aderente alla realtà. Non è infine la necessità della lagnanza postuma a spingere la mia penna; più semplicemente, ed in tutta onestà, mi obbliga ad impugnare la penna la voglia della chiarezza. Vediamo un po' di mettere un certo ordine in questa delicata materia.

Amantea affronta una tornata elettorale, diciamo così, delicata. A mio giudizio, ma anche di tanti altri semplici cittadini, non impastoiati cioè con politica e politichese, la Città si gioca una buona fetta di futuro. Da molto tempo sono stati aperti "cantieri' politici, ognuno autodefinitosi innovativo, ma sostanzialmente tutti, ribadisco "tutti nessuno escluso", incamminati sul medesimo binario.

Un candidato a Sindaco ritenuto salvifico, dove salvifico però equivale, nelle intenzioni dei novelli Richelieu, a possibile grande collettore di voti; una lista composta col bilancino del farmacista, che misuri con esattezza il vero principio attivo, cioè la forza numerica dei singoli; una schiera di supporter più o meno variopinta e/o rappresentativa che assicuri tutto il resto. Claque, Rumor e porta a porta compresi. Tutto qua. Amantea che ha bisogno dell'Uomo della Provvidenza e che la Provvidenza, magnanima, invia a miracol mostrare. Domanda : per fare cosa ? Ma diamine !!!! Questi son dettagli ! Un programma si scrive in una notte.....  

Noi, e quando dico Noi intendo un gruppo composito comprendente giovani e meno giovani intelligenze cittadine legate dall’ unico filo dell’amore per questa Città, avevamo invece immaginato un percorso diverso, valido non perché nostro, ma Nostro perché valido. Definendo innanzitutto un Programma, imperniato sulle poche reali priorità di una Città ( o forse sarebbe più giusto dire di un Paese con pretesa di Città ? ) che esce, diciamo così, da un recente particolare periodo Un Candidato a Sindaco individuato in una pubblica Assemblea tenuta per raccogliere adesioni. Con l’ovvia postilla della individuazione tra tutti gli aderenti impegnatisi a sostenere e operare con tale programma. E con analogo metodo comporre la lista. Con l’esplicito intento di rendere il programma il vero collante della lista, non certamente il calcolo numerico dei voti portati in dote. Che a vittoria ottenuta diventa invece il presupposto per successive richieste spartitorie. Da far impallidire il manuale Cencelli. Insomma un programma per la Città ( o se volete per il Paese ecc.ecc) . Un programma non rigido, aperto al contributo dei cittadini, capace di accogliere suggerimenti e proposte volte al miglioramento dell’azione di governo. Non un affrettato programma scritto nottetempo per giustificare una personale ambizione, singola o collettiva, ( ma che sarebbe più giusto definire personale sete di potere, singola o collettiva).                                                                                                                   Eravamo tutti d'accordo. Piaceva a tutti quelli con i quali avevamo avviato una costruttiva discussione. Avevamo anche redatto il Programma, tutt’ora consultabile sui siti locali. All’improvviso, come in tutte le rappresentazioni teatrali degne di nota, il colpo di scena: l’intero ingranaggio del Percorso Democratico, che avrebbe portato alla composizione della lista Cambiamo Amantea, si è inceppato. Colpa di granelli di sabbia intrufolatisi, al posto dell’olio, tra le sue rotelle. E colpa di Rotelle che all’improvviso si sono rifiutate di girare. Quali? Non è il caso di elencarli. I cittadini devono sapere che all'improvviso il meccanismo si è inceppato e che non è' più possibile rimetterlo in moto. O perlomeno penso sia molto difficile rimetterlo in moto stante l’eseguità del tempo per poterlo ripulire e reingrassare. Una nuova stagione democratica Amantea non potrà viverla. Dovrà accontentarsi del solito rituale. Sempre con gli stessi attori, nuovi solo per nuove strategiche alleanze opportunamente stipulate. Verranno a bussare alle vostre porte. Le vostre case saranno visitate più dei Sepolcri durante la Settimana Santa. Verranno a parlarvi di un cambiamento che loro stessi, sempre gli stessi, non sono stati capaci di produrre da oltre un ventennio. Promettendo di cambiare tutto, dalla A alla Z, ben consci però di non voler cambiare assolutamente niente. Con buona pace del Gattopardo, al quale, Tutti, Nessuno escluso, in fondo convintamente si ispirano. Tutti. Tranne Io. Tranne Noi !!!!!!! Enzo Pellegrino

NdR L’amaro sfogo di Vincenzo merita una profonda riflessione. Nella foto Pericle de “Qui ad Atene noi facciamo così”

Che si diranno Carratelli e Rubino?

Sabato, 22 Marzo 2014 17:18 Pubblicato in Politica

Amantea, purtroppo si sa, è una città quantomeno sonnacchiosa, forse dormiente, dove succede poco, forse pochissimo.

Almeno sembra.

Invece, poi, scopriamo che è solo apparenza, perché quello che avvertiamo è solo il volto pubblico della città.

Ma esiste un volto privato completamente diverso, dove succede di tutto, dove operano i pupari, dove si inventano fiabe per i buoni, dove i preti ormai omettono le omelie perché sanno che tutti facciamo finta di ascoltarli e che, posto che sentiamo qualcosa, la dimentichiamo prima ancora della prima strofa del Credo, dove gli abiti sono puliti ma le anime sporche, dove le imprese sfruttano gli operai amanteani minacciandoli di usare i rumeni, dove le diversità sono specialità, dove la povertà costringe a patti la dignità, eccetera.

Ed allora disperatamente cerchiamo segnali di speranza.

Eccone uno, incontriamo due consiglieri comunali che parlano liberamente

Anzi, uno è un ex assessore che ha rinunziato al potere in nome della correttezza amministrativa e del diritto alla critica ed alla contestazione, l’unico: parliamo di Antonio Carratelli.

L’altro è Antonio Rubino il consigliere di opposizione per antonomasia, quello che non è mancato, come altri, al suo ruolo di minoranza e di opposizione quand’anche costruttiva.

Di che cosa staranno parlando?

Delle prossime elezioni? delle candidature a sindaco? della difficoltà di fare le liste? della loro collocazione all’interno delle liste? della difficoltà di essere consiglieri in un comune come Amantea? di una lista che li veda insieme e non divisi? della comune festa del 13 giugno? Auguri, allora!.

Ma poi ricordiamo che si tratta di due diverse e distinte anime della politica teorica amanteana, l’uno di centrodestra e l’altro di centro sinistra, come sono.

Teoricamente due avversari, non conciliabili.

Ma poi riflettiamo che forse non è così.

Non è così perché centrodestra e centrosinistra sono due parole antiche, oggi senza senso, senza identità, ad Amantea ancora più senza senso e senza modernità.

E soprattutto sono due parole insignificanti e che comunque hanno ambedue una medesima origine : il centro.

Già, spesso dimentichiamo lo stesso (antico o moderno) significato delle parole. Se centro significa quel “ punto, area, parte che è approssimativamente nel mezzo di qualcosa o che costituisce il punto più interno di un oggetto, di un insieme, di una zona”, allora , visto che parliamo di politica locale, stiamo parlando del centro del nulla, del vuoto.

Si. Perché ad Amantea i partiti sono di fatto scomparsi.

Nel 2014 ne resteranno forse solo due, il movimento 5 stelle, se avranno il logo, e l’UDC se presenterà una sua lista.

Il resto è nulla. Ormai Amantea è la città delle liste civiche dove possono incontrarsi tutti, anche se, poi, quando manca l’elemento che unisce ( La Rupa, Tonnara) le liste civiche si sciolgono come neve al sole, si frantumano.

E poi infine una riflessione. Tutti coloro che hanno voluto e guidato liste civiche ………

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